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Ordine di Malta: si dimette il Gran Maestro. Arriva un Delegato pontificio

Fra’ Matthew Festing lascia la guida dei Cavalieri dopo la disputa con la Santa Sede per la defenestrazione del Gran Cancelliere. Ordine guidato ad interim dal Gran Commendatore fino alla nomina del Delegato Pontificio

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L’epilogo più ovvio di una vicenda burrascosa: fra’ Matthew Festing, Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, ha rassegnato le sue dimissioni a Papa Francesco. Lo conferma una nota della Sala Stampa vaticana in cui si legge che il Pontefice “ha accettato oggi tali dimissioni, esprimendo a fra’ Festing apprezzamento e riconoscenza per i sentimenti di lealtà e devozione nei confronti del Successore di Pietro e la disponibilità a servire umilmente il bene dell’Ordine e della Chiesa”. Fino alla scelta del nuovo Gran Maestro, l’Ordine sarà guidato ad interim dal Gran Commendatore, Ludwig Offmann von Rumerstein, numero due nella gerarchia. “Finché – si legge nella nota vaticana – verrà nominato il Delegato Pontificio”.

La notizia delle dimissioni di Festing era già stata anticipata, ieri sera, da un portavoce dell’organismo all’agenzia Reuters che, laconico, spiegava: “Il Papa gli ha chiesto di rinunciare e lui ha accettato”. Un atteggiamento remissivo da parte del Principe e Gran Maestro ben diverso rispetto a quello adottato negli ultimi mesi con lo scoppio della disputa tra l’Ordine e la Santa Sede. Ad accendere la miccia era stata la defenestrazione del Gran Cancelliere, Georg Freiherr von Boeselager, ritenuta da più parti – fuori e dentro l’Ordine – del tutto arbitraria.

Il capo d’accusa per Boeselager, tedesco, di discendenza nobile (il padre era il barone Boselager, generale che si oppose a Hitler e contribuì all’attentato del luglio 1944), era di aver chiuso un occhio, anni fa, alla distribuzione di preservativi contro l’Aids in alcuni paesi in via di sviluppo d’Africa e Asia da parte di una Ong che collaborava con i Cavalieri di Malta.

Un vero e proprio scandalo per il millenario Ordine che conta oggi circa 12 mila membri nel mondo, in maggioranza filo-tradizionalisti. Tuttavia, il Gran Cancelliere si è sempre difeso dicendosi all’oscuro dell’iniziativa e, anzi, di averla bloccata non appena avuto notizia. Ciò però non è bastato a chiedere la sua rimozione, soprattutto da parte del Patrono dell’Ordine di Malta, il cardinale statunitense Raymond Leo Burke, capofila dei contestatori di Papa Francesco, che alla luce dei fatti sembra il regista dell’intera vicenda.

Burke – quando ancora non c’era alcuna ombra di “Dubia” sull’Amoris Laetitia – era stato ricevuto da Papa Francesco in udienza privata nel novembre 2016 per presentare la spinosa questione al Pontefice e chiedere un avallo per il ‘licenziamento’ di Boeselager. Bergoglio – come spiega il vaticanista Andrea Tornielli che riporta su Vatican Insider la ricostruzione più fedele della questione – aveva preparato una lettera in cui chiedeva di vigilare sul rispetto della morale cattolica, ma di risolvere il problema con un dialogo all’interno dell’Ordine stesso.

Non si sa ad oggi che fine abbia fatto questa missiva: se sia finita in un cestino o sulla scrivania dei vertici dell’Ordine. Di fatto il Gran Cancelliere è stato rimosso il 15 dicembre a causa di “una situazione estremamente grave e insostenibile” e al suo posto nominato il maltese John Edward Critien. Ciò, nonostante la richiesta del Pontefice di affrontare il problema in modalità differenti. Anzi, sia da parte di Festing che di Burke l’estromissione di Boeselager è stata presentata come una decisione ‘sostenuta’ dal Papa.

Sono seguite ben due lettere di richiamo del Segretario di Stato Pietro Parolin che ricordavano l’autentico contenuto della missiva del Papa e invitavano a riconsiderare la rimozione del Gran Cancelliere. Tutto invano, tanto che Francesco ha istituito una Commissione composta da cinque membri esperti “con l’incarico di raccogliere elementi atti ad informare compiutamente e in tempi brevi la Santa Sede in merito alla vicenda”.

Contro la commissione, guidata dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, le reazioni erano state durissime da parte dello stesso fra’ Festing che, in una nota ufficiale, rivendicava la piena autonomia dei Cavalieri di Malta – attesa anche “l’irrilevanza giuridica del Gruppo” – e affermava che la dirigenza dell’Ordine non avrebbe collaborato in alcun modo con la commissione vaticana, frutto di “un equivoco” della Segreteria di Stato. In una nota successiva, il Gran Maestro riferiva pure di aver istituito egli stesso una contro-Commissione in seno all’Ordine per indagare sugli affari illeciti che alcuni membri del team vaticano svolgevano con una Banca di Ginevra.

Un tentativo di “screditarne le figure e l’opera”, come sottolineava la Santa Sede in un comunicato del 17 gennaio scorso, che rifiutava, “in base alla documentazione in suo possesso”, tale presa di posizione e garantiva la piena fiducia al Gruppo. Non va dimenticata, poi, la nota legale inviata privatamente – ma diffusa dal Catholic News Service – in cui i cinque membri citavano la Costituzione melitense e il Diritto Canonico per ricordare “l’autorità” che il Papa esercita sull’Ordine in quanto religioso e chiedere quindi “obbedienza”.

Insomma un gran disordine nel Sovrano Ordine, che ora sembra concludersi con le dimissioni di fra’ Festing. Anche se, in realtà – spiegano diversi analisti e osservatori – sono profonde le spaccature interne tra i membri stessi, in particolare tra la frangia tedesca più progressista e quella anglosassone più conservatrice, deflagrate ora con il caso Boeslager.

Sul caso la Santa Sede ha pubblicato una stringata comunicazione ufficiale, mentre sul sito web dei Cavalieri – semi inattivo fino a poche ore fa – è stata pubblicata nel tardo pomeriggio una breve nota in cui si informa che: “Il Gran Magistero del Sovrano Ordine di Malta comunica che il Gran Maestro Fra’ Matthew Festing ha convocato il Sovrano Consiglio in seduta straordinaria per il giorno 28 gennaio per l’accettazione della sua rinuncia all’ufficio di Gran Maestro. Questo prevede La Carta Costituzionale del Sovrano Ordine di Malta all’articolo 16″.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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