di Gilberto Hernández
CITTA’ DEL MESSICO, domenica, 18 gennaio 2009 (ZENIT.org).- La società spera che gli individui siano buoni cittadini e che diano apporti perché la società umana stessa cresca e si rafforzi, ma da dove vengono gli individui se non dalla famiglia?
E’ la domanda posta questo venerdì dal sociologo Pierpaolo Donati intervenendo al Congresso Teologico-Pastorale del VI Incontro Mondiale delle Famiglie per affrontare la questione della famiglia come generatrice delle virtù sociali.
La sua risposta è stata chiara: se la società non è capace di riconoscere la famiglia e di aiutarla ad essere fedele alla sua vocazione, come istituzione fondante della società, difficilmente si potranno avere individui integri.
Donati, fondatore della sociologia relazionale, ha affermato che la famiglia è concepita come un luogo di armonia, ma si valorizzano poco i contributi che offre realmente alla società.
“Dobbiamo comprendere che la famiglia è un’operatrice nella società, che trasforma le virtù personali in virtù sociali”, ha segnalato il docente di Sociologia preso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna.
E’ evidente che molte volte le virtù che si vivono all’interno della famiglia non trascendono alla sfera pubblica, ha avvertito Donati, che ha diretto l’Osservatorio Italiano sulla Famiglia ed è membro della Pontificia Accademia per le Scienze Sociali.
“Una famiglia può essere accogliente, ma se non è consapevole della funzione pubblica che ha questa virtù per la società non sarà capace di trasmetterla alla società sessa”, ha aggiunto.
La famiglia non è una merce
Nella famiglia, ha indicato, si impara a riconoscere l’altro e si offre il dono della propria presenza. “L’esercizio delle virtù personali all’interno della famiglia fa vivere istintivamente le virtù che andranno a beneficio della società nel suo insieme”.
Secondo Donati, la società attuale nega questa funzione sociale della famiglia, e anzi dice che non è fonte di virtù ma di vizi, abusi e violenza. Per questo motivo, osserva, è importante che si conosca l’origine di queste critiche e come rispondervi.
“E’ vero che molte volte alcune famiglie non sono fonte di virtù, ma al contrario un luogo in cui esistono problemi”, ha riconosciuto il docente, che è anche direttore del Centro Italiano per gli Studi di Politica Sociale e Sociologia Sanitaria (CEPOSS).
La società contemporanea, ha sottolineato, fa della famiglia una merce, la privatizza e la riduce, e dall’altro lato lo Stato non aiuta la famiglia perché sottrae da essa la sua funzione educativa, per poi incolparla di avere un crisi proprio educativa.
Un altro problema è la scarsa conciliazione esistente tra lavoro e famiglia, perché il tempo per aiutare i figli è ridotto.
Il professore, autore di più di 600 pubblicazioni in varie lingue, ha osservato che una famiglia virtuosa implica non solo la virtù dei singoli, ma anche quella della famiglia come persona morale.
Allo stesso modo, ha menzionato come la famiglia sia la base primaria per lo sviluppo delle virtù sociali, grazie alla fiducia che genera, della capacità di cooperare e della reciprocità, e questo è ciò che la trasforma in “capitale sociale”.
E’ inoltre importante capire che questo “capitale sociale” non viene solo da una famiglia, ma nasce dall’interrelazione tra famiglie.
Una nuova riflessione
Pierpaolo Donati ha invitato a sviluppare una nuova riflessione familiare visto che la famiglia crea virtù non solo personali e private, ma anche sociali, perché è quella che ci fornisce la capacità di relazionarci.
Il sociologo ha concluso la sua partecipazione parlando dell’importanza della famiglia come nesso tra la felicità privata e pubblica, sottolineando che la famiglia è l’unica capace di generare le virtù che sono beni relazionali e che è necessario un patto tra società e famiglia e il riconoscimento del ruolo di quest’ultima nella società.
Deve esistere, ha commentato, una “cittadinanza della famiglia”: come esiste una relazione tra individuo e Stato, deve esisterne una tra Stato e famiglia, con i diritti e i doveri familiari come soggetto sociale.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]