CITTÀ DEL VATICANO, mercoledì, 10 novembre 2004 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II ha spiegato martedì scorso che il crescente fenomeno delle sette rende necessario promuovere una formazione religiosa “solida” tra i cattolici.
Questa è stata una delle consegne che il Santo Padre ha lasciato ai vescovi della Conferenza Episcopale dell’Oceano Indiano (CEDOI) a conclusione della loro visita “ad limina”.
La CEDOI comprende la Repubblica delle Isole Comore, due repubbliche del Commonwealth (le Seychelles e le Mauritius), un dipartimento d’oltremare francese, che è anche una regione periferica d’Europa (Réunion) e una comunità territoriale francese (l’Isola di Mayotte).
I prelati hanno consegnato al Papa, in occasione della loro visita, alcune relazioni nelle quali constatano la necessità di formare nella fede i laici di quei Paesi.
“È indispensabile che i cristiani ricevano una formazione religiosa solida per avanzare nel difficile cammino dell’impegno e della sequela di Cristo”, ha spiegato il Papa.
“La presenza di credenti di altre religioni e delle attività delle sette, devono portare i discepoli di Cristo a rafforzarsi nella fede, per non essere trascinati da qualsiasi vento dottrinario e poter offrire una testimonianza della speranza che li anima”.
In questo senso, il Papa ha sottolineato, nel discorso in francese rivolto ai vescovi, “l’urgenza di comunicare la Parola di Dio agli uomini nella propria cultura, perché il Mistero di Cristo sia annunciato e accolto da tutti, facendo in modo che ognuno lo possa ascoltare nella propria lingua”.
“L’inculturazione del messaggio evangelico è un compito di grande importanza perché gli uomini e le donne di ogni nazione e di ogni cultura possano incontrarsi con Cristo e camminare per le vie del Vangelo”, ha constatato.
In particolare, ha sottolineato che la testimonianza dei laici, nella vita sociale dei loro Paesi, deve ancorarsi all’insegnamento sociale della Chiesa, “aiuto prezioso al servizio del bene comune e della piena dignità dell’uomo”.