In questi giorni riflettevo sul sì di Giuseppe al progetto di Dio che domenica verrà ricordato nella Santa Messa. Senza nulla comprendere, con umiltà e obbedienza, Giuseppe ha abbracciato il mistero entrato a far parte della sua vita. Giuseppe è chiamato dal suo Signore a consacrare tutto se stesso alla Madre e al Figlio suo unigenito. Per la sua adozione del cuore, il Figlio di Dio sarà vero Figlio di Davide. Sarà Il Messia, Colui che viene per salvare il popolo dai suoi peccati. Riflettendo sulla potenza di grazia che è nel suo sì, ho visto che anche la mia famiglia è il frutto e sarà il frutto del mio piccolo sì a Dio e del sì di colui che ha scelto dinanzi a Dio di formare con me un solo corpo, una sola vita.  È in questo sì la mia speranza, perché in esso è il mio presente e il mio futuro in questo mondo nel quale tutto sembra vacillare, tutto appare privo di solido fondamento. In effetti il secolarismo imperante dell’odierna società, dove diventa facile la banalizzazione dei valori etici sui quali si deve fondare la realtà della vita, ha leso le fondamenta del matrimonio. Eppure è ancora possibile parlare e ammirare la presenza attorno a noi di famiglie unite. Di famiglie che si sono formate, sono nate, credendo sin dal primo istante che quel sì pronunciato davanti all’altare di Cristo Gesù è senza ritorno indietro. Nessuno pensi che sia facile rinnovare ogni giorno questo sì! Sarebbe molto più semplice optare per la via della divisione, della separazione. Le battaglie da vivere nel quotidiano sono innumerevoli. A questo si aggiunge la tentazione, la seduzione, l’attrazione verso altri e altre, pensati e immaginate più pronti a soddisfare le nostre esigenze del cuore. L’uomo, per sua natura, non è amore, si stanca, indietreggia alle prime difficoltà, rinnegando l’unione matrimoniale. Siamo umani, siamo deboli, siamo fragili. Nel Sacramento questa nostra umanità, povera, limitata è immersa nella grazia del Signore, sempre però bisognosa di essere alimentata giorno per giorno. Le leggi della fede devono essere vissute secondo le regole della fede. La grazia non è magia, ma impegno. Essa agisce se le permettiamo di agire nel nostro cuore. La vita, con le sue innumerevoli preoccupazioni, spesso travolge, opprime e l’ansia ha il sopravvento. Quando tutto sembra venire contro, quando la prova sfianca e ci si sente perduti, in quei momenti si può constatare la presenza di Dio. La nostra famiglia è stata provata fortemente dalla crisi economica e vi posso testimoniare che per mantenerci uniti, per mantenere vivo, puro, bello, il nostro amore, ci siamo radicati ancora di più nella grazia di Cristo Signore, che sempre ci ha dato nuova forza ed energia per continuare. Da questa certezza è nata anche la nostra quotidiana preghiera: “Padre, davanti all’altare del Dio Santissimo ti abbiamo promesso amore eterno, io credo che hai posto il tuo sigillo quel giorno, aiutaci a mantenerlo saldo!”. Ogni giorno abbiamo chiesto di saper diventare un sacrificio quotidiano per l’altro, di saper perdonare, sopportare, scusare, tollerare, comprendere, aiutare, sostenere. Altro mistero bellissimo… l’Eucarestia! Se presa con fede rinnova il cuore, eleva e ci fa crescere nell’amore! È bello vedere che oggi molte famiglie, con forte senso cristiano, si fanno carico di altre famiglie che sono nel bisogno. Che dire poi delle parrocchie che sanno spendersi e consumarsi nella carità? In questi anni mi sono anche interrogata e chiesta: “Cosa manca oggi all’uomo?”. Una è stata sempre la risposta: Gli manca una cosa sola: il suo Creatore, Signore e Salvatore. Gli manca Cristo Gesù che è la sorgente della vera vita, del vero amore, della vera umanità. Quando ho trovato Dio, ho trovato sempre me stessa. Quando anche per un solo istante mi dimentico di Dio, tutto in me diviene un vuoto chiacchiericcio di pensieri vuoti e vani. Sembro a quelle persone che vedono avanzare il tornado distruttore. Lo possono anche descrivere. Possono anche contare i danni. Ma nulla possono indicare come soluzione di salvezza. Perché la soluzione non viene dalla terra. Personalmente ho sperimentato l’amore vero e ogni giorno lo gusto. Quest’amore mi fa libera nella verità dell’amore, libera dalla falsità di quell’amore che si consuma in un giorno perché subito secca e ha bisogno di carne nuova e fresca per dire di amare. Vissuti in Dio, famiglia e matrimonio hanno un altro sapore, un altro gusto, perché ogni giorno ricevono il sapore che viene dal sacrificio e dall’abnegazione di sé. È l’abnegazione della fedeltà all’amore.