Funzionario dei Musei Vaticani definisce l’arte la sua vocazione

ROMA, giovedì, 26 aprile 2007 (ZENIT.org).- Esiste nei Musei Vaticani una sezione molto sottovalutata, che è il Museo Pio Cristiano, istituito nell’854 da Pio IX al fine di raccogliere le antichità cristiane rinvenute negli scavi delle catacombe, il cui curatore è dal 2003 Umberto Utro.

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Allora aveva 37 anni, e quando viene interpellato su cosa lo abbia appassionato tanto da lasciarsi così coinvolgere dall’arte paleocristiana, non risponde parlando del suo passato all’Università di Firenze, né cita la sua opera dottorale al prestigioso Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.

Accenna, invece, alla sua gioventù a Palermo, e degli anni del liceo, quando come insegnante di religione aveva don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia nel 1993.

Don Puglisi “incantava con la fede” – ha raccontato a ZENIT – e “insegnava che ogni cristiano ha una vocazione specifica, e che doveva capire come servire al meglio Dio e la Chiesa”.

Dopo aver studiato Teologia da laico, si è interessato alla storia dell’arte, ottenendo la sua prima laurea con una tesi sulle lampade di creta delle origini cristiane.

A quel punto ha realizzato “che per capire l’arte cristiana delle origini bisognava capire la comunità che l’aveva prodotta. La Chiesa primitiva, le Sacre Scritture erano parte integrante di quest’arte”.

Cercando questo “incontro tra arte e fede”, come lo definisce lui, Utro ha capito di dover “guardare alle origini dell’arte cristiana, alle prime comunità cristiane”, e studiando archeologia cristiana ha sviluppato un interesse per l’iconografia.

Il resto lo descrive come opera della Provvidenza. Mentre studiava e scriveva su quanto conservato nella Libreria Vaticana, la collezione è stata trasferita in Vaticano ed egli è stato portato all’attenzione del Direttore dei Musei, Francesco Buranelli.

Tre anni dopo, è stato nominato curatore della collezione di sarcofagi delle origini del cristianesimo. Una nomina che non ha paura a definire “il più bel dono di Dio verso la sua vocazione”.

Utro non ha quindi perso tempo ed ha subito cercato di portare all’attenzione pubblica questo museo unico nel suo genere

E, infatti, anche se spesso viene trascurata dai turisti che si accalcano nella Cappella Sistina, la splendida collezione di sarcofagi scolpiti testimonia ai visitatori il credo, le speranze e le dottrine delle prime comunità cristiane incise su pietra. “Ho un tesoro tra le mani!”, esclama Utro, quando parla del suo lavoro.

Da quando è curatore, ha organizzato due esposizioni. La prima, intitolata “Il viaggio della fede” ed inviata al Museo delle Civiltà Asiatiche di Singapore, faceva parte di una serie in cui si analizzavano le varie religioni dell’Asia e si raccontava la storia del cristianesimo come viaggio continuo.

“La fede cristiana è nata da un viaggio”, ha spiegato Umberto Utro. “Dio, che attraverso suo Figlio è venuto nel mondo; i Magi che hanno viaggiato per vedere Gesù e poi sono partiti per diffondere la notizia; Gesù che si reca a Gerusalemme; e il viaggio dei primi cristiani che andavano ad evangelizzare tutto il mondo”.

I viaggi, ad ogni modo, non finiscono con i Vangeli. “I pellegrini hanno poi viaggiato per rivisitare i luoghi in cui Gesù aveva camminato e in cui San Pietro è morto”, ha poi osservato, affermando che la sua parte preferita era la sezione conclusiva dedicata ai missionari in Asia. Il Museo di Singapore ha aggiunto le proprie opere, mostrando come questo viaggio iniziato a Betlemme sia arrivato negli angoli più remoti dell’Oriente.

La mostra più recente, “La Parola Scolpita”, è stata invece organizzata in collaborazione con la Società Biblica Italiana per festeggiare il 40° anniversario della Costituzione del Concilio Vaticano II “Dei Verbum”.

Utro ha descritto questo allestimento come una “mostra ecumenica, che celebrava la collaborazione delle varie denominazioni cristiane per creare una traduzione comune delle Sacre Scritture”.

La mostra ha riunito le parole delle Scritture e le immagini dei primi cristiani dimostrando che quelle antiche incisioni su pietra hanno ancora oggi risonanza e significato, così come il potere di unire i cristiani nel loro credo in Cristo, nella salvezza e nel Paradiso.

Nel sottolineare quindi come la Collezione Pio Cristiana fosse il luogo ideale per la mostra, Utro ha poi affermato che “l’arte delle origini cristiane è l’arte di una Chiesa indivisa, prima delle divisioni e degli scismi”.

“L’arte tuttavia – ha sottolineato – è stata anche una fonte di divisione tra i cristiani, dall’iconoclasmo ai luterani; questo museo, quindi, è un luogo ideale per guardare alla storia comune condivisa dai cristiani”.

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ZENIT Staff

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