In un comunicato pubblicato oggi, lunedì 26 giugno 2017, la Santa Sede esprime la sua “grave preoccupazione” in seguito alla sparizione di mons. Pietro Shao Zhumin, vescovo di Wenzhou, nella provincia cinese dello Zhejiang.
Nella nota la Santa Sede auspica un suo ritorno e sottolinea la necessità di avviare dei “cammini di intendimento”. La diocesi di Wenzhou non ha più notizie del presule dal 18 maggio scorso.
“La Santa Sede segue con grave preoccupazione la situazione personale di mons. Pietro Shao Zhumin, vescovo di Wenzhou, forzatamente allontanato dalla sua sede episcopale ormai da tempo”, così si legge nel comunicato vaticano. Il presule cinquantaquattrenne è diventato vescovo della diocesi dopo il decesso del suo predecessore nel settembre scorso.
“La comunità cattolica diocesana e i familiari non hanno notizie né sui motivi del suo allontanamento né sul luogo dov’egli è trattenuto”, prosegue il direttore della Sala Stampa, Greg Burke.
“La Santa Sede, profondamente addolorata per questo e per altri simili episodi che purtroppo non facilitano cammini di intendimento, auspica che mons. Pietro Shao Zhumin possa ritornare quanto prima in Diocesi — dichiara il portavoce vaticano — e che gli sia garantito di svolgere serenamente il proprio ministero episcopale.”
“Siamo tutti invitati a pregare per Mons. Shao Zhumin e per il cammino della Chiesa in Cina”, così finisce il comunicato.
Secondo l’agenzia “Eglises d’Asie” (EDA), della Società per le Missioni Estere di Parigi (MEP), il vescovo di Wenzhou è sparito dalla circolazione da quando è stato “invitato” il 18 maggio scorso ad un colloquio da funzionari del Buro locale per gli Affari Religiosi. Da quel momento, il presule non è apparso più in pubblico.
Il 22 maggio ha fatto sapere di avere bisogno di vino da Messa, ma il cellulare risultava irraggiungibile. Secondo fonti locali, il presule sarebbe ancora a Wenzhou, in una residenza della polizia.
Secondo l’agenzia EDA, la situazione della diocesi di Wenzhou potrebbe essere considerata “emblematica” per quanto riguarda gli sforzi da parte della Santa Sede per favorire l’unità delle comunità “clandestine” e “ufficiali” della Chiesa locale, sforzi poco graditi da parte delle autorità cinesi.
In un tentativo di favorire l’unità delle due due comunità cattoliche, Roma aveva nominato nel 2007 vescovo di Wenzhou un rappresentante della Chiesa “ufficiale”, mons. Vincent Zhu Weifang, scegliendo però come coadiuttore un membro del clero “clandestino”, don Shao Zhumin.
Dopo la morte di mons. Zhu, il 7 settembre scorso, suo successore, mons. Shao, ha dovuto subire continue “interferenze” da parte delle autorità civili nella vita della Chiesa, riporta EDA (pdm)
Wenzhou / Wikimedia Commons - Pascal3012, CC BY-SA 3.0
Cina: la Santa Sede chiede il rilascio di mons. Shao
“Da tempo” non si ha più notizia alcuna del vescovo di Wenzhou