di Carl Anderson*
NEW HAVEN, Connecticut, giovedì, 25 giugno 2009 (ZENIT.org).- I bagni di folla della visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti, lo scorso anno, hanno dimostrato un entusiasmo e un desiderio degli americani di ascoltare il suo messaggio evangelico, che molti non si sarebbero aspettati. Hanno mostrato una fame di verità e di guida morale.
E, nonostante la tendenza dei media ad essere molto critici nel dare le notizie su Benedetto XVI, più di un anno dopo, la gran parte degli americani in generale – e degli americani cattolici in particolare – affermano di avere una visione positiva del Papa e una grande propensione a volerlo ascoltare sulle maggiori questioni d’attualità.
Un sondaggio condotto, nel marzo scorso, dal Marist College di Poughkeepsie, N.Y., in partnership con i Cavalieri di Colombo, ha rilevato che gli americani che hanno un’idea positiva di Benedetto XVI sono il 59%, contro il 20% che ha una visione diversa. Tra i cattolici, è visto con favore dal 76% di loro, contro l’11% che ha un’idea contraria.
Il rapporto è quindi di 3 contro 1 (4 a 1 tra i cattolici) degli americani che lo vede come “un bene per la Chiesa”.
Che Benedetto XVI riscuota una considerazione positiva così ampia da parte degli americani – nonostante il costante bombardamento di notizie ostili a lui e al suo messaggio – è un grande attestato della sua capacità di comunicare il Vangelo direttamente alla gente. Inoltre dimostra anche il desiderio degli americani di ascoltare il messaggio di speranza e di amore che Benedetto XVI predica nell’invitarci a dire “sì” a Gesù Cristo.
E questo messaggio non è andato perduto per moltissimi americani, che infatti vogliono che egli intervenga sulle questioni più delicate dell’attualità. Questo evidenzia che esiste una silenziosa fame di verità per il messaggio della Chiesa, per il messaggio enunciato da Benedetto XVI.
Mentre, Stato dopo Stato, l’istituto del matrimonio viene ridefinito, tra gli americani intervistati il 57% ha detto di voler ascoltare la posizione del Papa sul matrimonio e sulla famiglia mentre il 22% si è detto contrario. Tra i cattolici il rapporto è di 5 contro 1 (68% rispetto al 14%).
In un Paese in cui le leggi sull’aborto e la ricerca sulle cellule staminali vengono sempre più liberalizzati, un gran numero di americani vuole ascoltare ciò che Benedetto XVI ha da dire su queste questioni che riguardano la vita (50% contro il 29% e tra i cattolici 60% contro il 21%).
In altre parole, nonostante una cultura giuridica e dell’informazione sempre più tollerante verso il “relativismo morale”, la grande maggioranza degli americani vede l’impegno di Benedetto XVI per la morale cattolica come un fattore positivo, e cerca una guida cattolica sulle questioni importanti.
Inoltre gli americani vogliono sentire ciò che Benedetto XVI ha da dire sulla presenza di Dio nella nostra vita quotidiana, sulla condivisione del nostro tempo e dei nostri talenti con le persone bisognose, sulla miopia dell’avidità, e sulla creazione di una società in cui i valori spirituali svolgano un ruolo importante.
Nel mezzo di una grave crisi economica, scatenata da una serie di deficienze morali, gli americani condividono la prospettiva di Benedetto XVI di costruire una società fondata sui valori e non sull’avidità.
Avendo visto, nell’ambito economico, dove porta il relativismo morale, gli americani cercano invece una bussola morale sicura e guardano all’uomo che la rappresenta.
Anche sul piano internazionale gli americani considerano il Papa molto importante. Il 74% degli americani – e l’84% degli americani cattolici – descrive il Papa come “un importante leader religioso mondiale”. Mentre in un rapporto di più di 2 contro 1, gli americani e gli americani cattolici lo vedono come “attivo e visibile”.
Alla vigilia del viaggio di Benedetto XVI in Medio Oriente, gli americani, per un margine di 2/1 (46% contro il 23%), ritenevano che egli sia sensibile verso i musulmani, e per un margine simile (48% contro il 20%), sostenevano che egli sia sensibile anche verso gli ebrei. Tra i cattolici questo rapporto è di 3/1: il 60% lo considera sensibile verso la gente di entrambe le religioni, mentre solo il 20% non era d’accordo.
Queste posizioni riflettono un qualcosa di molto profondo. Nonostante gli sporadici attacchi che il Santo Padre ha subito nel suo viaggio in Terra Santa, il fatto è che la sua disponibilità a mettere la propria vita in pericolo, in quella regione instabile e spesso violenta, al fine di perseguire una pace duratura, evidenzia la sua sensibilità nei confronti di entrambe le parti del conflitto in Medio Oriente.
E nonostante qualche occasionale critica, egli non ha permesso ad alcun elemento negativo di distrarlo da ciò che egli considera possibile: una soluzione pacifica alla violenza endemica in Terra Santa.
Coloro che si sono espressi in senso contrario ad alcuni aspetti del viaggio del Papa dovrebbero fermarsi a riflettere su questo e a considerare anche che mentre le sofferenze passate fanno parte di una memoria che non deve essere messa da parte, tali sofferenze non possono diventare ostacolo alle reali possibilità di pace che ora sono alla portata.
E coloro che si trovano in disaccordo con il Pontefice – o con alcuni aspetti del suo messaggio – dovrebbero imparare dagli atteggiamenti elencati in questo sondaggio e rendersi conto che il cuore dell’uomo è inquieto finché non riposa in Dio. Questo è un fatto che i pensatori cattolici non hanno dimenticato, da Sant’Agostino fino a Benedetto XVI, il quale ha fatto del portare il cuore dell’uomo a Dio il caposaldo del suo pontificato.
È il suo costante impegno per la verità, e la sua capacità, attraverso la preghiera, di far conoscere Gesù Cristo alle persone, che ha fatto di Benedetto XVI un faro morale, il cui messaggio è rispettato e ascoltato dal popolo americano e dai popoli in tutto il mondo. Si potrebbe definire un trionfo della verità sulla televisione.
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*Carl Anderson è Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo.