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Signor Presidente della Repubblica,
Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Illustri Signori e Signore!
Desidero anzitutto esprimere un grazie personale e particolare ai quattro musicisti del “Philarmonia Quartett Berlin“, Daniel Stabrawa, Christian Stadelmann, Neithard Resa e Jan Diesselhorst, per questo concerto da loro magistralmente eseguito. Illustri Signori, negli ormai oltre vent’anni della Vostra comune attività concertistica come quartetto d’archi, Vi siete fatti un nome a livello internazionale, e l’avete confermato anche oggi con la raffinatezza stilistica, con un modo perfetto di suonare insieme, con la grande ricchezza di espressione nelle delicate sfumature del timbro e nella meravigliosa armonicità del Vostro ensemble. Il suonare insieme da solisti richiede dal singolo non solo l’impegno di tutte le sue capacità tecniche e musicali nell’esecuzione della propria parte, ma al contempo sempre anche il sapersi ritirare nell’ascolto attento degli altri. Solo se questo riesce, se cioè ciascuno non pone al centro se stesso, ma, in spirito di servizio, si inserisce nell’insieme e, per così dire, si mette a disposizione come “strumento”, affinché il pensiero del compositore possa diventare suono e raggiungere così il cuore degli ascoltatori, solo allora si ha un’interpretazione veramente grande – come quella che abbiamo or ora sentito. È questa una bella immagine anche per noi che, nell’ambito della Chiesa, ci impegniamo ad essere “strumenti” per comunicare agli uomini il pensiero del grande “Compositore”, la cui opera è l’armonia dell’universo.
La ringrazio, illustre Presidente della Repubblica, perché ha reso possibile a noi questa intensa esperienza di ascolto di musica preziosa, e Le sono altresì grato per le parole cordiali, con le quali ci ha salutato e preparato il nostro animo all’ascolto della magistrale esecuzione musicale. Anche a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del concerto rivolgo il mio sentito ringraziamento. Caro Presidente, non avrebbe potuto farmi un regalo più bello di questo.
Le composizioni appena ascoltate ci hanno aiutato a meditare sulla complessità della vita e sulle piccole vicende quotidiane. Ogni giornata è un intreccio di gioie e dolori, di speranze e delusioni, di attese e sorprese, che si alternano in modo movimentato e che destano nel nostro intimo le domande fondamentali sul “da dove”, sul “verso dove” e sul senso vero della stessa nostra esistenza. La musica, che esprime tutte queste percezioni dell’animo, offre in un’ora come questa all’ascoltatore la possibilità di scrutare come in uno specchio le vicende della storia personale e di quella universale. Ma ci offre ancora di più: mediante i suoi suoni ci porta come in un altro mondo ed armonizza il nostro intimo. Trovato così un momento di pace, siamo in grado di vedere, come da un punto elevato, le misteriose realtà che l’uomo cerca di decifrare e che la luce della fede ci aiuta a meglio comprendere. In effetti, possiamo immaginare la storia del mondo come una meravigliosa sinfonia che Dio ha composto e la cui esecuzione Egli stesso, da saggio maestro d’orchestra, dirige. Anche se a noi la partitura a volte sembra molto complessa e difficile, Egli la conosce dalla prima fino all’ultima nota. Noi non siamo chiamati a prendere in mano la bacchetta del direttore, e ancora meno a cambiare le melodie secondo il nostro gusto. Ma siamo chiamati, ciascuno di noi al suo posto e con le proprie capacità, a collaborare con il grande Maestro nell’eseguire il suo stupendo capolavoro. Nel corso dell’esecuzione ci sarà poi anche dato di comprendere man mano il grandioso disegno della partitura divina.
Così, cari amici, vediamo come la musica possa condurci alla preghiera: essa ci invita ad elevare la mente verso Dio per trovare in Lui le ragioni della nostra speranza e il sostegno nelle difficoltà della vita. Fedeli ai suoi comandamenti e rispettosi del suo piano salvifico, possiamo insieme costruire un mondo nel quale risuoni la melodia consolante di una trascendente sinfonia d’amore. Anzi, sarà lo stesso Spirito divino a renderci tutti strumenti ben armonizzati e collaboratori responsabili di una mirabile esecuzione in cui si esprime lungo i secoli il piano della salvezza universale.
Nel rinnovare l’attestazione della mia gratitudine ai componenti del “Philarmonia Quartett Berlin” e a coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa serata musicale, assicuro per ciascuno il mio ricordo nella preghiera e a tutti imparto con affetto la mia Benedizione.
[Traduzione dall’originale in tedesco diffusa dalla Sala Stampa vaticana; © Copyright 2006 – Libreria Editrice Vaticana]