Papa Francesco & Aung San Suu Kyi, 4 maggio 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa Francesco & Aung San Suu Kyi, 4 maggio 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Myanmar e Bangladesh: voci persistenti di un viaggio del Papa in autunno

Una delegazione vaticana sta visitando i due Paesi asiatici

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Voci persistenti indicano che papa Francesco potrebbe recarsi alla fine di novembre di quest’anno in Myanmar (Birmania) e in Bangladesh. La Sala Stampa della Santa Sede non ha confermato né smentito queste voci.
Secondo quanto riferito ieri, mercoledì 23 agosto 2017, dall’agenzia stampa UCANews (“Union of Catholic Asian News”), il Papa dovrebbe visitare il Myanmar a partire dal 27 novembre, per trasferirsi in Bangladesh il 30 novembre, dove dovrebbe rimanere tre giorni.
Secondo le informazioni di UCANews, una delegazione vaticana sta visitando in questi giorni la capitale birmana Yangon (nota anche come Rangoon) per stabilire i dettagli del viaggio con la Conferenza Episcopale del Paese. Il cardinale arcivescovo di Yangon, Charles Bo, creato cardinale da papa Francesco nel 2015, ha incontrato con alcuni vescovi il comandante in capo dell’esercito birmano, il generale Min Aung Hlaing, per discutere dell’organizzazione della visita e parlare delle prospettive di pace per il Paese.
Il Papa — così sostiene UCANews —  dovrebbe celebrare due Messe in Myanmar, una nella nuova capitale Naypyidaw (dal 2005) e una nella capitale precedente, Yangon. Il Pontefice dovrebbe incontrare oltre al presidente del Myanmar, Htin Kyaw, anche il ministro degli Affari Esteri nonché Premio Nobel per la Pace 1991, Aung San Suu Kyi. Sarebbe la prima visita in assoluto di un romano Pontefice al Paese asiatico.
Papa Francesco è stato invitato dal presidente Htin Kyaw e dai vescovi locali in occasione del 500° anniversario dell’arrivo del cattolicesimo in Birmania, celebrato nel 2014.
La delegazione vaticana dovrebbe poi raggiungere la capitale del Bangladesh, Dhaka, dove il Papa potrebbe ordinare 16 nuovi sacerdoti e incontrare vari leader politici e rappresentanti di altre religioni. Secondo fonti locali, l’annuncio del viaggio dovrebbe avvenire entro la fine del mese di agosto.
Appelli del Papa per i Rohingya
Il viaggio in Myanmar avverrebbe quindi appena sei mesi dopo l’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica dell’Unione del Myanmar e la Santa Sede, lo scorso 4 maggio, avvenuto in occasione della seconda visita della Aung San Suu Kyi in Vaticano. E neppure due settimane fa, il 12 agosto scorso, il Papa nominato il primo nunzio nel Paese asiatico, mons. Paul Tschang In‑Nam.
Nel corso dei mesi il Pontefice ha rinnovato i suoi appelli a favore della minoranza musulmana dei rohingya in Myanmar, perseguitati in patria ma anche respinti da altri Paesi. Durante l’udienza generale di mercoledì 8 febbraio 2017, Francesco aveva dichiarato che i rohingya “è gente buona, gente pacifica. Non sono cristiani, sono buoni, sono fratelli e sorelle nostri, è da anni che soffrono”.
Anche nella sua omelia del 19 maggio 2015 a Santa Marta e poi nell’agosto dello stesso anno il Papa si era pronunciato sul dramma dei “boat-people” Rohingya. “Quando arrivano in un porto o su una spiaggia, danno loro un po’ d’acqua o un po’ da mangiare e li cacciano via sul mare. Questo è un conflitto non risolto, e questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere”, aveva dichiarato il Pontefice durante il suo incontro con il Movimento Eucaristico Giovanile (MEG) nell’estate 2015.
Secondo i dati dell’“Arakan Project” — un’organizzazione umanitaria che difende i diritti dei rohingya –, dal 2010 circa 100.000 membri della minoranza sono fuggiti dal Myanmar via mare. Scontri tra buddisti radicali e Rohingya hanno provocato dal 2012 più di 200 vittime e 140.000 sfollati. Le autorità del Myanmar ritengono che i rohingya siano immigrati illegali provenienti dal … Bangladesh.
Una maggioranza musulmana
Per quanto riguarda quest’ultimo Paese, la visita di papa Francesco arriverebbe 31 anni dopo quella di Giovanni Paolo II (nel novembre 1986). L’islam, che è religione di Stato in Bangladesh, viene professato da circa il 90% della popolazione, mentre l’induismo è praticato da circa l’8% e il restante 2% professa altre religioni. I cristiani sono circa l’1% della popolazione, di cui circa la metà è cattolica.
Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, che ha visitato il Paese nel 2011, ha definito il Bangladesh un “esempio” di coesistenza tra diverse credenze e fedi religiose, “un modello unico di comunità e di armonia religiosa”.
Durante il Concistoro del 19 novembre 2016, papa Francesco ha creato il primo cardinale della storia del Bangladesh, mons. Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dhaka. (pdm)

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Anne Kurian-Montabone

Laurea in Teologia (2008) alla Facoltà di teologia presso l'Ecole cathedrale di Parigi. Ha lavorato 8 anni per il giornale settimanale francese France Catholique" e participato per 6 mese al giornale "Vocation" del servizio vocazionale delle chiesa di Parigi. Co-autore di un libro sulla preghiera al Sacro Cuore. Dall'ottobre 2011 è Collaboratrice della redazione francese di Zenit."

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