L’incontro di Francesco d’Assisi con il lupo di Gubbio descritto nei Fioretti – in cui Francesco ammansisce un lupo feroce che spaventava la città – costituisce uno tra gli episodi più famosi della vita del Santo, sicuramente uno di quei momenti emblematici che hanno formato il nostro immaginario collettivo insieme alla predica agli uccelli. Oggi più che mai, questi due racconti toccano profondamente la nostra sensibilità, così attenta alla questione ecologica. Non a caso San Francesco è un modello attualissimo per la sua speciale capacità nel ristabilire rapporti equilibrati e integrati tra l’uomo e la natura.
Questa lettura contemporanea rischia di distrarci dal nucleo fondamentale della vicenda del lupo di Gubbio, che è essenzialmente politico: non si tratta, infatti, di aver pietà del lupo in quanto tale, ma in quanto escluso dalla città. La domanda sollevata dalla storia è solo apparentemente semplice: come integrare il diverso e l’escluso all’interno dei rapporti cittadini? È possibile e giusto effettuare una tale operazione con un lupo o l’unica soluzione di questa contrapposizione è la scelta oppositiva guidata dalla violenza?
Padre Pietro Maranesi rilegge la parabola di Francesco e il lupo evidenziando l’importanza del ruolo svolto dal “mediatore politico” nel suo tentativo di far superare al gruppo sociale le tensioni che normalmente nascono all’arrivo del “diverso”, giudicato come pericoloso per la tenuta del sistema socio-economico. E ci insegna che un buon mediatore politico è capace non solo di gestire le paure, in modo che non sfocino nella violenza, ma addirittura di trasformare quella novità in opportunità di vita a vantaggio dell’intera città.
Pietro Maranesi, frate cappuccino, è docente di dogmatica presso l’Istituto superiore di Scienze religiose di Assisi e di studi francescani presso l’Istituto Teologico di Assisi e all’Antonianum di Roma.
È autore di varie pubblicazioni tra le quali Facere Misericordiam: la conversione di frate Francesco (Porziuncola, 2007), La clausura di Chiara d’Assisi (Porziuncola, 2012), Figure del male. Questioni aperte sul “diabolo” (Cittadella 2017), La verità di Nicodemo (Cittadella, 2019) e Caro Leone ti scrivo (Messaggero 2020).