Lettura
Nella prima lettura, Mosè continua a parlare agli Israeliti invitandoli ad amare il Signore con tutto il cuore, l’anima e le forze, e indicando cosa li aiuterà a rimanere fedeli a questo amore quando, entrati nella terra, cominceranno a godere dei doni offerti dal Signore: non dimenticare quanto ha fatto per loro. Nel Vangelo, Gesù denuncia la mancanza di fede dei suoi interlocutori.
Meditazione
Dalle parole del padre scopriamo come questi ha cercato di ottenere la guarigione del figlio e il risultato fallimentare ottenuto. Viene spontaneo chiedersi perché sia andato dai discepoli e non da Gesù. La risposta la troviamo leggendo il brano nel contesto del Vangelo di Matteo. Scopriamo, infatti, che Gesù è appena sceso dall’alto monte, sul quale è stato trasfigurato davanti a Pietro, Giovanni e Giacomo. Quindi, il padre ha portato il figlio dai discepoli, perché Gesù non era lì presente: potremmo dire che non ha avuto la pazienza di aspettarlo. Ed è, forse, proprio alla luce di questa fretta e del fallimentare intervento dei discepoli che possono essere comprese le parole di Gesù. Per cercare di capirle può essere utile soffermarsi sul termine “perversa”. Nel libro dei Numeri (15,39), il termine indica l’andare dietro il proprio cuore e i propri occhi rinunciando a mettere in pratica i comandamenti del Signore. Nel primo libro dei Re (18,17-18), il re Acab accusa Elìa di «pervertire, mandare in rovina» Israele, mentre per il profeta è il re ad aver «pervertito, mandato in rovina» il popolo, perché ha abbandonato i comandamenti del Signore per andare dietro ad altre divinità. Dunque, Gesù sembra affermare che i suoi interlocutori manifestano una mancanza di fede che si esprime in un andare dietro a falsi idoli. In questo modo, sembra voler sottolineare la loro incapacità di mettere la relazione con Lui al centro, senza cercare altre “scorciatoie”. Questa denuncia è ribadita anche nel dialogo con i discepoli in cui sottolinea che per compiere guarigioni è necessaria una fede pari a un granello di senape, il più piccolo di tutti i semi, ma che, cresciuto, diventa un albero capace di accogliere gli uccelli che vengono a farvi il nido.
Preghiera
«Credo; aiuta la mia incredulità» (Mc 9,24): con queste parole, chiedo al Signore di sostenere la mia fede.
Agire
Provo a vedere se, nella mia vita, ci sono “scorciatoie” a cui ricorro quando non percepisco la presenza del Signore.
Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it