Leah Sharibu - Foto Copyright Aiuto alla Chiesa che Soffre - Italia

ACS: Rapimento di Leah Sharibu

Comunicato stampa della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre – Italia

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Portavoce dei familiari: le voci di conversione all’Islam sono false oppure «si tratterebbe di una conversione forzata»

Il reverendo Gideon Para-Mallam, pastore evangelico nigeriano e portavoce della famiglia Sharibu, ha commentato le voci secondo le quali Leah Sharibu avrebbe dato alla luce un bambino figlio di un comandante del gruppo islamista Boko Haram e si sarebbe conseguentemente convertita all’Islam. Don Para-Mallam, in un colloquio con Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha riferito che si tratta di affermazioni false o di una conversione forzata.

Leah Sharibu, studentessa minorenne cristiana, è stata rapita insieme ad altre 109 giovani il 19 febbraio 2018 da Boko Haram nel corso di un attacco ad una scuola privata della citta di Dapchi, nello Stato federale del Borno, nel nord-est della Nigeria. Alcune ragazze sono morte durante la prigionia. Un mese dopo le 101 studentesse sopravvissute sono state rilasciate, tranne Leah. Le ragazze liberate hanno testimoniato che Leah era l’unica cristiana del gruppo, che i terroristi le hanno imposto la conversione all’Islam e che lei ha rifiutato.

«Come può una ragazza 17enne, rapita quando aveva 14 anni, acconsentire al concepimento di un figlio insieme al suo rapitore? Ciò può essere solo il risultato di una violenza carnale. Non credo che Leah, alla sua età, abbia accettato di diventare madre. Il suo sogno era andare all’università. Se la forzano e la violentano non si può dire che abbia dato il proprio consenso», commenta il pastore.

Circa le voci di una presunta conversione all’Islam il reverendo Para-Mallam ha aggiunto: «Sappiamo che Leah ha deciso di restare dov’è a causa del convincimento della propria fede cristiana. Se Leah avesse voluto diventare una musulmana per ottenere la propria libertà avrebbe semplicemente rifiutato Cristo e sarebbe stata rilasciata il 21 marzo 2018, ma Leah ha rifiutato. Sfida dunque ogni logica affermare che ora sia diventata musulmana. Si tratterebbe di una conversione forzata che non può essere valida. Dobbiamo continuare ad operare e pregare affinché Leah sia liberata. Preghiamo anche per la sua famiglia. I genitori stanno attraversando una fase difficile. Ogni giorno mi ricordano che c’è un’anima preziosa a cui è negata la libertà, il suo diritto umano fondamentale».

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ZENIT Staff

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