Lettura
Dopo numerose occasioni di confronto con le personalità religiose del tempo, Gesù trova finalmente un momento di tregua in uno scambio dal tono non polemico con uno degli scribi. Questi si avvicina al Maestro con un cuore aperto e disponibile. I maestri di Israele avevano elaborato 613 precetti, dei quali 248 positivi e 365 negativi. In questo intricato groviglio di norme, era assai difficile identificare quali erano le più importanti, e lo scriba lo domanda a Gesù.
Meditazione
Questo scriba ha sicuramente assistito alle precedenti discussione di Gesù con gli altri rappresentanti religiosi, e soprattutto all’ultima con i sadducei, a proposito della risurrezione dei morti. Egli ha molto apprezzato la sapienza e il senso del divino che traspariva nei pensieri e nei ragionamenti di questo Maestro. Egli coraggiosamente si espone ponendogli la domanda fondamentale: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Il Signore, che sa leggere nel profondo del cuore degli uomini, vede in lui finalmente sincerità, apertura e desiderio di trovare la verità, e non l’ipocrisia e la malignità dei farisei e dei sacerdoti. La sua è una risposta potremmo dire “da catechismo”, che ripete le parole di Deuteronomio 6,4-5. Cita la professione di fede che ogni buon israelita ripeteva tre volte al giorno, il noto “Shemà, Israel…”, “Ascolta, Israele”. La prima cosa che l’uomo deve fare di fronte al Signore è ascoltare. Ma pare che ascoltare non sia sempre la prima cosa che facciamo, sia nel rapporto con Dio sia nel rapporto con gli altri. Non sappiamo ascoltare, vogliamo sempre dire la nostra. Qualcuno ha osservato che, se abbiamo ben due orecchi e una sola bocca, vuol dire che dovremmo ascoltare il doppio di quanto parliamo. Ci fa bene ascoltare, perché così impariamo a metterci nei panni degli altri. E ascoltare Dio è fondamentale per potere scoprire la sua volontà. Molte volte ci lamentiamo del fatto che Dio non comunica con noi, non ci parla. Forse, invece, il problema è che non facciamo mai davvero silenzio, intorno e dentro di noi, e così non poniamo le condizioni per permettere a noi stessi di ascoltare veramente quello che egli sussurra al nostro cuore. Se la prima cosa che dobbiamo fare è ascoltare, la seconda è amare. Amare senza distinzioni, amare senza posa, amare bene e amare molto: amare Dio e amare il prossimo. Rivolto allo scriba, il Signore conclude: “Non sei lontano dal Regno di Dio”. E noi?
Preghiera
Signore, Dio di pace, che hai creato gli uomini, oggetto della tua benevolenza, per essere i familiari della tua gloria, apri ancor più i nostri spiriti ed i nostri cuori alle esigenze concrete dell’amore di tutti i nostri fratelli, affinché possiamo essere sempre più dei costruttori di pace.
Agire
Compirò un atto di carità cristiana verso uno dei miei fratelli, scorgendo in lui il volto di Dio.
Meditazione del giorno a cura di padre Miguel Angel Llamas, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Amare Dio e il prossimo — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Giovedì 8 Giugno, della IX Settimana del Tempo Ordinario