Lettura
Al canto di Maria ed Elisabetta segue quello di Zaccarìa, frutto di una preghiera silenziosa durata nove mesi. Come il Magnificat, il Benedictus è un inno composto di citazioni provenienti dai salmi e da altri testi profetici, ha l’andatura di un canto in versi, ed è di benedizione al Signore e di benedizione per il bambino appena circonciso. Come il canto di liberazione di Maria, anche il Benedictus è un inno proveniente da un cuore colmo di gioia che si trova, per pura grazia, sulla sponda della libertà.
Meditazione
È finita la lunga notte di Zaccarìa, divenuta sacramento della lunga notte dell’umanità immersa nel buio del peccato, che ora, al sorgere dell’alba (l’antifona ai vespri dirà “Oggi vedrete il Salvatore”) intona il suo canto di vittoria. Il padre del Battista, relegato nella solitudine dell’essere muto e sordo, oggi torna a vivere ed è come se nascesse insieme al suo bambino, è reintrodotto nella comunità degli uomini e del popolo d’Israele con il dono della parola. C’è stata una lunga gestazione anche per lui, che guardava crescere il grembo di sua moglie senza poter dire nulla, ora è maturo per parlare e può essere svezzato e introdotto alla mensa della preghiera, che è innanzitutto benedizione. Anche la Chiesa, nella Liturgia delle Ore, dopo il grande silenzio che segue la Compieta, dopo una notte intera senza inni, esplode ogni mattina nel canto del Benedictus come Zaccarìa. “Il Signore ha visitato e redento il suo popolo” è il tema enunciato nella ouverture del canto e sviluppato nei versi che seguono: una visita che fa grazia, intesa in passato come alleanza, protezione, misericordia, ma sempre da lontano; oggi invece per noi, in cammino spirituale verso la Liturgia della Notte Santa, la visita si fa concreta nella carne di un Bambino nato per noi. Oggi, giorno vigiliare, le strade sono appianate, i tempi sono giunti a maturazione, il conto alla rovescia durato secoli è alle ultime cifre, è urgente per te, per me, per noi, aprirci “alla tenerezza e misericordia del nostro Dio”, una tenerezza misericordiosa e una misericordia tenerissima. Non chiederti se tu ne sia degno perché sarebbe rimetterti al centro, ma apriti alla cascata di tenerezza luminosa che invade il mondo e lo lava. A te è affidato il compito di dire “sì”, di aprire le mani, di accogliere la Grazia di questo Natale.
Preghiera:
Liberami, Signore, da ciò che mi ostacola nel prepararmi, nel godere della tua visita in questo Natale. Allontanami dagli affanni dei preparativi esterni che mi mettono ansia e mi allontanano da te, riportami all’interiorità e fa’ che abbia per te un cuore a culla.
Agire:
Cerco di mantenere in questa giornata un’attenzione uniformemente accelerata ripetendo il Benedictus, guardando il campanile della mia Chiesa, pensando a Maria e Giuseppe in cerca di alloggio, ripetendo, come una litania, “Vieni, Signore Gesù!”.
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Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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La parola dal silenzio
Meditazione della Parola di Dio di sabato 24 dicembre – Feria di Avvento