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Il corridore

Siamo chiamati a rispondere alla velocità che Dio ha messo nel nostro cuore: le nostre capacità non corrispondono ma sedendoci nella sua volontà entriamo in Lui

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Lo chiamavamo Mennea. Era sempre di corsa nello sbrigare le varie faccende della giornata, per i corridoi della casa e per la strada. Orizio – diceva sua moglie – è un corridore nato che comunque arriva sempre in ritardo. È un vero amico dalle mille attenzioni e sollecito nei molti servizi.
Proprio ieri, lo vedo in fondo alla strada venire di corsa verso la sua macchina fermandosi a pochi passi da me. Sorride, apre lo sportello dell’auto e, sedendosi, mi dice: “Scusami, ho fretta!”.  Con altrettanta sveltezza controbatto: “Come?! Hai fretta e ti siedi!?”. Come  risposta ha abbassato i vetri e mi ha salutato con un sorriso e una sgommata.
Per fortuna ho la sua e.mail e subito gli mando queste due righe: “Caro Orizio… Scommetto che hai compreso la mia battuta che sottolineava l’apparente contraddizione del tuo comportamento: ti sei seduto perché avevi fretta. Ti sei seduto perché il sedile della tua macchina è più veloce dei tuoi garretti.
Hai saputo scegliere il modo di correre… Non importa come, ma importa migliorare la velocità. Schumacher era chiamato l’uomo più veloce anche se in pista non faceva un passo con le proprie gambe.
Siamo chiamati a rispondere alla velocità che Dio ha messo nel nostro cuore. Le nostre capacità non corrispondono, ma sedendoci nella sua volontà entriamo in Lui. Allora non solo acquistiamo la sua velocità, ma ci troviamo subito puntuali al traguardo”.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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