Barcellona-Villareal, 2009 - Wikimedia Commons

Papa: "Il calcio, antidoto contro l'individualismo"

Francesco, ricevendo in Udienza calciatori e dirigenti della squadra spagnola del Villareal, ha fatto un inno al “cameratismo” e alla “bellezza” del calcio

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Il calcio può essere un veicolo di educazione e di valori. Lo ha ribadito questa mattina, 23 febbraio 2017, Papa Francesco incontrando in Vaticano i calciatori e i dirigenti della squadra spagnola del Villareal, che stasera alle 19.00 affronterà allo Stadio Olimpico la Roma per la gara di ritorno dei sedicesimi di finale dell’Europa League.
Il Santo Padre ha ricordato che “il calcio, come gli altri sport, è l’immagine della vita e della società”. Dunque sul rettangolo verde, come in qualsiasi altro contesto, è essenziale il lavoro di squadra. “Se si gioca pensando al bene del gruppo, allora è più facile ottenere la vittoria”, ha osservato il Papa.
“Questo è possibile – ha aggiunto – se si agisce con spirito di cameratismo, lasciando da parte l’individualismo o aspirazioni personali”. Al contrario – ha detto ironicamente il Papa – quando un giocatore pensa soltanto a sé stesso, “noi in Argentina diciamo che gli piace ‘mangiarsi la palla’ da solo”.
D’altra parte quando i calciatori giocano allo stesso tempo “educano e trasmettono valori”, infatti “molte persone, specialmente giovani,  li ammirano e li osservano”. Il fatto che i calciatori trasmettano “un modo di essere a quelli che li seguono” – ha aggiunto – è “una responsabilità” che deve “motivarli a dare il meglio di se stessi” per concretizzare quei valori che il calcio rappresenta: “il cameratismo, lo sforzo personale, la bellezza del gioco, il gioco di squadra”.
L’altra caratteristica del “buon sportivo” cui ha posto l’accento il Papa è “la gratitudine”, che anche deve accompagnare la nostra vita, verso tutti quelli che ci hanno aiutato e senza i quali non avremmo ottenuto risultati.
“Sentire in questo modo – ha concluso il Santo Padre – ci aiuta a crescere come persone, perché il nostro ‘gioco? Non è solo il nostro, ma anche degli altri, che in qualche modo sono parte della nostra vita”.
Infine il Papa ha voluto rivolgere un pensiero particolare al ruolo del portiere, che “mi piace e mi aiuta”, ha commentato. “Perché – ha spiegato – deve bloccare la palla là dove viene calciata, non sa da dove arriverà.  E la vita è così”.

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ZENIT Staff

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