Papa Francesco “non dimentica” la popolazione diventata vittima del conflitto “sanguinario e disumano” in atto nel Sud Sudan. E anche se attualmente non può recarsi nel Paese, vuole comunque far sentire la sua vicinanza attraverso dei gesti di solidarietà concreta.
Lo ha dichiarato il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “Il Papa per il Sud Sudan”, avvenuta mercoledì 21 giugno nella Sala Stampa della Santa Sede.
Rivolgendosi ai giornalisti, il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha precisato che il progetto sostiene opere già avviate nei campi della sanità, dell’educazione e dell’agricoltura. L’aiuto complessivo devoluto dal Papa è di 460.000 euro.
Il Pontefice “sente la necessità impellente di sensibilizzare la comunità internazionale su questo dramma silenzioso, chiedendo maggiori e rinnovati sforzi per giungere ad una soluzione pacifica”, ha dichiarato il porporato ghanese, che fatto il punto della situazione umanitaria nel giovanissimo Paese africano, diventato indipendente dal Sudan il 9 luglio del 2011.
Si tratta di un conflitto che “lontano dai riflettori” “continua a mietere vittime”, ha detto Turkson, che ha menzionato “massacri e atrocità, sistematici e generalizzati, perpetrati contro civili per motivi etnici”.
Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy, nonché due suore attive nel Sud Sudan, la comboniana Laura Gemignani e la Religiosa di Gesù-Maria, suor Yudith Pereira-Rico. (pdm)
Riprendiamo di seguito l’intervento del cardinale Turkson, nonché la cronistoria del progetto.
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Signori e Signore,
Sono lieto di rivolgermi voi, per rendere noto oggi l’intervento di sostengo del Santo Padre a favore della popolazione in Sud Sudan chiamato “Il Papa per il Sud Sudan”. Lontano dai riflettori, c’è una guerra che continua a mietere vittime. Morte e disperazione affliggono la popolazione. Il conflitto è in atto dal 2013 ed ha provocato una gravissima crisi umanitaria che vede più della metà della popolazione, circa 7,3 milioni di persone, soffrire quotidianamente la fame. La vita di migliaia di persone è messa a rischio da un’epidemia di colera senza precedenti; un milione e mezzo di abitanti è stato costretto a fuggire dai loro villaggi e città a causa della guerra; in questo Paese avvengono massacri e atrocità, sistematici e generalizzati, perpetrati contro civili per motivi etnici; donne e bambini sono quotidianamente vittime di violenze e abusi.
Papa Francesco è un pastore universale che supera i confini. Egli sente la necessità impellente di sensibilizzare la comunità internazionale su questo dramma silenzioso, chiedendo maggiori e rinnovati sforzi per giungere ad una soluzione pacifica del conflitto. Il Papa in più occasioni ha ribadito il Suo desiderio di recarsi di persona in Sud Sudan, nonostante questo scenario doloroso,per dare impulso, con la sua presenza, ad una chiave di volta nel processo di pace, e per dare voce al grido disperato di una Chiesa che vuole dire“basta armi, basta stupri, basta morti!”. Il portavoce vaticano,Greg Burke, ha diffuso a fine maggio 2017 la notizia che, non essendoci le condizioni per una visita del Papa in Sud Sudan, questo viaggio – che era stato previsto per il prossimo mese di ottobre -è stato rimandato.
Il Santo Padre, non potendo dunque recarsi in Sud Sudan di persona, ha voluto rendere tangibile la presenza e la vicinanza della Chiesa con la popolazione afflitta attraverso questa Iniziativa “Il Papa per il Sud Sudan”. Si tratta di un’iniziativa che va ad affiancare, sostenere ed incoraggiare l’opera delle diverse congregazioni religiose e organismi di aiuto internazionale che sono presenti sul territorio e che si prodigano instancabilmente a soccorrere la popolazione e a promuovere il processo di sviluppo e di pace.
E’ per me un onore rendere noto che il Papa intende rendere esecutivo il Suo desiderio di vicinanza con la popolazione del Sud Sudan, promuovendo – tramite questo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, da me presieduto – alcune iniziative a favore della popolazione in vari ambiti. Due progetti sono nel campo della salute. Si tratta di due ospedali gestiti dalle Suore Missionarie Comboniane che operano in Sud Sudan: l’ospedale di Wau, e l’Ospedale di Nzara. Un progetto riguarda l’ambito dell’educazione: attraverso l’associazione Solidarity with South Sudan, si intende provvedere alle borse di studio della durata di due anni per degli studenti, al fine di ottenere il diploma di insegnamento per la scuola primaria presso il Solidarity Teacher Training Center a Yambio.
Nel campo dell’agricoltura, un progetto gestito da Caritas Internationalis che vede coinvolte circa 2.500 famiglie nelle Diocesi di Yei, Tombura-Yambio e Torit, attraverso strumenti che favoriscano le coltivazioni e l’allevamento del bestiame, verso la capacità delle comunità locali di auto-sostenersi.
Il Santo Padre non dimentica le vittime inascoltate e silenziose di questo conflitto sanguinario e disumano, non dimentica tutte quelle persone che sono costrette a fuggire dal loro paese natale a causa della prevaricazione, dell’ingiustizia e della guerra – le porta tutte nelle Sue preghiere e nel Suo cuore. Egli spera vivamente di potersi recare al più presto in visita ufficiale nel Paese: la Chiesa non chiude alla speranza in un territorio tanto travagliato: invita invece a scelte audaci e a credere che la Divina Provvidenza è capace di realizzare ciò che agli occhi del mondo sembra irreale, impossibile.
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Cronistoria
27 OTTOBRE 2016: Il Santo Padre riceve in Udienza i tre principali Capi Religiosi del Sud Sudan, membri del South Sudan Council of Churches (SSCC).
15 MARZO 2017: Il Santo Padre nell’incontro con S.E. Mons. Gallagher chiede di inviare un dono significativo e di coinvolgere Mons. Dal Toso, Segretario Delegato DSSUI per preparare una proposta di destinazione del dono. Andrà tenuta al corrente la Nunziatura Apostolica (S.E. Mons. Charles D. Balvo);
12 APRILE 2017: Il Santo Padre approva tre progetti:
Nel campo della salute alle Suore Comboniane che gestiscono due ospedali: supporto a personale medico e medicinali per ospedale di Wau (diocesi di Wau) [40.000 ricoveri l’anno e 6 parti al giorno]; supporto per personale medico e medicinali per ospedale di Nzara (Diocesi Tombora-Yambio) [90 pazienti al giorno assistenza ai bambini].
Nel campo del lavoro a Caritas Internationalis e Caritas Sud-Sudan: acquisto di sementi e attrezzi agricoli nelle diocesi di Tombura-Yambio, Yei, Torit, Malakai e Juba per 2.500 famiglie tramite le Caritas Diocesane.
Nel campo dell’educazione a Solidarity with South Sudan (che riunisce alcune Congregazioni Religiose): Formazione degli insegnanti [ma anche formazione di infermieri, ostetriche, agricoltori e leader comunitari; ha accolto 3.482 studenti] nella Diocesi di Yambio.
Profughi, Nuba / © ACN Photo
Sud Sudan: il Papa “non dimentica”
Presentazione da parte del cardinale Turkson di una iniziativa di solidarietà vaticana