Duomo di Monreale - Wikipedia Commons

Duomo di Monreale. 750 anni dalla consacrazione della "chiesa più bella del mondo"

Così la definì Benedetto XVI, come ha ricordato alla celebrazione dell’anniversario l’Arcivescovo Pennisi. Presente anche il card. Bagnasco: “Splendore di bellezza iconografica”

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Si sono celebrati ieri, 26 aprile 2017, i settecentocinquanta anni dalla consacrazione della Cattedrale di Monreale. Simbolo di bellezza e di maestosità conosciuto in tutto il mondo, la sua storia è una sintesi significativa del crogiolo culturale che ha attraversato la Sicilia nei secoli e della sensibilità che la Chiesa aveva nel passato nei confronti dell’arte quale porta d’accesso al mistero di Dio.
Alla festa della Dedicazione, celebrata ieri, era presente, oltre all’arcivescovo mons. Michele Pennisi, il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco. I due prelati hanno posto l’accento sul valore artistico e contemporaneamente spirituale che assume questo patrimonio di bellezza.
La Cattedrale sorse in questo luogo alle porte di Palermo nel XII secolo, su volere del re di Sicilia Guglielmo II il Buono dopo che – narra la leggenda – gli apparve in sogno la Madonna. Egli si preoccupò affinché l’aspetto interno del Duomo fosse splendido, dotò dunque l’edificio di un mosaico dorato, poiché lo accostava all’animo dell’essere umano, come aspetto fondamentale dell’essere piuttosto che l’aspetto esteriore. Si preoccupò inoltre di favorire la diffusione del messaggio evangelico presso le persone semplici attraverso i preziosi cicli figurati tratti dalle Sacre Scritture.
Durante l’invasione araba della Sicilia, la Cattedrale metropolitana di Palermo, dedicata alla Santa Vergine Maria Assunta, venne trasformata in moschea. Da Roma, sede di Pietro, giunse in quella fase turbolenta l’appello al clero locale palermitano a proseguire la testimonianza in attesa di tempi migliori all’interno della piccolissima chiesa di Santa Ciriaca, nelle vicinanze di Monreale. Re Guglielmo II, dopo aver avviato la costruzione del monastero con annessa chiesa proprio “super Sanctam Kyriacam”, nel 1183 domandò ed ottenne da Papa Lucio III che la sede di Monreale fosse elevata a Chiesa arcivescovile metropolitana.
Il 25 aprile 1267, sotto il regno di Carlo d’Angiò, il Cardinale Rodolfo Grosparmi, vescovo di Albano e legato pontificio di Papa Clemente IV, consacrò in onore della Madonna la Chiesa Cattedrale di Monreale.
Nel celebrare l’anniversario di quell’evento, mons. Pennisi – riporta Monrealepress – ha chiamato questo un “luogo di bellezza similmente a quanto dichiarato da Papa Benedetto XVI che definì la nostra cattedrale come la più bella del mondo”. Sottolineando che “ogni cosa bella eleva ad una trascendenza a Dio”, il presule ha aggiunto: “Contemplare la serenità del duomo e l’abbraccio del Cristo pantocratore dona una sensazione di pace che auspichiamo possa riversarsi nella società siciliana”.
Il cardinale Bagnasco ha affermato che “questa è una grande festa per tutta la comunità cristiana, di questo luogo santo che rappresenta sintesi e armonia”. Il presidente dei vescovi italiani ammirando gli splendidi mosaici li ha chiamati “Biblia Pauperum”, cioè “una narrazione grafica per il popolo una volta analfabeta”, spiegando inoltre che queste bellezze servono ancora “per arrivare ad una forma di comunicazione attraverso un processo inverso di decodifica perché susciti nella gente il gusto di approfondire e interiorizzare il significato del messaggio di Cristo”.
Nel corso dell’omelia, Bagnasco ha detto che “il fascino di questa chiesa non cessa di stupire il mondo”, tanto che “l’istinto è quello di cadere in ginocchio non perché schiacciati, ma perché abbracciati da una sovraumana bellezza che sentiamo non essere nelle nostre mani, e che tuttavia avvertiamo come la nostra casa”.
“Sovraumana bellezza” che rischia però di sfuggire all’uomo moderno, che “ha perso il senso del mistero di Dio”, diventando “preda di segreti e misteri che, pur vuoti e ingannevoli, suggestionano”. Del resto – ha proseguito il porporato – “la storia testimonia che quando l’uomo si dichiara non credente diventa credulone, facile preda di ogni superstizione e bugia”.
Ecco allora che occorre “varcare la soglia di questa basilica” con animo aperto al mistero di Dio, per “entrare nell’anticamera del santuario, il cielo”. Ma questo – ha precisato Bagnasco – “sarebbe troppo poco se rimanesse fuori di noi, se le pietre, i colori, non entrassero nelle nostre anime”.

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Federico Cenci

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