“È molto più importante renderci conto di quanto siamo amati da Dio, che non di quanto noi stessi lo amiamo!”. Lo ha detto papa Francesco rivolgendosi lunedì 5 giugno 2017 ai partecipanti ai Capitoli Generali dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, ricevuti in udienza nella Sala Clementina in Vaticano.
“Nella misura in cui siamo persuasi dell’amore del Signore, la nostra adesione a Lui cresce”, ha affermato il Pontefice, che ha chiesto inoltre ai membri delle due congregazioni fondate rispettivamente nel 1901 e nel 1910 dal sacerdote italiano Giuseppe Allamano (1851–1926) di prestare particolare attenzione a temi come “il dialogo con l’Islam, l’impegno per la promozione della dignità della donna e dei valori della famiglia, la sensibilità per i temi della giustizia e della pace”.
Ricordando i confratelli e consorelle “che hanno amato il Vangelo della carità più di sé stessi e hanno coronato il servizio missionario col sacrificio della vita”, papa Francesco ha esortato i partecipanti a “non stancarsi” di “portare conforto a popolazioni che sono spesso segnate da grande povertà e da sofferenza acuta, come ad esempio in tante parti dell’Africa e dell’America Latina”. “Lasciatevi continuamente provocare dalle realtà concrete con le quali venite a contatto — ha dichiarato il Santo Padre — e cercate di offrire nei modi adeguati la testimonianza della carità che lo Spirito infonde nei vostri cuori”.
Riportiamo di seguito il testo integrale del discorso di papa Francesco.
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Cari Missionari e care Missionarie della Consolata,
sono lieto di accogliere insieme il ramo maschile e il ramo femminile della Famiglia religiosa fondata dal Beato Giuseppe Allamano, in occasione dei rispettivi Capitoli Generali. Vi saluto tutti con affetto e vi auguro che i vostri lavori capitolari si svolgano con serenità e docilità allo Spirito. Estendo il mio affettuoso saluto ai vostri confratelli e alle vostre consorelle che operano, spesso in condizioni difficili, nei diversi continenti, e li incoraggio a proseguire con generosa fedeltà nel loro impegno di missione ad gentes. Desidero ora offrirvi alcuni suggerimenti affinché questi giorni producano abbondanti frutti di bene nelle vostre comunità e nell’attività missionaria della Chiesa.
Voi siete chiamati ad approfondire il vostro carisma, per proiettarvi con rinnovato slancio nell’opera dell’evangelizzazione, nella prospettiva delle urgenze pastorali e delle nuove povertà. Mentre con gioia ringrazio il Signore per il bene che voi andate compiendo nel mondo, vorrei esortarvi ad attuare un attento discernimento circa la situazione dei popoli in mezzo ai quali svolgete la vostra azione evangelizzatrice. Non stancatevi di portare conforto a popolazioni che sono spesso segnate da grande povertà e da sofferenza acuta, come ad esempio in tante parti dell’Africa e dell’America Latina. Lasciatevi continuamente provocare dalle realtà concrete con le quali venite a contatto e cercate di offrire nei modi adeguati la testimonianza della carità che lo Spirito infonde nei vostri cuori (cfr Rm 5,5).
La storia dei vostri Istituti, fatta – come in ogni famiglia – di gioie e di dolori, di luci e di ombre, è stata segnata e resa feconda anche in questi ultimi anni dalla Croce di Cristo. Come non ricordare qui i vostri confratelli e le vostre consorelle che hanno amato il Vangelo della carità più di sé stessi e hanno coronato il servizio missionario col sacrificio della vita? La loro scelta evangelica senza riserve illumini il vostro impegno missionario e sia d’incoraggiamento per tutti a proseguire con rinnovata generosità nella vostra peculiare missione nella Chiesa.
Per portare avanti questa non facile missione, occorre vivere la comunione con Dio nella percezione sempre più consapevole della misericordia di cui siamo oggetto da parte del Signore. È molto più importante renderci conto di quanto siamo amati da Dio, che non di quanto noi stessi lo amiamo! Ci fa bene considerare anzitutto questa priorità dell’amore di Dio gratuito e misericordioso, e sentire il nostro impegno e il nostro sforzo come una risposta. Nella misura in cui siamo persuasi dell’amore del Signore, la nostra adesione a Lui cresce. Abbiamo tanto bisogno di riscoprire sempre l’amore e la misericordia del Signore per sviluppare la familiarità con Dio. Le persone consacrate, in quanto si sforzano di conformarsi più perfettamente a Cristo, sono, più di tutti, i familiari di Dio, gli intimi, coloro che trattano con il Signore in piena libertà e con spontaneità, ma con lo stupore di fronte alle meraviglie che Egli compie.
In questa prospettiva, la vita religiosa può diventare un itinerario di riscoperta progressiva della misericordia divina, facilitando l’imitazione delle virtù di Cristo e dei suoi atteggiamenti ricchi di umanità, per poi testimoniarli a tutti coloro che avvicinate nel servizio pastorale. Sappiate anche raccogliere con gioia i continui stimoli al rinnovamento e all’impegno che provengono dal contatto reale col Signore Gesù, presente e operante nella missione attraverso lo Spirito Santo. Ciò vi consentirà di essere operosamente presenti nei nuovi areopaghi dell’evangelizzazione, privilegiando, anche se ciò dovesse comportare dei sacrifici, l’apertura verso situazioni che, con la loro realtà di particolare bisogno, si rivelano come emblematiche per il nostro tempo.
Sull’esempio del vostro beato Fondatore, non stancatevi di imprimere nuovo impulso all’animazione missionaria. Sarà soprattutto il vostro fervore apostolico a sostenere le comunità cristiane a voi affidate, in particolare quelle di recente fondazione. Nello sforzo di riqualificazione dello stile del servizio missionario, occorrerà privilegiare alcuni elementi significativi, quali la sensibilità all’inculturazione del Vangelo, lo spazio dato alla corresponsabilità degli operatori pastorali, la scelta di forme semplici e povere di presenza tra la gente. Attenzione speciale meritano il dialogo con l’Islam, l’impegno per la promozione della dignità della donna e dei valori della famiglia, la sensibilità per i temi della giustizia e della pace.
Cari fratelli e sorelle, continuate il vostro cammino con speranza. La vostra consacrazione missionaria possa essere sempre più sorgente di incontro vivificante e santificante con Gesù e con il suo amore, fonte di consolazione, pace e salvezza per tutti gli uomini.
Auspico che gli orientamenti elaborati dai rispettivi Capitoli Generali possano guidare i vostri Istituti a proseguire con generosità sulla via tracciata dal Fondatore e seguita con eroico coraggio da tanti confratelli e tante consorelle. Invoco la celeste protezione di Maria, Regina delle Missioni, e del Beato Giuseppe Allamano, e di cuore imparto a tutti voi la Benedizione, estendendola all’intera Famiglia della Consolata.
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