Udienza ai Membri della Fondazione “Centesimus Annus – Pro Pontifice” (26/05/2018) - Foto @ Vatican Media

Premio Internazionale "Economia e società" promosso dalla Fondazione "Centesimus Annus – Pro Pontifice"

Cerimonia di conferimento – Discorso del Cardinale Segretario di Stato

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Si è svolta questa mattina [29 maggio 2019], presso il Palazzo della Cancelleria in Vaticano, la Cerimonia di conferimento del Premio Internazionale “Economia e società” promosso dalla Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontefice, assegnato in questa quarta edizione al libro “Aquinas and the Market. Toward a Humane Economy” della Prof.ssa Mary L. Hirschfeld. Pubblicato di seguito il discorso che l’Em.mo Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha pronunciato in occasione della Cerimonia:
Discorso dell’Em.mo Card. Pietro Parolin
Eminenza,
Eccellenze,
Prof.ssa Mary L. Hirschfeld,
Sig.ra Presidente della Fondazione Centesimus Annus- Pro Pontifice, Dott.ssa Anna Maria Tarantola,
Sig. Segretario Generale, Dott. Eutimo Tiliacos,
Distinti membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione,
Signore e Signori,
Ringrazio vivamente la Presidente della Fondazione Centesimus Annus e le altre autorità per l’onore concessomi di intervenire nella cerimonia di premiazione del volume Aquinas and the Market, Towards a Humane Economy, della Prof.ssa Mary L. Hirschfeld. Desidero, innanzitutto, congratularmi con la Prof.ssa Hirschfeld per la scelta del tema, che è di grande importanza per la Dottrina Sociale della Chiesa e, più in generale, per la costruzione di un’economia più umana, per lo sforzo compiuto nella sua elaborazione, nonché per la particolare ottica in cui ha cercato di mettere a fuoco i grandi principi del pensiero economico moderno occidentale. Infatti, il pensiero di Tommaso di Aquino è sempre presente e vivo nella scienza teologica e in tutto il Magistero pontificio, anche in quello sociale, ma spesso non lo si mette in rapporto con i concetti base dell’economia moderna. Grazie a Internet, risulta facile comprovare che l’opera ha suscitato un vivace dibattito accademico. Vorrei, da parte mia, limitarmi a commentare sommariamente alcuni aspetti che mi hanno colpito per la loro sintonia con la catechesi sociale di Papa Francesco. I miei commenti vorrebbero essere, inoltre, un incoraggiamento a ulteriori sviluppi della ricerca e dello scambio scientifico in merito. Comincerei accennando a tre elementi dell’opera in rapporto con il Magistero pontificio più recente:
1) la discussione della teoria della scelta razionale dell’economia neoclassica [termine tecnico: neoclassical rational choice theory] in rapporto con alcuni contenuti dell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium;
2) la questione della monetizzazione dei rapporti umani, trattata dalla medesima Esortazione apostolica e dall’Enciclica Laudato Si’; e
3) il concetto metafisico di natura umana secondo San Tommaso, diverso del concetto di natura umana del manistream economico, e la presenza di tale concetto nella Costituzione Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II.
Indicherò poi alcuni spunti addizionali.
Nel N. 54 dell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium il Papa usa un linguaggio pastorale assai “forte”, affermando che “alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, … non è mai stata confermata dai fatti…” Continua poi, al N. 55, che “la crisi mondiale che investe la finanza e l’economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo…. La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano!”
La Prof.ssa Hirschfeld mette in evidenza il rischio delle teorizzazioni economiche di promuovere un riduzionismo antropologico e lo contrappone alla concezione di uomo dell’Aquinate. Tale contrapposizione tra un concetto riduttivo dell’uomo e la sua vocazione alla trascendenza serve per capire l’ampio respiro delle critiche e delle proposte del Papa in materia politica ed economica e per cogliere il loro inserimento nella più autentica tradizione del pensiero patristico e medievale, magnificamente sintetizzato da San Tommaso di Aquino. Infatti il Papa, e con lui tutta la Dottrina Sociale della Chiesa, parte da un concetto integrale di uomo, la cui felicità si realizza non nelle opzioni di consumo, ma nell’effettiva apertura e nella condivisione con gli altri e nel vero amore a Dio. L’opera ora premiata offre una base teorica, filosofica ed economica, per approfondire e sviluppare tali insegnamenti della Chiesa, e creare logiche economiche che riflettano un concetto integrale di uomo.
Per la Prof.ssa Hirschfeld il riduzionismo antropologico si radica nel pragmatismo eticopolitico radicale – cita esplicitamente Machiavelli – cioè in una visione dell’uomo tendenzialmente limitata alle sue passioni animali, per cui, per ragionare politicamente e, quindi, anche economicamente, bisogna prendere gli uomini come sono di fatto e non come dovrebbero essere. Un secondo aspetto di tale riduzionismo antropologico consiste nell’eccessiva valorizzazione degli interessi dei singoli, per non dire dei loro comportamenti egoistici, che risulterebbero trasformati dal mercato in risultati positivi. Si opera un ulteriore riduzionismo intellettuale nel considerare che l’unico comportamento umano significativo per il pensiero economico è la massimizzazione del beneficio, inteso soprattutto in opzioni di consumo e ottenuto fondamentalmente tramite gli scambi di mercato. È noto che tali presupposti teorici sono serviti per rappresentare, tramite proposizioni logiche formali e formule matematiche, il funzionamento dei mercati e l’evoluzione dell’economia, nonché per formulare pronostici economici di provata utilità politica. Tuttavia, se, come spesso accade, essi si impongono quale unica logica di analisi sociale, tendono ad eliminare dal pensiero politico ogni considerazione aliena ad una efficienza teorica del mercato, concepita preponderantemente in termini di stabilità monetaria e di libertà delle opzioni di consumo. Buona parte del lavoro della Prof.ssa Hirschfeld spiega i limiti della convivenza di queste tesi con la visione tomistica dell’uomo e della società, convivenza assai difficile quando tali tesi sono prese in termini assoluti o quando si confondono i modelli analitici con la realtà delle cose.
Papa Francesco afferma ancora nel N. 55 dell’Evangelii Gaudium, che “una delle cause di questa situazione [le ingiustizie e deficienze dell’odierno assetto economico mondiale] si trova nella relazione che abbiamo stabilito con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predomino su di noi e sulle nostre società. Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,1-35) ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro…” L’opera della Prof.ssa Hirschfeld, nel mettere a fuoco le differenze tra la concezione del denaro di Tommaso d’Aquino e quella generalizzata nel mondo odierno, offre elementi anche per capire la continuità del pensiero di Papa Francesco con quello del Santo.
Il capitolo 5 “Economic Life as Ordered to Happiness”, espone la distinzione che l’Aquinate fa tra la vera felicità o vita buona, che consiste nell’esercizio delle virtù, e la falsa speranza di una felicità consistente nell’avere sempre più beni materiali. Così, per il Dottore Angelico, l’avidità, anche se coordinata dal mercato, tende sempre alla deificazione del denaro, perché sostituisce l’ansia di Dio del cuore umano con il miraggio dell’infinito accesso ai beni materiali. Inoltre, l’avidità, nell’ intrecciarsi con le possibilità di dominare il creato offerta dalla tecnologia, oltre a produrre l’illusione di avere i poteri di Dio (beninteso che ciò vale soltanto per quelli che hanno acceso ad ingenti quantità di denaro) produce una visione unidimensionale di tutte le relazioni umane, che vengono intese soltanto in termini di quantificazione monetaria. L’autrice risalta allora ulteriori coincidenze tra il Dottore Angelico e gli insegnamenti del Papa, citando letteralmente il N. 107 dell’Enciclica Laudato Si’, sotto il titolo The consequences of Adopting the Logic of Profit Maximization: “Possiamo perciò affermare che all’origine di molte difficoltà del mondo attuale vi è anzitutto la tendenza, non sempre cosciente, a impostare la metodologia e gli obiettivi della tecnoscienza secondo un paradigma di comprensione che condiziona la vita delle persone e il funzionamento della società. Gli effetti dell’applicazione di questo modello a tutta la realtà, umana e sociale, si constatano nel degrado dell’ambiente, ma questo è solo un segno del riduzionismo che colpisce la vita umana e la società in tutte le loro dimensioni. Occorre riconoscere che i prodotti della tecnica non sono neutri, perché creano una trama che finisce per condizionare gli stili di vita e orientano le possibilità sociali nella direzione degli interessi di determinati gruppi di potere. Certe scelte che sembrano puramente strumentali, in realtà sono scelte attinenti al tipo di vita sociale che si intende sviluppare” (p. 158).
Parallelamente, in vari passaggi, l’opera ora premiata fa vedere come l’Aquinate mette in risalto il rapporto della creazione con il Creatore e in particolare il rapporto dell’uomo con Dio come punto di partenza teologico e filosofico dell’analisi di ogni agire umano. L’uomo, creatura e immagine di Dio, solo in Dio può trovare la sua pienezza e felicità. I beni creati, quindi, sono strumentali per raggiungere l’unione con Dio, in questa terra e poi definitivamente in Cielo. L’uomo, tuttavia, non è solo creatura e immagine di Dio, ma è chiamato a diventare, tramite il battesimo, figlio di Dio nel Figlio, Gesù Cristo, e a trovare la sua pienezza in Lui e con Lui. Se la valutazione dell’agire umano non può prescindere dalla sua vocazione alla comunione con Dio, nemmeno può prescindere dalla luce di Gesù Cristo. Quindi, anche se non esplicitamente citato, qui ritroviamo il N. 22 della Costituzione Pastorale Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II, la quale afferma che “solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione… Egli è «l’immagine dell’invisibile Iddio» (Col. 1,15) (29) è l’uomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio, resa deforme già subito agli inizi a causa del peccato….Poiché in lui la natura umana è stata assunta, senza per questo venire annientata per ciò stesso essa è stata anche in noi innalzata a una dignità sublime.”
Mi si consenta ancora alcune ulteriori considerazioni. I riferimenti alla virtù della prudenza – auriga virtutum – compaiono spesso nell’opera e non potrebbe essere diversamente, attesa l’impostazione teologica e antropologica di San Tommaso di Aquino. Per lui, e anche per la Dottrina Sociale della Chiesa, una azione politica e economica armonica, che promuova il raggiungimento dei fini dell’uomo ovvero, detto in termini più attuali, il suo sviluppo umano integrale, richiama l’agire prudente dei cittadini e dei governanti. Inoltre il rapporto tra cittadini ed economia è mediato sempre dalla prudenza politica, o, purtroppo, dall’imprudenza politica. Sembra, finalmente, una necessità urgente trovare norme etiche per le moderne attività finanziarie, la cui comprensione e gestione esige specifiche competenze tecniche. Di fronte al giudizio di San Tommaso sul credito, tendenzialmente negativo perché utilizza un concetto molto stretto di usura, si tende a relativizzare la sua autorità perché le odierne circostanze economiche sono mutate molto rispetto al secolo XIII. Tuttavia, atteso il rigore logico e metodologico dell’Aquinate, a partire da Dio e da una visione trascendente dell’uomo, sarebbe da domandarsi se la sua visione moralmente rigorosa del credito non offre indirizzi di pensiero anche per le finanze odierne. Anche qui sarebbe opportuno sviluppare un dialogo tra teologia e economia.
L’opera della Prof.ssa Hirschfeld segnala alcune coincidenze delle conclusioni che si desumono dal pensiero di Santo Tommaso con quelle di economisti che si rifanno ad altre tradizioni religiose, come l’indiano Amartya Sen. È nota l’esistenza di conclusioni comuni a Amartya Sen e a Aristotele, nonostante siano separati da più di duemila anni. In tal senso, si potrebbe aggiungere che Tommaso d’Aquino non nutre soltanto il suo pensiero da Aristotele, ma anche, e molto, da Sant’Agostino e da pensatori di scuola platonica, quale lo Pseudo-Dionisio, o da filosofi arabi, come Avicenna e Averroè. Lo studio dei rapporti tra il pensiero del Dottore Angelico e il moderno pensiero economico, così ben sviluppato dall’opera premiata, potrebbe perciò diventare un fecondo campo di dialogo interreligioso e culturale, nonché di influsso comune delle varie religioni sulla realtà sociale. Il trattato Aquinas and the Market, Towards a Humane Economy, offre l’opportunità per riavviare con forza un rinnovato studio degli aspetti sociali e antropologici del pensiero tomista contemporaneo. Penso in particolare a Jacques Maritain, ma ci sono tanti altri studiosi recenti che hanno approfondito concetti di base quale la partecipazione e l’analogia, i quali potrebbero avere conseguenze per un dialogo teologia-economia. Parimenti, sarebbe desiderabile studiare i rapporti teologia-scienza economica dall’ottica degli sviluppi antropologici e sociali di filosofi cristiani di altre scuole, come Paul Ricœur. Oppure chiamare in causa il personalismo di Karol Wojtyla/Giovanni Paolo II o il pensiero teologico e filosofico di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Tutto ciò, ovviamente, non può essere l’obiettivo di una opera singola.
La Prof.ssa Hirschfeld, comunque, mettendo rigorosamente a fuoco alcuni aspetti del pensiero di San Tomaso, è riuscita ad offrire un modello consistente di dialogo economia-teologia, che schiude un ampio panorama scientifico. Sono sicuro che l’autrice è consapevole che il suo libro si inserisce in una ricca tradizione culturale e che servirà a rinnovare e rafforzare con saldi elementi filosofici e teologici il dibattito sull’odierno assetto economico e politico mondiale. Ringrazio vivamente quindi, anche a nome di Sua Santità Francesco, la Professoressa Mary L. Hirschfeld per l’ottimo lavoro compiuto e la incoraggio vivamente a continuare queste linee di ricerca e di docenza, che possono fare molto bene, prima negli ambiti accademici e poi in quelli politici. Sono sicuro che riuscirà a farlo di modo significativo. Ritengo anche altamente opportuna la decisione della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice di premiare Aquinas and the Market, Towards a Humane Economy, e sono pure certo che la Fondazione continuerà ad impegnarsi nel promuovere un pensiero sociale cristiano di alto spessore scientifico e capace di dialogare validamente con gli ambiti accademici ed universitari. Dal momento che San Tommaso è un teologo, Dio è molto presente in tutta l’opera della Prof.ssa Hirschfeld, ma in realtà è sempre presente in tutte le attività di donne e uomini di buona volontà – accademici, politici, economisti ed altri operatori sociali – che cercano sinceramente la verità e il servizio del prossimo, e lavorano per costruire un mondo più giusto e pienamente rispettoso della dignità umana. Grazie a tutti.

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ZENIT Staff

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