Angelus (01/01/2017) - Foto © Vatican Media

Il matrimonio: "Un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo"

Le parole del Papa alla recita dell’Angelus

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Alle ore 12 di oggi, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Prima dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di questa domenica (cfr Mc 10,2-16) ci offre la parola di Gesù sul matrimonio. Il racconto si apre con la provocazione dei farisei che chiedono a Gesù se sia lecito a un marito ripudiare la propria moglie, così come prevedeva la legge di Mosè (cfr vv. 2-4). Gesù anzitutto, con la sapienza e l’autorità che gli vengono dal Padre, ridimensiona la prescrizione mosaica dicendo: «Per la durezza del vostro cuore egli – cioè l’antico legislatore – scrisse per voi questa norma» (v. 5). Si tratta cioè di una concessione che serve a tamponare le falle prodotte dal nostro egoismo, ma non corrisponde all’intenzione originaria del Creatore.
E qui Gesù riprende il Libro della Genesi: «Dall’inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola» (vv. 6-7). E conclude: «Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (v. 9). Nel progetto originario del Creatore, non c’è l’uomo che sposa una donna e, se le cose non vanno, la ripudia. No. Ci sono invece l’uomo e la donna chiamati a riconoscersi, a completarsi, ad aiutarsi a vicenda nel matrimonio. Questo insegnamento di Gesù è molto chiaro e difende la dignità del matrimonio, come unione di amore che implica la fedeltà. Ciò che consente agli sposi di rimanere uniti nel matrimonio è un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo. Se invece prevale nei coniugi l’interesse individuale, la propria soddisfazione, allora la loro unione non potrà resistere. Ed è la stessa pagina evangelica a ricordarci, con grande realismo, che l’uomo e la donna, chiamati a vivere l’esperienza della relazione e dell’amore, possono dolorosamente porre gesti che la mettono in crisi.
Gesù non ammette tutto ciò che può portare al naufragio della relazione. Lo fa per confermare il disegno di Dio, in cui spiccano la forza e la bellezza della relazione umana. La Chiesa, da una parte non si stanca di confermare la bellezza della famiglia come ci è stata consegnata dalla Scrittura e dalla Tradizione; nello stesso tempo, si sforza di far sentire concretamente la sua vicinanza materna a quanti vivono l’esperienza di relazioni infrante o portate avanti in maniera sofferta e faticosa. Il modo di agire di Dio stesso con il suo popolo infedele – cioè con noi – ci insegna che l’amore ferito può essere sanato da Dio attraverso la misericordia e il perdono. Perciò alla Chiesa, in queste situazioni, non è chiesta subito e solo la condanna. Al contrario, di fronte a tanti dolorosi fallimenti coniugali, essa si sente chiamata a vivere la sua presenza di amore, di carità e di misericordia, per ricondurre a Dio i cuori feriti e smarriti. Invochiamo la Vergine Maria, perché aiuti i coniugi a vivere e rinnovare sempre la loro unione a partire dal dono originario di Dio.
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Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Oggi, festa della Madonna del Rosario, rivolgo uno speciale saluto ai fedeli radunati presso il Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica, presieduta in questa occasione dal Cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria. Rinnovo l’invito a tutti a pregare il Rosario ogni giorno del mese di ottobre, concludendolo con l’antifona “Sotto la tua protezione” e la preghiera a San Michele Arcangelo, per respingere gli attacchi del diavolo che vuole dividere la Chiesa.
Sabato prossimo avrà luogo a Roma la 1ª Giornata delle Catacombe. Molti siti saranno aperti al pubblico, con laboratori didattici ed eventi culturali. Ringrazio la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra per questa iniziativa ed auguro per essa la migliore riuscita.
Saluto con affetto tutti voi, romani e pellegrini, soprattutto le famiglie e i gruppi parrocchiali provenienti dall’Italia e da varie parti del mondo. Saluto i pellegrini greco-cattolici della Slovacchia, i fedeli di Poznan e di Fortaleza (Brasile); i nonni di Malta e gli studenti di Neuilly (Francia); e le Suore di San Paolo di Chartres provenienti dall’Australia. Saluto il pellegrinaggio promosso dai Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, il coro “Calliope” di Gussago (Brescia), i ragazzi di “Gioventù Studentesca” del Lazio e i fedeli di Abbiategrasso. A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci a tutti!

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ZENIT Staff

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