Preghiera / Pixabay CC0 - Himsan, Public Domain

Tutto è dato ad una fede salda, anche trasformare la storia

Pregare non è stare fuori i confini di quanto ci accade attorno

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L’uomo spesso non riconosce la sua forza di fede e si abbandona ad una visone della vita ristretta, ancorata a teorie e filosofie che vengono rigorosamente dal pensiero degli uomini. La cosa buffa è che molti strateghi della politica e dell’economia sono convinti che questo loro modo di essere è anche a tutela da una religione come quella cattolica, che come le altre confessioni “circuisce” la libertà dell’uomo. Certo c’è da dire che quest’ultima non è più definita l’oppio dei popoli, ma guardata come una “arma” in mano a pochi eletti per influenzare a proprio piacimento il destino di una massa di persone inermi.
Si continua così a confondere la purezza della Parola del Signore con le vicende che nel tempo alcune volte hanno visto anche la Chiesa, “mescolarsi” in modo del tutto discutibile ad una qualsiasi alta categoria del mondo finanziario o dell’arte di governo. Nel vangelo non c’è scritto che tutto ciò sarà mai possibile! Fuori dalla sua verità ognuno perciò ne risponde per la propria persona, non di certo per l’universalità di quei valori che mantengono una collaudata fondatezza eterna nella loro non negoziabilità. Essere cattolici autentici e quindi cristiani di fede nella nostra realtà sociale, significa testimoniare quotidianamente la Parola senza alcuna esitazione.
Un’altra precisazione che va fatta, evitando magari di arrossire, è che proprio la fede trova nella preghiera la sua formula diretta per rivolgersi a Dio. Pregare non è stare fuori i confini di quanto ci accade attorno, se mai è il modo sicuro per contribuire a migliorare e trasformare la storia per l’affermazione concreta del benessere comune. Fede e preghiera sono due facce della stessa medaglia. Tutto questo indica che ogni cosa ha le radici nel cuore di ognuno. Non quindi un uomo succube ad un Dio utilizzato in terra da una nuova generazione di farisei, ma interlocutore privilegiato dell’Altissimo nel momento in cui eleva la sua richiesta di aiuto verso il cielo.
Ma il Signore concede a tutti il miracolo richiesto? Scrive il mio maestro spirituale: “Cristo Signore è pronto ad esaudire ogni desiderio dell’uomo, sempre che non sia immorale e non conforme con la Legge eterna del suo regno, a condizione che il richiedente creda con viva fede e profonda convinzione che nulla è impossibile a Cristo Gesù. Quando queste due condizioni vengono poste, ogni miracolo è operato e ogni grazia accordata. Le conseguenze dell’agire di Gesù sono per noi una pesante, anzi pesantissima responsabilità.
Questo significa che tutto è dal nostro cuore. Il nostro cuore può modificare, trasformare, cambiare la storia del mondo o lasciarla così come essa è, consumata dall’egoismo, dall’idolatria, dall’immoralità, da ogni disordine spirituale, dalle infinite guerre di falsità e ignoranza. Tutti i grandi santi hanno creduto che il Signore tutto avrebbe concesso alla loro fede e profonda convinzione e hanno trasformato la storia”. Sfuggire a questa verità porta ad indebolire il cammino umano, attrezzato senz’altro a fare grandi cose, ma nello stesso tempo più volte incastrato all’interno di quanto costruito, almeno sulla carta, per il bene collettivo.
Bisogna pertanto riscoprire l’umiltà di considerare l’Umanità e quindi sé stessi dono del Creatore, a cui si è direttamente connessi. È la fede potente della donna cananea, pur pagana, a salvare la figlia indemoniata da diversi anni. La sua forza, la sua determinazione, la sicurezza di trovarsi davanti a colui che è in grado di esaudire la richiesta fatta ad alta voce, fanno di questa donna un esempio straordinario. Si tratta di un modello per tutti coloro che spesso esibiscono il titolo di credenti, ma che in realtà non permettano a Cristo Gesù di compiere il miracolo atteso e che Lui è pronto a concedere, se pieni di fede non alterata.
La donna qui citata, menzionata nel capitolo XV del vangelo di Matteo, nonostante il momentaneo distacco di Gesù non si arrende e risponde con determinazione alle parole del Messia, quando cerca di spiegarle che lei non fa parte del popolo eletto. La risposta della madre disperata viene a quel punto interpretata come l’attestazione più alta di fede che si potesse mai professare: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita». La fede e la preghiera, anche se viviamo l’era tecnologica più avanzata, rimangono il binario su cui far viaggiare la locomotiva del nostro tempo, per trasformare nel bene la storia che ci passa dinanzi.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidiochiarella@gmail.com. Sito personale: www.egidiochiarella.it. Per seguire la sua rubrica su Tele Padre Piohttps://www.facebook.com/troppaterraepococielo
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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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