“Fratelli tutti” è il titolo dell’enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale che papa Francesco firmerà sabato 3 ottobre ad Assisi. Tale inizio è tratto dalla Ammonizione sesta di frate Francesco: “Guardiamo con attenzione, FRATELLI TUTTI, il buon pastore, che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e nella persecuzione, nella vergogna e nella fame, nell’infermità e nella tentazione e in altre simili cose, e per questo hanno ricevuto dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il solo raccontarle” (FF 155).
Le Ammonizioni sono la trascrizione delle esortazioni che l’Assisiate rivolgeva ai frati riuniti in capitolo – massima espressione della fraternità minoritica (cfr. Francesco misericordioso. La sfida della fraternità, Ed. Terra Santa, Milano 2018) – e la sesta è la reazione di frate Francesco all’orgoglio con cui nell’ordine minoritico ci si vantava del martirio di cinque frati uccisi in Marocco nel 1220 (cfr. Santi per attrazione. I Protomartiri francescani tra Antonio di Padova e Chiara d’Assisi, Ed. Terra Santa, Milano 2020). Il cronista francescano Giordano da Giano qualche decennio dopo riporta un detto del Santo assisiate ancora più secco e tagliente: “Ognuno si glori del proprio martirio e non di quello degli altri” (FF 2330).
La predicazione evangelica dei Protomartiri francescani, così come l’incontro tra san Francesco e il sultano in Egitto, sono l’espressione della volontà della fraternità minoritica di essere presenti fin dagli inizi anche oltre i confini della cristianità aprendosi ai grandi orizzonti della terra dei non cristiani. Proprio tale scelta è all’origine dell’immagine di fraternità e amicizia sociale di cui il francescanesimo è oggi considerato un simbolo.