Dopo 50 anni si potrà celebrare la Messa nelle carceri cubane

Anche gli evangelici saranno consentite funzioni religiose

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L’AVANA, giovedì, 17 settembre 2009 (ZENIT.org).- Dopo 50 anni di divieto, il Governo guidato da Raúl Castro Ruiz ha dato il via libera questo mercoledì alla celebrazione in modo regolare dell’Eucaristia nelle prigioni dell’isola caraibica, dove ci sono migliaia di prigionieri cattolici.

La Chiesa cattolica ha espresso la propria soddisfazione per questa iniziativa del Governo castrista, che aveva proibito le Messe appena salito al potere a Cuba, mezzo secolo fa. Il segretario esecutivo della Conferenza Episcopale Cubana, il sacerdote José Félix Pérez, ha detto che si tratta di una questione su cui si stava lavorando e che esiste una canale aperto di comunicazione con il Governo che ha favorito la decisione.

Anche se ci sono dettagli ancora da definire, il segretario esecutivo dell’episcopato cubano ha sottolineato che il sollevamento del divieto “è reale e ci rallegriamo che sia così”. La possibilità di realizzare funzioni religiose nelle prigioni di Cuba si estende anche alle Chiese evangeliche.

Negli ultimi mesi si è lavorato, soprattutto da parte della pastorale penitenziaria della Chiesa cattolica, all’apertura di servizi religiosi per i prigionieri – alcuni dei quali per reati d’opinione – nelle carceri cubane.

In realtà Vescovi e sacerdoti avevano già celebrato Eucaristie nelle prigioni, ma solo in date specifiche. Il divieto di celebrare ogni settimana è quello che dovrebbe essere eliminato.

“Ora (la celebrazione delle Messe) sarà permessa in via permanente, ma questa permanenza dipenderà un po’ dai luoghi”, ha affermato padre Pérez, aggiungendo che “i sistemi carcerari provinciali hanno i propri regolamenti. Dipenderà da dove si trovano i reclusi che chiedono la celebrazione della Messa”.

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ZENIT Staff

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