“E’ stato un viaggio utile, è stato un viaggio interessante, è stato un viaggio costruttivo.” Con questo parole il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha riassunto al suo rientro in Vaticano il viaggio che ha compiuto dal 21 al 24 agosto in Russia.
“Credo che il bilancio di questo viaggio sia un bilancio sostanzialmente positivo e quindi ovviamente i miei sentimenti sono sentimenti di gratitudine al Signore”, ha detto il porporato in un’intervista esclusiva rilasciata ai media della Segreteria per la Comunicazione, condotta da Alessandro Gisotti.
Si è potuto infatti realizzare il programma che era stato stabilito, “tenere gli incontri previsti [..] sia a livello delle autorità civili sia con il presidente Putin che con il ministro degli Esteri Lavrov e poi con i vertici della gerarchia della Chiesa ortodossa russa, cioè il Patriarca Kirill e il metropolita Hilarion”, ha aggiunto il cardinale, il quale ha sottolineato il clima “di cordialità”, “di ascolto” e “di rispetto”, che hanno caratterizzato gli incontri.
Parolin ha rivelato anche di aver sentito appena dopo il suo rientro papa Francesco per “fargli un po’ un brevissimo, sintetico resoconto sia dei contenuti che dei risultati del viaggio” e per trasmettergli i saluti affidatigli da tutte le parti. Il Papa — ha detto il segretario di Stato — “è molto, molto attento a tutte le occasioni di dialogo che possano esserci” e “a valorizzare tutte le occasioni di dialogo”. “E’ molto contento quando si fanno dei passi in avanti in questa direzione.”
Incontro con Kirill
Per quanto riguarda l’incontro con il patriarca di Mosca e di Tutte le Russie, Kirill, il “numero 2” vaticano ha sottolineato “questo nuovo clima, questa nuova atmosfera che si è instaurata negli ultimi anni” tra le due Chiese, che ha conosciuto un momento “particolarmente significativo e di forte accelerazione” anche grazie allo storico incontro tra il Patriarca e il Papa avvenuto nel febbraio del 2016 a L’Avana, Cuba.
Parolin ha ricordato anche l’impatto molto positivo della recente ostensione delle reliquie di san Nicola di Bari — uno dei Santi più venerati in Russia — a Mosca e a San Pietroburgo. “Ho notato da parte degli interlocutori ortodossi come siano stati colpiti da questa esperienza”, “ma nel senso che proprio sono stati colpiti dalla fede e dalla religiosità del popolo”, ha detto il porporato, osservando che l’esposizione ha spinto i non praticanti ad avvicinarsi alla Chiesa. “E’ stato veramente un evento grandioso”, così ha dichiarato.
Per quanto riguarda il futuro, anche se rimangono ancora “temi un po’ spinosi” da risolvere, occorre “esaurire le potenzialità” aperte da questa nuova fase, rafforzando la cooperazione tra le due Chiese “in vari ambiti, a vari livelli”, “dalla collaborazione culturale – quella accademica – a quella umanitaria”. Di fronte ai numerosi conflitti che sono in corso nel mondo, le due grandi Chiese possono secondo Parolin “davvero esercitare un’opera umanitaria incisiva ed efficace.
Ucraina
Si è parlato anche dell’Ucraina, un tema “che non poteva non essere trattato”. L’Ucraina, ha detto Parolin, “è una delle questioni di grande preoccupazione per la Santa Sede”, sulla quale il Papa si è pronunciato “varie volte”. Occorre “cercare di vedere, di valutare se c’erano alcuni passi concreti che si potessero fare verso una soluzione duratura e giusta del conflitto”, in particolare per quanto riguarda i temi umanitari, come quello della liberazione dei prigionieri. Potrebbe — ha detto il segretario di Stato — “ridare un po’ l’impulso a tutto il processo, anche politico, per uscire da questa situazione di stasi”.
Putin
Il porporato ha definito l’incontro a Sochi, sul Mar Nero, con il presidente russo “cordiale” e “rispettoso”, durante il quale sono stati abbordati tutti i temi che stavano a cuore, dal Medio Oriente alla situazione in Siria e alla questione dei cristiani perseguitati, un’attenzione “che tendiamo ad allargare a tutti i gruppi religiosi — naturalmente — e a tutte le minoranze, cercando di coinvolgere anche i musulmani”.
Parolin ha spiegato che il messaggio che ha voluto trasmettere è “che la Russia, per la sua posizione geografica, per la sua storia, per la sua cultura, per il suo passato, per il suo presente, ha un grande ruolo da giocare nella comunità internazionale, nel mondo” e quindi “ha una particolare responsabilità nei confronti della pace”.
Cattolici russi
Nell’intervista, il cardinale segretario di Stato si è anche soffermato sul suo incontro con la comunità cattolica locale. “E’ stato possibile — così ha detto — conoscere un po’ più da vicino la realtà, la vita, della comunità cattolica in Russia, le sue gioie, le sue speranze, ma anche le sfide e le difficoltà che si trova ad affrontare”, tra cui la questione della restituzione dei beni ecclesiastici confiscati ai tempi dell’URSS.
Ripercorrendo i momenti salienti del suo viaggio, Parolin ha menzionato la visita alle Suore di Madre Teresa a Mosca e la Messa celebrata con i cattolici locali in una cattedrale dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria “gremita”, nonostante fosse un normale giorno della settimana. “Credo — ha osservato il porporato — che siano venuti soprattutto per esprimere il loro attaccamento al Papa e il fatto di essere membri della Chiesa universale.”
Concludendo l’intervista, Parolin si è dichiarato “impressionato” dalla sua visita serale alla Cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore, fatta saltare in aria su ordine di Stalin nel dicembre del 1931 ma ricostruita a partire dal 1990. Hanno voluto “sradicare completamente la fede dal cuore dei credenti ed eliminare ogni segno della presenza di Dio e della Chiesa in quella Terra”, ha detto Parolin, ma non ci sono riusciti, “perché Dio è più grande dei progetti degli uomini”.
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Card. Pietro Parolin (agosto 2017) - Foto © CTV -OSSERVATORE ROMANO
Parolin: “Un viaggio utile, interessante, costruttivo”
Intervista esclusiva rilasciata dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ai media della Segreteria per la Comunicazione