Quando papa Francesco visiterà martedì prossimo Barbiana, in Toscana, in occasione del 50° della morte di don Lorenzo Milani (1923-1967), fondatore della scuola di Barbiana, il Pontefice colmerà le ferite con la Chiesa. Lo ha detto il saggista Francesco Gesualdi, allievo di don Milani alla scuola di Barbiana.
La visita del Papa è “un riconoscimento ufficiale per tutto quello che ha fatto don Milani” e “colma una serie di ferite che nel tempo ci sono state proprio nei rapporti con l’autorità ecclesiastica, soprattutto quella locale”, ha dichiarato Gesualdi in un’intervista con l’emittente Tv2000, che andrà in onda domani, sabato 17 giugno 2017.
Attaccato e messo in questione per i suoi metodi educativi innovativi, don Milani “dentro la Chiesa ci voleva stare perché ne aveva bisogno, ne aveva bisogno per il perdono dei peccati”, spiega Gesualdi, il quale aggiunge, che questo era “il motivo per cui all’interno della Chiesa poteva essere giudicato estremamente rivoluzionario e al tempo stesso obbedientissimo”.
Per don Milani il riconoscimento della Chiesa era importante “perché si rendeva conto che l’essere messo ai margini dalla Chiesa allontanava i suoi parrocchiani e questo per lui era una sofferenza”.
“Che l’amore fosse la sua regola di vita traspare da tutti i suoi scritti”, prosegue il saggista, anzi il suo amore era “l’amore di un padre e nessuno ha mai dubbi sull’amore di un padre”.
Gesualdi respinge anche l’accusa che don Milani avesse un atteggiamento discriminatorio verso le donne. “Posso dire assolutamente ‘no’”, così afferma. “E’ un fatto che a Barbiana le ragazze fossero poche: il problema era che le famiglie non davano importanza all’istruzione delle giovani e quindi non le mandavano a scuola”. (pdm)
Don Milani, Barbiana / © donlorenzomilani.it
A Barbiana, il Papa va a colmare le ferite con la Chiesa
Riflessione di un allievo di don Milani