Squadre di Juventus & Lazio, 16. Mai 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

“Essere testimoni di lealtà, onestà, concordia e umanità”

Udienza ai calciatori di Juventus e Lazio e ai dirigenti della Lega Nazionale Professionisti della Serie A

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Alla vigilia della finale di “Coppa Italia”, che si giocherà domani, mercoledì 17 maggio, allo Stadio Olimpico a Roma, il Papa ha ricevuto oggi in udienza nella Sala Clementina in Vaticano le squadre di calcio della Juventus e della Lazio, e i dirigenti della Lega Nazionale Professionisti della Serie A.
“Considerando il fascino e i riflessi che il calcio professionistico ha sulle persone, specialmente sui giovani, voi avete una notevole responsabilità”, ha affermato il Papa nel suo breve discorso incentrato sull’importanza dello sport nella società attuale.
“Coloro che sono considerati ‘campioni’ diventano facilmente figure di riferimento”, ha ricordato infatti il Pontefice, tifoso “devotissimo” della squadra di calcio argentina San Lorenzo de Almagro.
“Perciò ogni gara è una prova di equilibrio, di padronanza di sé, di osservanza delle regole. Chi, col proprio comportamento, sa dare prova di tutto ciò, diventa un esempio per i suoi ammiratori”, ha proseguito il Papa, mentre ha augurato ai giocatori di “Juve” e Lazio “di essere testimoni di lealtà, di onestà, di concordia e di umanità”.
Non è mancato nelle parole del Pontefice un riferimento a quell’altra faccia del calcio, cioè il tifo violento, che turba “il sereno svolgimento delle partite e il sano divertimento della gente”. “Auspico che, per quanto è in vostro potere, possiate sempre aiutare l’attività sportiva a rimanere tale e, grazie all’impegno personale di tutti, ad essere motivo di coesione tra gli sportivi e nell’intera società”, ha detto Francesco.
Nelle squadre finaliste giocano vari campioni argentini. Nella Lazio gioca Lucas Biglia, mentre nella squadra juventina brillano le stelle di Gonzalo Higuaín, detto “El Pipita”, e del giovane talento Paulo Dybala.
Riportiamo di seguito il testo completo del discorso.
***
Cari amici,
sono lieto di incontrarmi con voi alla vigilia della partita finale di “Coppa Italia”. Ringrazio il Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio per le sue cortesi parole; e mi congratulo con le due squadre, Juventus e Lazio, che, oltre a raggiungere ottimi risultati, sono molto amate dagli sportivi. Questo vi impegna ancora di più a testimoniare gli autentici valori dello sport.
Desidero, pertanto, ritornare brevemente con voi sull’importanza dello sport nel nostro tempo. Considerando il fascino e i riflessi che il calcio professionistico ha sulle persone, specialmente sui giovani, voi avete una notevole responsabilità. Coloro che sono considerati “campioni” diventano facilmente figure di riferimento. Perciò ogni gara è una prova di equilibrio, di padronanza di sé, di osservanza delle regole. Chi, col proprio comportamento, sa dare prova di tutto ciò, diventa un esempio per i suoi ammiratori. E’ quello che auguro ad ognuno di voi: di essere testimoni di lealtà, di onestà, di concordia e di umanità.
A volte negli stadi si verificano, purtroppo, episodi di violenza, che turbano il sereno svolgimento delle partite e il sano divertimento della gente. Auspico che, per quanto è in vostro potere, possiate sempre aiutare l’attività sportiva a rimanere tale e, grazie all’impegno personale di tutti, ad essere motivo di coesione tra gli sportivi e nell’intera società.
Vi ringrazio di cuore per la vostra visita e vi auguro di fare davvero una bella partita! Invoco su di voi, sui vostri familiari e sulle persone care la benedizione del Signore. E vi chiedo per favore di pregare per me.

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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