Stained glass window of the Holy Trinity

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Il catechista e la Trinità

La vera celebrazione della festa della SS. Trinità, non sono le cerimonie in Chiesa, ma lo stile dei nostri rapporti vicendevoli nella vita di ogni giorno

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Era la festa della SS.Trinità. In una missione cattolica dell’Etiopia, abbiamo fatto celebrare la Messa solenne, al vescovo di passaggio. Nell’omelia, dovevano alternarsi una frase del vescovo e la traduzione immediata del catechista.
Comincia il vescovo: “Oggi è una delle feste più importanti dell’anno, perché se non ci fosse la Trinità, non ci sarebbero né Natale, né Pasqua, né Pentecoste”.
Il catechista traduce: “Vi saluto con tutto il cuore, anche a nome dei cristiani della mia diocesi. Anche se il colore della nostra pelle è diverso, siamo tutti fratelli, perché appartenenti tutti alla stessa famiglia della SS. Trinità “.
Sentendo nelle parole del catechista una vera cordialità, i fedeli si sono illuminati tutti.
Il vescovo: “Cos’è la SS. Trinità? Un solo Dio in tre persone. È un mistero più grande delle nostre menti, ma ce lo ha rivelato Gesù e ce lo insegna la Chiesa”.
Il catechista: “Se in tre sono uno solo, vuol dire che la Trinità è un mistero di Amore e vuol dire che, pur molti e diversi, siamo immersi in un oceano d’amore; un amore più grande di tutte le differenze e di tutti i risentimenti.”.
Il popolo capisce e si vede che è contento.
Il vescovo, vedendo la chiesa tutto un  sorriso di gioia e di fede, prende coraggio e entra nel labirinto della teologia trinitaria: “Come mai sono tre, eppure è un Dio solo? Vedete, bisogna distinguere natura e persona: una sola natura, quindi una sola volontà, una sola intelligenza, una sola maestà divina, ma partecipata da tre persone, distinte, ma fatte uno dalla stessa natura divina”.
Il catechista: “Non ho capito bene quel che il vescovo vuol dire, ma penso che abbia voluto dire che la SS. Trinità è la realizzazione perfetta di quel che i missionari ci raccomandano continuamente di essere: un cuore solo e un’anima sola”.
Il vescovo è commosso ed entra più a fondo nel labirinto teologico e parla di “pericoresi”, di “circuminsessione”, e usa altri termini di alta cultura teologica.
Il catechista: “Ecco, è chiaro: la vera celebrazione della festa della SS. Trinità, non sono le cerimonie che facciamo qui in Chiesa, ma lo stile dei nostri rapporti vicendevoli nella vita di ogni giorno: l’accoglierci, l’aiutarci a vicenda, il gioire e il soffrire assieme, l’entrare sempre più profondamente nel girotondo di amore col Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo”.
Alla fine il vescovo è contento e strabiliato, perché non ha mai trovato un tale interessamento per la Trinità, neanche nei suoi teologi e la gente è contenta e felice, perché ha capito che la SS. Trinità è un mistero di amore, al quale siamo chiamati a partecipare fin da quaggiù.
Vox populi, vox Dei.
Ciao da padre Andrea
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Andrea Panont

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