Foto © Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI (2016)

Conferenza Stampa di presentazione delle iniziative della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI

Intervento di P. Federico Lombardi, S.I.

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Alle ore 11.30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione delle prossime iniziative della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI:
a) IX Edizione del “Premio Ratzinger” (con l’annuncio dei Premiati), il 9 novembre 2019, in Vaticano;
b) IX Simposio internazionale, sul tema: “La situazione economica, sociale e spirituale dei Paesi dell’Europa Centrale alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa”, in collaborazione con l’Università Cattolica ungherese “Pázmány Péter”, l’8 e il 9 ottobre 2019 a Budapest;
c) Seminario dal titolo “Le sfide della Regione Panamazzonica: cooperazione necessaria tra gli Organismi internazionali e la Chiesa cattolica e leadership etica”, che si svolgerà il prossimo 19 ottobre in Vaticano nel contesto dell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica (6-27 ottobre 2019).

Intervengono alla Conferenza Stampa l’Em.mo Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Membro del Comitato scientifico della Fondazione; Padre Federico Lombardi, S.I., Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione. Riportiamo di seguito l’intervento che P. Federico Lombardi pronuncia nel corso della conferenza stampa:

Intervento di P. Federico Lombardi, S.I.

Lo scopo di questa Conferenza Stampa è di presentare le principali attività della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI nel corso di questo autunno 2019. Ringrazio il Card. Ravasi, che presiede questa conferenza nella duplice qualità di Presidente del Consiglio della Cultura e di membro del Comitato scientifico della Fondazione Ratzinger.

Ricordo che la Fondazione è stata istituita nel 2010 con la finalità di promuovere studi e pubblicazioni sull’opera e sul pensiero di J. Ratzinger – Benedetto XVI, e più in generale di promuovere studi teologici e nelle discipline connesse. Le iniziative concrete indicate dallo Statuto vanno principalmente in tre direzioni:
1. premi per studiosi e lavori meritevoli;
2. convegni e incontri di studio e pubblicazioni;
3. Borse di studio per dottorandi.

Per quanto riguarda l’anno passato, ricordo in particolare l’importante Convegno internazionale sul tema: “Diritti fondamentali e conflitti fra diritti”, realizzato qui a Roma in collaborazione con l’Università LUMSA in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo (15-16.11.2018). Di esso sono in corso di stampa gli Atti integrali in inglese con la Franciscan University Press (Steubenville, USA), ma successivamente se ne prevede anche la pubblicazione in italiano, dato che diverse relazioni sono state originalmente in italiano.

Ora abbiamo già iniziato un autunno denso di iniziative che presentiamo appunto quest’oggi. L’iniziativa più importante e nota di cui dobbiamo parlare è naturalmente il Premio Ratzinger, che giunge alla sua IX edizione.

I premiati vengono proposti al Papa Francesco dal Comitato scientifico (costituito da 5 membri: i Cardinali A. Amato, K. Koch, G. Ravasi, L. Ladaria e dal Vescovo di Regensburg, Mons. Rudolf Voderholzer) e da lui approvati. Come perlopiù era avvenuto nelle edizioni precedenti, quest’anno i premiati sono due.

Il primo è una celebrità internazionale: il Prof. Charles Margrave Taylor. Nato a Montréal il 5 novembre 1931, ha compiuto i suoi studi accademici presso la McGill University di Montréal e poi all’Università di Oxford conseguendovi il dottorato in filosofia. Ha insegnato per alcuni anni ad Oxford, e per molti anni sia presso l’Université de Montréal sia presso la McGill University, anch’essa di Montréal, di cui è professore emerito. Oltre alla storia della filosofia si è dedicato soprattutto alla filosofia politica e alla filosofia delle scienze sociali. I suoi contributi più noti riguardano le aree del comunitarismo, del cosmopolitismo e dei rapporti fra religione e modernità, in particolare la tematica della secolarizzazione, di cui è considerato uno degli studiosi più autorevoli. Fra le sue opere più notevoli si possono ricordare: Sources of the Self (1989); A Secular Age (2007); The Language Animal (2016). Ha ricevuto molti riconoscimenti e premi internazionali. È cattolico, partecipa a numerosi convegni e dibattiti, ed ha anche partecipato a un incontro nell’ambito del “Cortile dei Gentili” sul tema “La piazza e il tempio”.

Il secondo è un teologo africano: il Prof. Paul Béré. Originario del Burkina Faso, ma nato il 28 marzo 1966 in Costa d’Avorio, ha compiuto la sua prima formazione filosofica e teologica in Burkina Faso ed è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1990, dove ha continuato i suoi studi, che si sono completati con il dottorato all’Istituto Biblico di Roma. Dal 2007 ha insegnato Antico Testamento e lingue bibliche all’Istituto Biblico di Roma e all’Istituto teologico dei Gesuiti ad Abidjan (Costa d’Avorio) e ha condotto diversi progetti importanti per lo sviluppo della teologia in Africa (ad es. colloqui internazionali e incontri di esegeti in terra africana, costituzione della prima facoltà teologica dei Gesuiti in Africa, avvio di una rivista per la promozione della ricerca teologica africana). Ha collaborato come esperto a diversi Sinodi dei Vescovi ed è stato consultore della Segreteria generale del Sinodo (2009-2014). Dal 2018 è membro dell’ARCIC, la Commissione internazionale per il dialogo con la Chiesa anglicana. È anche membro di diverse associazioni di teologi, fra cui naturalmente l’Associazione dei teologi africani (ATA) e l’Associazione panafricana degli esegeti cattolici. Per una presentazione più approfondita lascio la parola al Cardinale Ravasi.

La scelta dei due premiati è in continuità con la linea di allargamento di orizzonti culturali costantemente perseguita dal Comitato Scientifico della Fondazione. Quest’anno si è voluta privilegiare la filosofia nella sua riflessione sulla fede nel mondo contemporaneo e si è voluta mettere in evidenza la teologia africana, con la sua missione importantissima per l’inculturazione del Vangelo e la missione di evangelizzazione nel continente africano. Con i nuovi premiati, i Premi Ratzinger assegnati diventano in tutto 20, di 14 Paesi e 4 Continenti diversi. Il conferimento del Premio è previsto per il 9 novembre nel Palazzo Apostolico, come nelle edizioni precedenti, da parte del Papa Francesco.

Un’importante iniziativa ormai imminente è il IX Simposio internazionale di studio promosso dalla Fondazione. Quest’anno avrà luogo a Budapest, nei giorni 8-9 ottobre, in collaborazione con la Università cattolica ungherese “Pázmány Péter”, e sarà dedicato al tema impegnativo: “La situazione economica, sociale e spirituale dei Paesi dell’Europa Centrale alla luce della Dottrina sociale della Chiesa”. Il luogo e il tema – di evidente attualità nel contesto europeo odierno – sono stati scelti in occasione del 30° anniversario della Caduta del Muro di Berlino. I Relatori rappresenteranno diversi Paesi dell’area centroeuropea (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Ucraina…), ma proverranno anche dall’Europa occidentale. La prima Relazione fondamentale sarà tenuta dal Card. Péter Erdö (arcivescovo di Esztergom-Budapest), la seconda da S.E. Roland Minnerath (Arcivescovo di Digione e Accademico pontificio), la terza dalla Prof.sa Hanna Suchocka (già Primo Ministro della Polonia e Accademica pontificia). Fra gli altri Relatori si segnalano il Presidente dell’Accademia pontificia delle Scienze Sociali, Prof. Stefano Zamagni, e il prof. Hans Joas (dell’Università Humboldt di Berlino). Il Programma è a disposizione dei giornalisti.

È imminente anche un’altra iniziativa promossa della nostra Fondazione, e questa del tutto nuova, cioè un Seminario, che si inserisce nel contesto del Sinodo per l’Amazzonia, e avrà luogo nel pomeriggio del sabato 19 ottobre, aperto a tutti, ma indirizzato soprattutto ai partecipanti al Sinodo. Il Seminario si intitola: “Le sfide della regione panamazzonica: cooperazione necessaria tra gli Organismi internazionali e la Chiesa cattolica e leadership etica”. Esso mira a fare incontrare alti funzionari della FAO e dell’IFAD con i membri del Sinodo, in modo da approfondire il ruolo delle Organizzazioni Internazionali nel far fronte ai problemi dell’Amazzonia, e ciò nella prospettiva della leadership responsabile, etica, di fronte ad essi sia da parte ecclesiale, sia da parte laica. L’iniziativa è organizzata evidentemente d’accordo con la Segreteria del Sinodo, ma anche in collaborazione con l’Osservatore della Santa Sede presso le Organizzazioni internazionali presenti a Roma (FAO, IFAD, PAM), con l’Istituto “Razón abierta”, e gode dell’appoggio della Fondazione Templeton, nell’ambito di un progetto che mira alla formazione alla “Leadership etica” (Virtuous Leadership) e che prevede anche altre iniziative in corso di preparazione. Alla sessione degli interventi seguirà un Concerto offerto ai sinodali e agli altri partecipanti da un’orchestra e coro provenienti dalla Bolivia (Coros y Orquestra Palmarito & Urubichà), che arricchirà la serata con il suo contributo artistico. Il programma e l’invito sono a disposizione dei giornalisti.

Ma vi sono anche altre iniziative importanti su cui vogliamo riferire perché molto espressive dell’impegno della Fondazione. Una è già nota, e si tratta del Premio “Razón abierta – Ragione aperta”, in collaborazione con l’Università spagnola Francisco de Vitoria, che è giunto quest’anno alla terza edizione e di cui è già stata lanciata nei giorni scorsi la quarta per il prossimo anno. Il Premio è intitolato “Ragione aperta” perché ispirato a un’idea centrale nel pensiero di Joseph Ratzinger. Egli insiste infatti sulla necessità di avere una visione ampia e aperta della ragione e del suo esercizio nella ricerca della verità e della risposta alle domande più profonde sull’umanità e sul suo destino. Questa idea è fondamentale per il dialogo fra la Chiesa e la cultura moderna, e fra le scienze e la filosofia e la teologia, e lo è quindi anche per il modo di pensare l’università e la sua funzione. L’iniziativa per questo Premio era stata proposta dall’Università Francisco de Vitoria e la nostra Fondazione vi ha aderito volentieri. Come forse ricorderete, la cerimonia di premiazione delle prime due edizioni si era svolta a Roma, alla fine del mese di settembre, presso l’Accademia delle Scienze. Quest’anno invece si è svolta a Madrid proprio nei giorni scorsi (il 19 settembre) nel contesto di un importante Convegno internazionale di studio con lo stesso titolo: “Razón abierta” (19-21 settembre), per solennizzare il 25° della Università Francisco de Vitoria.

I lavori pervenuti entro il mese di aprile 2019 all’attenzione della Giuria internazionale – redatti in inglese o in spagnolo – sono stati circa 150, provenienti da più di 100 università di molti differenti Paesi. Vari e molto diversi gli argomenti dei lavori: scienze giuridiche, economiche e sociali; scienze della comunicazione; scienze fisiche, biologiche, ambientali, biomediche e della salute; ingegneria e architettura; scienze umanistiche, filosofia e teologia. Tre i lavori vincitori scelti dalla Giuria, riunitasi a Madrid il 17 luglio scorso: due nella sezione “Ricerca” e uno nella sezione “Docenza”. I vincitori per la ricerca sono stati: Marta Bertolaso (del Campus Biomedico di Roma): “Filosofia del cancro. Una visione dinamica e relazionale” (Philosophy of Cancer. A Dynamic and Relational View), uno studio profondo e originale sulla necessità di una visione unitaria e integrale della persona umana per una comprensione corretta della malattia e della sua cura; Robert D. Enright (dell’Università del Wisconsin, Madison, USA): “Terapia del perdono. Una guida empirica per superare l’ira e ricostruire la speranza” (Forgiveness Therapy: An Empirical Guide for Resolving Anger and Restoring Hope), uno studio molto approfondito, ampio e costruttivo, sul tema della psicologia del perdono. Il premio per la docenza è stato attribuito all’opera di Bruno Dick (dell’Università del Manitoba, Canada) per “Innovazioni nell’insegnamento e Corso introduttivo al Management” (Innovations in Teaching and Introductory Course in Managenement), per l’originale e approfondita impostazione della formazione manageriale in particolare nelle sue dimensioni etiche. Come nelle scorse edizioni sono state attribuite anche due menzioni speciali di merito nella Sezione ricerca. Riguardano l’opera di Mary Hirschfeld (della Villanova University, Pennsylvania USA): “L’Aquinate e il mercato. Verso una economia umana” (Aquinas and the Market. Toward a Humane Economy) una approfondita visione critica dei criteri guida dell’economia moderna in base all’insegnamento tomista; e un affascinante itinerario attraverso la storia della cultura umana sul rapporto fra la scienza e le domande ultime dell’uomo, proposto da Andrew Briggs e Roger Wagner (dell’Università di Oxford): “La curiosità penultima: come la scienza ‘nuota’ nella corrente delle domande ultime” (Penultimate Curiosity: How Science swims in the Slipstream of Ultimate Questions). Confesso che la lettura di queste opere (e di quelle degli altri 10 finalisti!) è stata per i giurati assai impegnativa, ma davvero affascinante, spaziando nella ricerca di senso e di questioni fondamentali in campi così vari e attualissimi come la medicina, la sociologia, l’economia, i rapporti fra scienza e religione, fino alla formazione manageriale.

Permettetemi di osservare due cose importanti:
1) La terza edizione ha confermato la tendenza a una crescita del livello qualitativo dei lavori presentati: i candidati si rendono ben conto della qualità richiesta ai loro lavori.
2) È cresciuto l’impegno per promuovere un collegamento e una rete fra i numerosissimi ricercatori che si sono manifestati interessati all’idea dell’esercizio della “Ragione aperta”, e quindi per continuare, non solo con le nuove edizioni del Premio, ma anche con lo sviluppo di piattaforme di dialogo fra i partecipanti, come è avvenuto nel recente importante Convegno di studio di Madrid – contestualmente alla premiazione –, con numerosi relatori, fra cui in particolare i premiati, in dialogo sulle loro opere con professori e ricercatori.

La nuova piattaforma digitale in cui vincitori e finalisti del Premio mettono a disposizione della comunità scientifica le loro ricerche ha il seguente indirizzo: https://expandedreasonawards.org. Un’altra iniziativa completamente nuova della Fondazione, che è ancora in fase di avvio, ma che darà i suoi primi risultati sperati nella primavera prossima, è l’istituzione di un nuovo Premio, intitolato “Ratio et spes – Ragione e speranza”, in collaborazione con l’Università Nicolò Copernico di Toruń, in Polonia. Toruń è infatti la bellissima e storica città polacca patria di Nicolò Copernico. In questo caso l’Università con cui si collabora non è un’Università cattolica, ma statale, al cui interno vi è una Facoltà di teologia. I contatti con le autorità accademiche di questa università sono stati coltivati già da almeno due anni, grazie alla esistenza di un “Centro Ratzinger”, collegato alla nostra Fondazione, operante presso una Scuola superiore universitaria della vicina città di Bydgoszcz. Tenendo conto della buona esperienza realizzata con il Premio “Razón abierta”, si è quindi voluta avviare un’iniziativa analoga come spirito – cioè favorire il dialogo fra scienze, filosofia e teologia – ma con modalità proprie, concordate specificamente con il Rettorato dell’Università di Toruń. Il Premio riguarderà dunque ogni anno un campo specifico diverso.

In questo primo anno riguarda lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e delle sue applicazioni, le possibilità ma anche gli interrogativi che esso pone per l’umanità odierna. La giuria del Premio non sarà permanente, ma composta ogni anno da specialisti riconosciuti nel campo scelto, rappresentativi di diverse università, non solo polacche, ma anche estere. Il gruppo degli esperti che compongono la giuria (16 in questa prima edizione) dovrà esso stesso candidare le opere o gli articoli scientifici ritenuti più adatti (dedicando attenzione particolare, anche se non esclusiva, all’area culturale europea centroorientale), e successivamente svolgerne la selezione e proporre la scelta del vincitore al Comitato scientifico del Premio, di cui fanno parte i rappresentanti delle Autorità accademiche dell’Università di Toruń, i rappresentanti della Fondazione Ratzinger e delle Diocesi di Toruń e Bydgoszcz. Il Premio verrà assegnato in occasione della Festa dell’Università Nicolò Copernico, a Toruń, il 19 febbraio, che è anche la Giornata della scienza in Polonia.

Con questa nuova iniziativa la Fondazione si propone di raggiungere due obiettivi principali: Sviluppare il suo compito di promozione del dialogo interdisciplinare sui grandi temi del dibattito culturale odierno non solo nelle aree “occidentali” (come sta avvenendo con il Premio “Razón abierta”), ma anche nelle aree culturali dell’Europa centrale-orientale. Avviare una collaborazione culturale non solo con istituzioni cattoliche, ma anche statali, facilitando così il dialogo e la collaborazione nell’ambito universitario al di là dei limiti delle istituzioni caratterizzate confessionalmente. Se si tiene conto anche della assegnazione annuale di Borse di studio per dottorandi, della partecipazione a incontri, pubblicazioni, interviste sulla figura e il pensiero di Benedetto XVI, si può avere un’idea dell’impegno complessivo della Fondazione nel perseguire i suoi compiti culturali in diverse direzioni e con attenzione ai problemi attuali della Chiesa e della società del nostro tempo. Grazie per l’attenzione.

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ZENIT Staff

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