Fede, storia, tradizione nel verde territorio della Majella

Inaugurata a Roma una mostra ricca di effetti tecnologici per far conoscere questa zona d’Abruzzo e per valorizzare l’Ermetismo e il pensiero di Celestino V

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Questa mattina, presso l’Auditorium Conciliazione, è stata inaugurata la Mostra “Majella, Domus Christi, Domus Naturae. S. Pietro Celestino ed i luoghi dello spirito. Fede, storia, tradizioni nel territorio del Parco”. Realizzata dal Parco Nazionale della Majella, co-finanziata da Fondazione Telecom Italia ed in partnership con la Sovrintendenza BSAE Abruzzo e la Fondazione Genti d’Abruzzo, l’esposizione consente al visitatore di immergersi e scoprire, in una visione unitaria, i tesori sconosciuti di questa terra attraverso il filo conduttore dell’Eremitismo.

“La Mostra aperta a Roma – ha dichiarato Franco Iezzi, Presidente del Parco Nazionale della Majella – non solo rappresenta una straordinaria opportunità per il pubblico di conoscere da vicino la storia, le tradizioni, l’ambiente, il fascino di un’area del territorio abruzzese dove le testimonianze dell’Eremitismo sono parte essenziale della sua identità, ma è anche una tappa fondamentale di un percorso, avviato da tempo, incentrato sulla valorizzazione del patrimonio storico culturale e ambientale del complesso Majella Morrone”. Nella volontà di promuovere questo territorio va inquadrata, ha aggiunto Iezzi, “la richiesta del riconoscimento degli eremi celestini quale Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO”.

L’esposizione si compone in particolare di 7 sezioni ricche di effetti tecnologici, multimediali, sensoriali, visive e tattili lungo le quali apprezzare gli ambienti ed i paesaggi del Parco e conoscere un fenomeno storico e culturale poco noto: l’Eremitismo, che qui trovò uno dei luoghi di elezione sotto l’importante impulso e guida di Pietro da Morrone. Il visitatore avrà modo di comprendere come il territorio ancora conservi, quasi intatti, gli insediamenti eremitici e monastici e come questi siano parte integrante della cultura delle popolazioni locali e dell’intero contesto naturale. Alla funzione di collegamento sono preposti i corridoi, che consentono di non interrompere l’itinerario nonché di vivere le diverse esperienze dall’inizio alla fine della visita, rendendole per quanto possibile “vive”, per le peculiarità morfologiche, naturalistiche ed ambientali del Parco, ed al contempo “sentite” come per gli asceti del XII e XIII secolo: essi trovarono infatti tra i boschi e le grotte della Majella e del Morrone il “nuovo deserto”, condizione ideale per una severa ascesi in contemplazione di Dio.

Come tutti i progetti finanziati da Fondazione Telecom Italia, anche “Domus Christi Domus Naturae” ha una forte valenza tecnologica in quanto offre l’occasione di qualificare favorevolmente in termini di “innovazione tecnologica” l’offerta turistica dei servizi a disposizione dell’utenza del progetto; in un’ottica eco-sostenibile è stata pensata – e “disegnata” – la struttura di un nuovo applicativo software per telefoni cellulari (APP) di ultima generazione che gira sia sulla piattaforma Ios che su quella Android.

La mostra, inoltre, si pone lo scopo, oltre quello di far conoscere il territorio della Majella, di valorizzare il pensiero di Celestino V, Papa del “gran rifiuto”, il quale – si legge in una nota -“comunica un messaggio ancora attuale di armonia tra Uomo e Creato, tra Ambiente e Cultura, tra Tradizione e Progresso, senza perdere l’identità territoriale anzi riqualificandola”.

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ZENIT Staff

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