Lettura
Dopo aver dato ai Dodici per la terza volta l’annuncio della Passione, Gesù giunge nei pressi di Gerico, ultima tappa prima del suo ingresso in Gerusalemme. Gerico, situata nella depressione del Mar Morto, è il più basso sito permanentemente abitato della Terra. Qui un cieco, toccato il fondo dell’esistenza, sente passare Gesù e lo supplica di avere pietà di lui. Gli impedimenti non lo scoraggiano, anzi, grida più forte. Gesù lo guarisce per la sua fede e lui, non solo riacquista la vista, ma si rialza dalla miserevole condizione in cui si trovava. Da uomo insignificante, diventa motivo di lode a Dio per tutti, soprattutto per chi non ha saputo amarlo.
Meditazione
La cecità è la condizione dell’uomo che, privo della fede, non riesce a vedere il volto amorevole di Dio. È l’uomo che vive nelle tenebre dell’ignoranza e del peccato, piuttosto che nella luce della verità e della grazia. La sua condizione esistenziale lo porta a mendicare, ovvero a dipendere. È l’uomo che ha perso la vera libertà. Egli è immobile, seduto ai margini della strada sulla quale dovrebbe essere in cammino. La situazione socio-economica di chi non ha la fede può essere anche agiata, ma ciò che conta di più è la situazione dello spirito. Ad un certo punto, però, la sua esistenza viene “sconvolta” da Gesù che passa anche nella sua vita: si lascia mettere in discussione, esce dallo stato di ripiegamento su se stesso, spalanca il cuore all’annuncio della salvezza. Il Signore “passa” continuamente nelle nostre vite, purtroppo non sempre riusciamo ad accorgercene, avendo poca consapevolezza del continuo bisogno che abbiamo di Lui. «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!». È il grido dell’uomo umile, che riconosce di essere debole, peccatore, bisognoso di quella salvezza che solo Gesù può dare. Neanche i discepoli comprendono la sconvolgente novità della nuova alleanza: invece di porsi come servitori della fede che nasce, corrono il rischio di soffocarla al suo sorgere. Gesù indica loro, con dolcezza e fermezza, come farsi strumenti della Grazia, conducendo l’uomo da Lui. Accostandosi ai piedi di Gesù, la fede del cieco sboccia, incontra una persona che si lascia riconoscere come Colui che può Salvare la vita. In tutte le nostre “cecità” continuiamo sempre a cercare, e quando il Signore si sarà lasciato trovare chiediamogli con fiducia illimitata: “Signore, che io veda!”.
Preghiera
Abbi pietà di noi, Signore! Soccorrici nelle nostre cecità! Donaci il coraggio di chiedere la Fede, sconvolgi le nostre vite, illumina il nostro buio, e consentici di riconoscerti per intraprendere il nostro cammino di conversione e di salvezza.
Agire
M’impegno a riconoscere la mia cecità, guardando con affetto a tutti quelli che nascondono un dolore, a volte anche dietro un volto antipatico.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo eletto di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it