Cristo / Pixabay CC0 - fcovaquero, Public Domain

Rilanciare il “vero senso” della vita umana

Attualizzare la Parola non significa snaturarla, ma renderla viva nel contesto in cui si opera

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La misericordia di Dio, che segue l’uomo in ogni istante per portarlo alla rinascita interiore, ha bisogno della conversione dei cuori per attivare in modo stabile la connessione tra terra e cielo. Il vangelo è lo strumento che mette a disposizione di ognuno le strade sicure da percorrere, se si vuole godere della vita eterna e rivoluzionare nel bene quella terrena. La misericordia divina non è però una “corriera” che offre la possibilità di violare o cambiare a proprio uso e consumo l’itinerario tracciato dalle beatitudini e dai comandamenti.
Essa di sicuro non mancherà mai a chiunque la invochi, anche se dovesse trovarsi in difficoltà nel rientrare nei confini del perimetro evangelico. Ma lo sconfinato amore di Dio, se da una parte accompagna l’uomo per poterlo salvare, dall’altra non di certo è pronto a coprire le irriverenze alla Parola e alla natura umana, rimaste illese sino all’ultimo distacco. Il giudizio finale non ha sconti per nessuno, perché maturato esclusivamente a causa delle libere scelte individuali e collettive e non per un insufficiente atto misericordioso del Creatore.
C’è oggi la tendenza a presentare un Dio che non esclude dal suo regno alcuno, anche se ha ferito i principi assoluti della natura e ha profanato le differenze umane, negando di fatto l’essenza ontologica e naturale della creazione. È chiaro che anche a chi “sporca” l’essenza naturale e divina della persona non gli mancheranno le possibilità, come succede a chi sceglie e segue la Parola, di redimersi e salvarsi. Cosa succede invece a colui che rifiuta la conversione, senza smettere di denigrare il vangelo?
È quest’ultimo che per sua volontà rinuncia alla misericordia di Dio, perdendo l’accesso al Suo regno. Alla luce della singolare frase corrente: “I tempi oggi sono cambiati”, si possono variare i valori non negoziabili? Può la teoria gender trasformare le linee naturali e antropologiche? Si può decidere autonomamente, per sé o per gli altri, quando staccare la spina della vita? È possibile riplasmare la creazione omologando ogni cosa e facendo della diversità un modello superato da livellare in ogni sua articolazione?
Interrogativi a cui rispondere con un diniego dovrebbe essere una normalità, ma non è più così. I nuovi interpreti del vangelo sono ormai in grado di variarlo, per renderlo funzionale a tutti quegli atti capaci di capovolgere l’insegnamento di Gesù. Attualizzare la Parola non significa snaturarla, ma renderla viva nel contesto in cui si opera. Una coerenza che non permette di cancellare quei principi universali, in grado di garantire un mondo attraversato da mille paure ed infinite incertezze.
Non si possono quindi inserire nella lettura attuale del vangelo elementi estranei ad esso, perché si rischia di trasformarlo in qualcosa di diverso. Scrive il mio maestro spirituale: “Il Vangelo va letto con il Vangelo e interpretato con il Vangelo. Se noi mettiamo in esso un solo elemento estraneo, concorriamo alla sua alterazione. È come se in una formula matematica lunga un chilometro, cambiassimo un solo segno, mettessimo un più dove vi è un meno. Tutto il risultato risulterebbe falso. Se si dovesse costruire qualcosa, tutta la costruzione risulterebbe priva di consistenza.
La stessa legge vale per la chimica, la fisica, ogni altra scienza. Eppure oggi il cristiano è come se si dilettasse ad aggiungere elementi estranei al Vangelo. Un solo segno modificato, modifica tutto il Vangelo. Una sola falsa interpretazione corrompe tutta la sua verità”. L’uomo deve solo mettersi d’accordo con sé stesso e decidere se scegliere il Signore come “re” della sua vita o rifiutarlo, consegnandosi a certe teorie mondane.
È sempre l’uomo che, avendo avuto dei doni divini in prestito, dovrà stabilire se metterli a frutto, come le monete (Lc 19,11-27) lasciate dal padrone ai suoi servi prima di partire per un Paese lontano.  È certo che alla fine, dopo aver scelto nella libertà personale quanto si è fatto, bisognerà rendere conto a Dio. L’intera esistenza non è altro che il tempo a disposizione per chiunque voglia rivedere la sua vita e conformarla al vangelo. Anche l’agire del Signore sulla terra è finalizzato alla conversione e santificazione dei cuori caduti nel peccato.
Ognuno si può salvare! Lasciata la terra si interrompe ogni possibilità di rinnovarsi dentro, rimanendo con il proprio carico positivo o negativo accumulato negli anni. In proposito ci viene ancora in aiuto il mio maestro spirituale:
“Si entra nell’eternità così come si è: Giusti, ingiusti, iniqui, idolatri, immorali, santi, peccatori, pii, empi, malvagi, buoni, cattivi, perfetti nella giustizia o imperfetti. Ci presenteremo al cospetto del nostro Giudice, il solo Giudice, Gesù Signore, e da Lui riceveremo il giudizio secondo le nostre opere. Questa è verità essenziale del Vangelo. Se questa verità è tolta, abrogata, cancellata, non esiste più il Vangelo”.
Non accettare questa verità significa falsare la realtà quotidiana, a favore di un mascherato benessere interiore ed esteriore che abitua l’uomo a fingere con sé stesso. Il vangelo non nasce per turbare i cuori, ma per metterli in sicurezza permanente. Sta qui la chiave di volta necessaria a rilanciare il “vero senso” della vita umana, riportandola non al centro fittizio, ma a quello reale dell’esistenza terrena. Crediamoci!

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidiochiarella@gmail.com. Sito personale: www.egidiochiarella.it. Per seguire la sua rubrica su Tele Padre Pio: https://www.facebook.com/troppaterraepococielo
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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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