Papa & cardinali, 27 giugno 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

“Nonni chiamati a sognare e dare il nostro sogno alla gioventù”

Omelia di papa Francesco in occasione del 25° della sua ordinazione episcopale

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Niente gerontocrazia, ma nonni, “nonni chiamati a sognare e dare il nostro sogno alla gioventù di oggi: ne ha bisogno.” Lo ha sottolineato oggi, martedì 27 giugno 2017, papa Francesco nella sua omelia della Messa per il 25° della sua ordinazione episcopale, concelebrata nella Cappella Paolina in Vaticano assieme ai cardinali presenti a Roma.
“Questo è ciò che oggi il Signore chiede a noi: di essere nonni”, ha proseguito il Papa, cioè “di avere la vitalità di dare ai giovani, perché i giovani lo aspettano da noi; di non chiuderci, di dare il nostro meglio.”
Per la sua riflessione papa Francesco ha preso spunto dal racconto della chiamata di Abramo, che è immagine della chiamata di ogni battezzato, di ogni cristiano.
Colpisce che Dio abbia chiamato Abramo quando egli aveva già una certa età, anzi quando “aveva più o meno la nostra età”, cioè l’età di “quella vecchiaia che porta i dolori, le malattie”, ha osservato il Pontefice.
E ciononostante Dio ha chiamato Abramo, come se fosse “un giovanotto, alzati, vai, vai!”, ha proseguito Jorge Bergoglio, che all’inizio della sua omelia si è soffermato sui tre imperativi rivolti da Dio ad Abramo: “alzati!”, “guarda!” e “spera!”.
Questo triplice comando — ha suggerito il Papa — segna “la strada che deve percorrere Abramo e anche il modo di fare, l’atteggiamento interiore”, e quindi in un modo o nell’altro segna la via e l’atteggiamento interiore di ogni battezzato.
Come Abramo, ogni cristiano deve quindi “alzarsi”, perché abbiamo un compito, una missione, che dobbiamo compiere in cammino. Abramo infatti si è messo a camminare, abbandonando le sue sicurezze, portando con sé una tenda, la quale è “il simbolo” di questa chiamata, di questo camminare, ha detto il Pontefice, spiegando il primo imperativo.
Il secondo imperativo, “guarda!”, è un invito a guardare l’orizzonte. “Più si va avanti, sempre c’è più lontano l’orizzonte”, ha dichiarato Francesco, che ha esortato tutti a spingere lo sguardo “in avanti”, “verso l’orizzonte”.
Il terzo ed ultimo imperativo, “spera!”, è quello rivolto da Dio “ad un uomo anziano”, che “sia per la sua età sia per la sterilità della moglie” non poteva avere eredità, cioè di sperare nella promessa di una discendenza numerosa come le stelle del cielo.
“E Abramo credette, e il Signore glielo accreditò come giustizia”, ha affermato Francesco, osservando che proprio “nella fede di Abramo incomincia quella giustizia che [l’apostolo] Paolo porterà più avanti nella spiegazione della giustificazione”.
Cliccare qui per leggere il testo completo.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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