Il lavoro per i giovani e il bene comune, nonché la crisi migratoria, la famiglia e la “laicità positiva”. Questi i temi principali affrontati da papa Francesco nel suo discorso pronunciato sabato 10 giugno nel corso della visita al Palazzo del Quirinale a Roma, dove è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.
Durante la visita di restituzione di quella compiuta da Mattarella in Vaticano il 18 aprile 2015, Francesco ha reso infatti omaggio a “quella peculiare forma di laicità” all’italiana, chiamandola con le parole del papa emerito Benedetto XVI “positiva” e descrivendola come “non ostile e conflittuale, ma amichevole e collaborativa, seppure nella rigorosa distinzione delle competenze proprie delle istituzioni politiche da un lato e di quelle religiose”.
“Guardo all’Italia con speranza”, ha assicurato Francesco. Una speranza che è “radicata nella memoria grata verso i padri e i nonni, che sono anche i miei”, così ha detto Jorge Bergoglio, ricordando che le sue radici sono in Italia.
Ma non mancano le sfide, che l’Italia — e “l’insieme dell’Europa” — deve affrontare, dal terrorismo internazionale al fenomeno migratorio e alla difficoltà delle giovani generazioni di accedere a un “lavoro stabile e dignitoso”. Questo “contribuisce ad aumentare la sfiducia nel futuro e non favorisce la nascita di nuove famiglie e di figli”, ha osservato il Pontefice, il quale ha ribadito il suo appello “a generare e accompagnare processi che diano luogo a nuove opportunità di lavoro dignitoso”. “Le nuove generazioni hanno il diritto di poter camminare verso mete importanti e alla portata del loro destino”, ha sottolineato.
“Mi rallegra però rilevare che l’Italia, mediante l’operosa generosità dei suoi cittadini e l’impegno delle sue istituzioni, e facendo appello alle sue abbondanti risorse spirituali, si adopera per trasformare queste sfide in occasioni di crescita e in nuove opportunità”, ha proseguito Francesco, che ha ricordato l’impegno dell’Italia in campo umanitario, in particolare l’accoglienza data ai profughi e agli immigrati, e in ambito internazionale a favore della pace e della sicurezza.
Al suo arrivo, dopo gli onori militari e l’esecuzione degli inni nazionali, il Papa e Sergio Mattarella hanno avuto un colloquio privato nello Studio alla Vetrata durato circa 20 minuti, prima dei discorsi ai rappresentanti delle più alte cariche dello Stato nel Salone dei Corazzieri e dell’incontro con circa 200 bambini provenienti dalle zone terremotate dell’Italia Centrale negli splendidi e verdeggianti giardini del Quirinale.
“Cari ragazzi e ragazze, grazie tanto di essere qui. Grazie tanto del vostro canto e del vostro coraggio”, ha detto il Papa, le cui parole a braccio sono state riportate dalla Sala Stampa vaticana. Francesco li ha esortati ad andare avanti con coraggio, “sempre su, sempre su!”. “E’ un’arte salire sempre”, ha spiegato il Papa, che ha ricordato un canto degli Alpini.
Durante la visita, c’è stato anche il consueto momento dello scambio dei doni. Il presidente della Repubblica ha donato al Pontefice un fermaglio di piviale realizzato dal “Nobil collegio degli orafi e argentieri di Roma”. Il dono di papa Francesco a Mattarella invece è stato un’icona datata fine XVII inizio XVIII secolo, raffigurante gli apostoli Pietro e Paolo, santi patroni di Roma.
Al suo congedo dal Quirinale, verso le 12.30, il Papa ha detto a Sergio Mattarella: “Preghi per me, io lo farò per lei”. Poi è salito sulla sua Ford blu per il ritorno in Vaticano.
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Visita al Quirinale, 10 giugno 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
Italia: la visita di papa Francesco a Sergio Mattarella
Tra i temi affrontati, il lavoro per i giovani, il bene comune e la laicità positiva