Le urne di San Pio e San Leopoldo in Vaticano

ZENIT - SC

Che cosa muove il cuore?

Sogni e attese del tempo presente: Padre Pio e Leopoldo Mandic, testimoni di una ricerca di Dio senza compromessi

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Una sera, rientrando a casa, sono rimasto coinvolto in un inarrestabile “carosello” di auto e di pedoni, diretti allo Stadio. I tifosi si affrettavano, tra sciarpe, bandiere e cori improvvisati lungo i marciapiedi, a raggiungere l’Olimpico, per assistere a un “match” calcistico di notevole rilievo. Tutta quella simpatica folla mi fece riflettere sulla “potenza” dello sport di attrarre tante persone. Lo stesso vale per le “star” della musica; per gli attori del cinema; per i leader della politica: insomma, per tutti quegli eventi o personaggi che hanno la capacità di calamitare l’attenzione, di suscitare interesse tra la gente.
Ma che cosa muove il cuore ad accorrere, per una partita, per ascoltare un cantante famoso, per frequentare i luoghi della distensione o del divertimento? Che cosa ci induce a impegnare tempo, soldi, energie per un bene, a volte pur apprezzabile, ma in fondo “parziale”; per una gratificazione che, alla fin fine, lascia sempre un po’ di amaro in bocca (se non altro, perché tutto scivola inevitabilmente via)? Si tratta, spesso, della medesima illusione che accompagna l’uomo di ogni epoca e che sembra spalancarci prospettive di felicità “a poco prezzo”, ma poi lascia vuoti e soli più di prima. Che cosa muove il cuore, se non qualcosa o qualcuno che ci fa “sognare”, che culla i nostri pensieri e il nostro “sentire”, suscitando emozioni e alimentando la nostra immaginazione, facendoci percepire “il respiro del mondo”, del nostro tempo, di questo tempo che ci è dato da vivere?
Anche verso la Basilica di San Pietro, in febbraio, lunghe colonne di pellegrini si sono incamminate, lentamente, per venerare due famosi “personaggi”, segni visibili della divina Misericordia, che continuano a parlare al cuore della gente, a decenni ormai dalla loro morte. In vita non fecero “sconti”, non scesero mai a compromessi, manomettendo la Verità: sono rimasti radicalmente fedeli al Vangelo, lo hanno incarnato fino in fondo, fino alle sue estreme conseguenze. Erano “antidivi” per eccellenza; sono stati esigenti con se stessi e con i fratelli. Immersi nel mistero di Dio, hanno voluto aiutare il prossimo a non sciupare il tempo della propria vita, ma a riempirlo di significato, a riempirlo di amore.
Che cosa ha mosso il cuore di migliaia e migliaia di fedeli che, in silenzio e in un clima di raccoglimento interiore, si sono alternati a venerare le spoglie mortali di due Santi? Il frate di Pietrelcina era proprio agli antipodi del “buonismo” oggi tanto diffuso: rigore, austerità, impegno deciso di ravvedimento e di conversione erano “lo stile” di Padre Pio. San Leopoldo, a Padova, si prodigò, con pari eroica fedeltà, nel medesimo ministero della Confessione, a cui dedicò instancabilmente lunghe ore ogni giorno, donando luce e pace ai suoi penitenti.
La vita di quei Santi era – ed è – un libro aperto, eloquente, intessuto di preghiera, di lacrime e di sangue. Ancora oggi ha il potere di “sedurre” e di richiamare a sé le nostre coscienze distratte, ponendoci innanzi le domande essenziali, che ci portiamo dentro: che senso ha la nostra esistenza? Perché il dolore e la fatica? Che cosa riscatta finalmente la nostra vita, sottraendola alla legge ineluttabile del tempo?
Essi stessi – San Pio e San Leopoldo – ci potrebbero rispondere: cercate il Signore, a Lui solo rivolgete il cuore e la mente. Egli ha cura di voi, come la più tenera delle madri. Egli vi ama, vi rispetta, è custode della vostra felicità. Seguitelo, lungo gli aspri sentieri del Vangelo: riscoprirete tutta la dolcezza della presenza di Dio e di Maria Santissima. Non cedete alle follie di questa devastata epoca, che ha cancellato ogni valore, che non rispetta la vita, che non sa più distinguere l’amore – quello vero – dalle sue contraffazioni e che oltraggia continuamente e impunemente la sacralità dell’unione sponsale, invece di favorirla e di difenderla.
Anche a Fatima si percepisce il medesimo linguaggio, semplice ed essenziale, ma tanto gradito al cuore. Tre bambini hanno dialogato con il Cielo e, sottraendosi agli occhi del mondo, hanno cercato Dio solo. Per questo, a cento anni dalle apparizioni, hanno ancora da dirci molte cose e da insegnarci la sola via che conduce alla vera ed eterna gioia: quella del Paradiso.
 
 
 
 
 
 
 

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Mario Piatti

Padre Mario Piatti, I.C.M.S., è direttore del mensile Maria di Fatima

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