Saint Francis of Sales in the Desert

Wikimedia Commons

San Francesco e il Papa: dall’espropriazione allo stupore

Un’ecologia dal volto umano consiste nel riconoscere che la Terra esercita nell’uomo un’attitudine materna, offrendogli sostentamento ma anche direzione e orientamento

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

La Laudato si’ è la prima enciclica dedicata interamente all’ecologia, tuttavia in essa papa Francesco da uno sguardo d’insieme a tale aspetto così che ne proviene un’indicazione per cogliere occasioni e sfide del presente e indicazioni per il futuro. La Pontificia Università Antonianum mediante un numero monografico della propria rivista Antonianum offre una serie di contributi di esperti onde approfondire gli aspetti salienti di tale documento mostrandone la peculiarità francescana. Di seguito un passo dell’articolo introduttivo a firma del direttore della stessa rivista, p. Giuseppe Buffon.
In verità, la fraternità universale cantata da Francesco d’Assisi, nel suo essere estesa a tutte le creature, fluisce dall’atto di espropriazione, che il figlio del mercante Pietro di Bernardone compie, non solo quando rinuncia alla ricchezza materiale del genitore, ma anche quando recide ogni vincolo di soggezione all’autorità dominativa del pater familias. E il dominio, infatti, a inquinare la relazione dell’uomo con i beni, con le creature e con gli stessi suoi simili, degradati alla condizione di oggetto: di manipolazione, di interesse, di calcolo e cosi via. L’esperienza dell’espropriazione libera Francesco dal vincolo ambivalente del dominio, rendendo il Santo cantore di una bellezza, che percepisce e fruisce solo chi e capace di ricusare possesso, saccheggio e manipolazione. L’espropriazione apre a Francesco lo spazio infinito della relazione gratuita, della fruizione ludica, della fraternita universale.
Questa la ragione della scelta di rendere la denuncia del dominio, che l’uomo esercita sul creato e sulle cerature, il leitmotiv dell’intero capitolo, consacrato dall’enciclica alla tradizione biblica, e che, operando una sorta di inclusione, esordisce con il riferimento a Francesco e termina con la citazione delle strofe del Cantico, consacrate al disegno della fraternita creaturale e delle corrispettive virtù ecologiche. Per il Poeta, non solo la natura non può considerarsi oggetto di dominio e sfruttamento da parte dell’uomo, ma ad essa deve anche riconoscersi dignità di madre e sorella dell’essere umano, che, unitamente alla natura, e originato dall’amorevole iniziativa di Dio. Francesco, che salva le creature dallo sfruttamento indiscriminato di un’umanità assetata di dominio, rappresenta, tuttavia, anche l’antidoto contro il pericolo della divinizzazione di una natura dominatrice. L’umanizzazione delle creature, infatti, non distoglie il Santo dalla consapevolezza della fragilità sia delle relazioni umane che di un corpo sociale ferito. Già araldo della pace evangelica, come ambasciatore della conciliazione universale inserisce nel Cantico la strofa sull’uomo perdonante, culmine della sua elegia alle creature.
Riferimenti impliciti, diretti o indiretti, alla virtus simbolica del Cantico si enucleano da tutti gli snodi fondamentali della riflessione pontificia. Per avallare, ad esempio, il concetto di connessione globale tra natura e uomo, fondamento dell’ecologia integrale e fulcro semantico dell’enciclica, il Papa ricorre, sebbene non in termini letterali, alla semantica del poema francescano: “Tutto e in relazione e tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore, che Dio ha per ciascuna delle sue creature e che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e alla madre terra”.
Anche il principio della subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni affonda le radici nella comunione universale, espressa dalla fraternità creaturale, postulata nel Cantico. L’appellativo di madre, attribuito alla Terra che perciò nutre e governa l’essere umano, rovescia il concetto di proprietà. Per Francesco, infatti, non è l’essere umano a dominare la Terra, esercitando su di essa un diritto di proprietà; al contrario, e la Terra a esercitare nei confronti dell’uomo un’attitudine materna, offrendogli non solo sostentamento, ma anche governo, direzione e orientamento.
***
Il sommario della rivista si può leggere qui.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione