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Papa: "Dio si avvicina ai piccoli che il mondo disprezza. Noi lo accogliamo o lo rifiutiamo?"

All’Angelus, Papa Francesco riflette sulle figure di Maria e Giuseppe e prega per i negoziati in Congo

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Dio si avvicina. A tutti. A Natale viene in mezzo a noi e si fa prossimo, soprattutto ai “tanti piccoli che il mondo disprezza”. E noi che cosa facciamo? “Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via?”.  Pone questo interrogativo, il Papa, ai migliaia di fedeli che affollano piazza San Pietro per la recita dell’Angelus e che, al suo affaccio dalla finestra del Palazzo Apostolico, lo accolgono con un coro di “Tanti auguri” per gli 80 anni compiuti ieri.

Lui, Francesco, ricambia con una catechesi tutta incentrata sulle figure della Vergine Maria e di San Giuseppe, che “per primi hanno accolto Gesù mediante la fede” e che “ci introducono nel mistero del Natale. Mistero di amore, mistero di vicinanza all’umanità”. Da un lato, “Maria ci aiuta a metterci in atteggiamento di disponibilità per accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta, nella nostra carne”. Dall’altro, “Giuseppe ci sprona a cercare sempre la volontà di Dio e a seguirla con piena fiducia”.

Entrambi, “si sono lasciati avvicinare da Dio”. La Vergine con il suo sì all’annuncio dell’Angelo, ha accolto il Figlio di Dio “nel suo seno per diventare uomo”. “Dio si è avvicinato a noi e ha preso la carne di una donna”, sottolinea il Papa, “anche a noi, in modo diverso, Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e offrirci in dono il suo Figlio. E noi che cosa facciamo? Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via?”.

“Come Maria, offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità, così anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo”, afferma il Pontefice. Che indica quindi la Madonna come “modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore”.

Giuseppe, invece, che da solo non riesce a darsi una spiegazione dell’avvenimento che si verifica sotto i suoi occhi, la gravidanza di Maria, “ci insegna a fidarci sempre di Dio che ci si avvicina”, spiega Francesco. “Di fronte all’evento straordinario, che certamente suscita nel suo cuore tanti interrogativi, si fida totalmente di Dio che gli si avvicina e, seguendo il suo invito, non ripudia la sua promessa ma la prende con sé e sposa Maria”.

“Dio gli si fa vicino con un suo messaggero ed egli viene illuminato sulla natura di quella maternità” e “accogliendo Maria, Giuseppe accoglie consapevolmente e con amore Colui che in lei è stato concepito per opera mirabile di Dio, a cui nulla è impossibile”. Questo “uomo umile e giusto” è dunque la dimostrazione che “quando Dio ci si avvicina dobbiamo fidarci. Giuseppe ci insegna a lasciarci guidare da Lui con volontaria obbedienza”, rimarca il Papa.

Ricorda quindi le parole dell’Arcangelo Gabriele, «Ecco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio-con-noi», per poi domandare, a braccio: “Emanuele si chiamerà il bambino che significa Dio vicino a noi, il Dio che si avvicina. Io gli apro la porta al Signore quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiama a fare qualcosa per gli altri? quando mi chiama alla preghiera? Dio con noi, Dio che si avvicina”. “Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale – è l’auspicio di Papa Francesco – porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e che Dio gli si avvicina”.

Dopo la preghiera mariana, salutando i volontari Unitalsi per il “bel lavoro” svolto e ringraziando “le persone e le istituzioni che ieri hanno voluto esprimermi i loro auguri”, Bergoglio chiede di “pregare affinché il dialogo nella Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese”.

Prima di concludere, lascia ai fedeli una riflessione per questi pochi giorni che separano al Natale: “In questa settimana, mi raccomando, cerchiamo di trovare qualche momento per fermarci, fare un po’ di silenzio, e immaginare la Madonna e San Giuseppe che stanno andando a Betlemme, immaginare come vanno: il cammino, la fatica, ma anche la gioia, la commozione, e poi l’ansia di trovare un posto, la preoccupazione… e così via”.

“In questo ci aiuta molto il presepe”, sottolinea il Pontefice, che invita ad “entrare nel vero Natale, quello di Gesù che ci si avvicina, il Dio con noi, vicino a noi, per ricevere la grazia di questa festa, che è una grazia di amore, di umiltà e di tenerezza”. “E in quei momenti – conclude – ricordatevi di pregare anche per me. Buona domenica e buon pranzo!”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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