Udienza alla Comunità Accademica dell’Istituto Universitario di Sophia di Loppiano - Foto © Vatican Media

“Sapienza, patto, uscita”

Udienza alla Comunità Accademica dell’Istituto Universitario di Sophia di Loppiano

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Questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza in Vaticano la Comunità Accademica dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano. Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,

vi do il benvenuto e ringrazio Mons. Coda per le sue cortesi parole. Saluto i Professori, provenienti da diversi Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, che fanno parte col P. Scannone del gruppo di lavoro su “L’antropologia trinitaria” presso il CELAM, in collaborazione con “Sophia”, così come i Docenti che costituiscono il nucleo iniziale della sede locale di “Sophia” in America Latina e Caraibi.

Sono contento del cammino che avete fatto in questi dodici anni di vita. Avanti! Il cammino è appena iniziato.

Nel percorso che sta davanti a voi non vi mancano i punti di riferimento: in particolare, l’ispirazione del carisma dell’unità da cui è nata la vostra Università e insieme le linee che ho tracciato nella Costituzione apostolica Veritatis gaudium, in cui il vostro progetto accademico e formativo vuole rispecchiarsi. Anche la vostra partecipazione alla preparazione e agli sviluppi del Patto Educativo Globale va in questa direzione.

Vi lascio tre parole, esortandovi a continuare con gioia, visione e decisione il vostro cammino: sapienza, patto, uscita.

Sapienza: la vostra Università si chiama “Sophia” perché il suo obiettivo è prima di tutto comunicare e imparare la Sapienza per impregnarne tutte le scienze. Nella liturgia di oggi abbiamo sentito quella bella descrizione della Sapienza, ispiratevi lì. La Sapienza è infatti la Luce del volto di Dio che illumina il volto dell’uomo: il suo mistero, i suoi interrogativi, le sue sofferenze, il suo destino. Per noi cristiani la Sapienza è Gesù crocifisso e risorto, ma la sua luce illumina tutti gli uomini (cfr Gv 1,9): tutte le religioni, tutte le culture, tutti gli autentici esercizi di umanità. Per questo – come voi fate – siamo chiamati a camminare insieme con tutti, non contro tutti. Ma c’è qualcuno che ha questa abitudine, di cercare sempre contro chi posso camminare. Il nostro messaggio è un altro: con chi cammino io, per costruire una vera e armoniosa cultura dell’incontro, che ci manca tanto.

Di qui la seconda parola: patto. Il patto è la chiave di volta della creazione e della storia, come ci insegna la Parola di Dio: il patto tra Dio e gli uomini, il patto tra le generazioni, il patto tra i popoli e le culture, il patto – nella scuola – tra i docenti e i discenti e anche i genitori, il patto tra l’uomo, gli animali, le piante e persino le realtà inanimate che fanno bella e variopinta la nostra casa comune. Tutto è in relazione con tutto, tutto è creato per essere icona vivente di Dio che è Trinità d’Amore! È oggi compito prioritario, dunque, educare a vivere questo patto, anzi a essere questo patto vivo in tutte queste dimensioni: per aprire le strade del futuro a una civiltà nuova che abbracci nella fraternità universale l’umanità e il cosmo. Questa vocazione alla fraternità, questo vivere in fratellanza oggi è indispensabile, non si può camminare senza di essa.

E infine la terza parola: uscita. Senza uscire non si incontra la Sapienza, senza uscire il patto non si propaga a tutti, con centri concentrici sempre più larghi e inclusivi. Solo uscendo si incontra il volto concreto dei fratelli e delle sorelle, con le loro ferite e con le loro aspirazioni, i loro interrogativi e i loro doni. Dobbiamo imparare con il cuore, con la mente, con le mani a “uscire dall’accampamento” – come dice la Lettera agli Ebrei (13,13) – per incontrare, proprio lì fuori, il volto di Dio nel volto di ogni fratello e ogni sorella.

Cari amici, vi ringrazio ancora per il vostro impegno. Vi affido alla Vergine Maria, Sede della Sapienza e Madre dell’Unità, e di cuore benedico tutti voi, e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.

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ZENIT Staff

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