Un progetto editoriale per la “rivoluzione della tenerezza”

Presentati a Roma il primo numero della rivista “Frammenti di Pace” e il libro di Maria Cristina Corvo “In te mi rifugio”

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Un atteso evento nell’ambito dei “Lunedì letterari di Santa Francesca”, che si svolgono a Roma presso la Casa di Santa Francesca Romana a Ponte Rotto (Trastevere). Lunedì 12 dicembre è stato presentato il libro In te mi rifugio di Maria Cristina Corvo, edito da Shalom. E contestualmente al libro, è stato presentato il primo numero della rivista Frammenti di Pace, pubblicata dallo stesso editore, dove i brani della Corvo hanno una rubrica fissa intitolata: “Cara Prof. ti scrivo”.
Mons. Antonio Interguglielmi, promotore dei “Lunedì letterari” nonché direttore dell’Ufficio diocesano di Roma per le Aggregazioni laicali e le Confraternite, ha salutato gli ospiti ricordando la straordinaria vicenda di Santa Francesca, che spese la sua vita “al servizio dei poveri di Trastevere che, a quell’epoca, era un quartiere degradato e violento”.
Interguglielmi ha ricordato, in particolare, la vicenda passata alla storia come “miracolo dei granai”. Il suocero di Francesca, Andreozzo Ponziani, di nobile famiglia, le aveva affidato le chiavi delle dispense e dei granai. Francesca ne approfittò per aumentare gli aiuti ai poveri e, in breve tempo, i locali furono svuotati. Il suocero, allibito, decise di riprendersi le chiavi. Per poi accorgersi che i granai erano tornati prodigiosamente pieni…
Mons. Antonio Interguglielmi ha quindi dato la parola ad Antonio Gaspari, direttore di ZENIT ed ideatore del progetto editoriale di Frammenti di Pace, ispirato alla “buona notizia” e alla “rivoluzione della tenerezza” di Papa Francesco.
Gaspari ha aperto il suo intervento illustrando il filo di collegamento tra il libro In te mi rifugio e la rivista Frammenti di Pace. Il libro raccoglie infatti le testimonianze e le riflessioni presenti sul seguitissimo blog della Corvo di pari titolo (www.intemirifugio.it), e le medesime testimonianze e riflessioni sono oggetto di una rubrica della rivista.
Ma che cos’è che rende così eccezionali il blog e il libro In te mi rifugio? La verità delle parole, la sincerità dei sentimenti, l’intensità del dialogo che Maria Cristina, insegnante di religione presso l’Istituto “Alfredo Morea” di Fabriano (AN), riesce a stabilire con i suoi studenti, aiutandoli a superare quel “percorso ad ostacoli” che è l’adolescenza.
“Li vediamo così strafottenti, sorridenti, baldanzosi, frivoli… Sembra facciano di tutto per nascondere la loro sensibilità, la loro ricerca personale di senso, le loro fragilità, la fame d’amore che hanno – scrive la professoressa –, ma in realtà cercano solo qualcuno con cui confidarsi, aprire il loro cuore, un interlocutore di cui fidarsi. Perché i ragazzi si aprono quando non si sentono giudicati…”.
Erano presenti all’incontro due ex alunne di Maria Cristina Corvo – Lisa Fiorani e Ileana Ottaviani –, entrambe di 23 anni. Le due giovani hanno ricordato i turbamenti della loro adolescenza e la difficoltà, che riguarda sia le famiglie che i professori, di seguire il “lato umano” dello sviluppo dei ragazzi. Invece Maria Cristina – hanno affermato all’unisono le due studentesse – “ha la qualità di riconoscere il valore della persona a prescindere dall’età”.
“Un giorno sono andata da Cristina e le ho chiesto: Prof., le posso parlare? Le ho raccontato la mia vita e lei mi ha ascoltato per ore…”. Nascono così, in tutta spontaneità e naturalezza, i dialoghi di Maria Cristina Corvo, che diventano storie di vita vissuta e poi si moltiplicano attraverso le email, i messaggi WhatsApp, i post su Facebook. Maria Cristina tenta di fornire delle risposte ai tanti “perché” dei suoi ragazzi. E cerca di farlo mettendoci dentro l’entusiasmo, la sua fede di credente, la sua voglia di sviluppare quella ricerca di “senso” che dà significato e valore all’esistenza.
“L’insegnamento più grande viene dalla fantasia. Abbiamo il potere di scegliere e di decidere ogni volta se continuare a guardare in terra oppure sollevare gli occhi al cielo”. E questo vale anche per la religione – ha sottolineato Maria Cristina nel suo intervento: “Nella nostra scuola tutti gli studenti frequentano l’ora di religione. Quando i ragazzi sono orientati nella giusta direzione, rimettono Dio sulle strade della loro vita”.
L’autrice ha poi parlato dell’importanza del Teatro come strumento di sensibilizzazione e autocoscienza per aiutare la crescita interiore dei giovani: “Il Teatro aiuta a creare un clima di grande serenità e ascolto. Quando si lavora con i ragazzi, non ci si può limitare alla predica, bisogna soprattutto offrire una speranza…”. E che il metodo del Teatro funziona è confermato dall’altissimo indice di partecipazione che caratterizza gli spettacoli organizzati da Maria Cristina. Dove si confrontano anche ragazzi di religione diversa che, attraverso questa esperienza, creano un rapporto di reciproco affetto e si promettono l’un l’altro: “Non permetteremo mai ad una religione di dividerci!”. Un antidoto contro l’odio confessionale che semina guerre fratricide nel mondo.
Antonio Gaspari ha poi ripreso la parola per illustrare il progetto editoriale di Frammenti di Pace, interamente basato sulla “buon notizia”. Gaspari ha illustrato il suo pensiero attraverso il “sommario” del primo numero della rivista, a partire proprio dall’articolo a firma di Maria Cristina Corvo nella rubrica “Cara Prof. ti scrivo”: La storia di Aisha. Il suicidio: la tentazione estrema!
Una giovanissima rimane traumatizzata per la morte del padre: “Tutta la mia infanzia e i miei sorrisi sono, improvvisamente, diventati solo ricordi relegati nel passato! – è il grido di dolore di Aisha –. Ho trascorso un anno tra psicologhe e pianti, ma io volevo solo riavere mio padre!”.
Il rifiuto del drammatico distacco – inaccettabile per la psiche ancora fragile di Aisha – spinge la ragazza in un tunnel esistenziale che la porta a un tentativo di suicidio. Si salva, ma la sua crisi interiore è tutt’altro che risolta, ed è questa crisi che Aisha confessa alla sua Prof. La risposta di Maria Cristina è commovente per la sensibilità e la capacità di trasmettere un messaggio basato su una profonda compartecipazione umana.
Le sue parole prendono per mano Aisha e la guidano alla consapevolezza di un destino superiore, che oltrepassa il senso doloroso dei nostri limiti: “Carissima Aisha, tu sei amata tantissimo da Dio! Io potrò aiutarti – scrive Cristina –, le psicologhe ti potranno supportare, le amiche ti sosterranno, la famiglia ti amerà… ma tutto questo ha la sua radice nella Vita e in Chi l’ha creata. Dio c’è, ti ama e ha lasciato scritto questa dichiarazione d’amore proprio per te: Non temere… Tu sei preziosa ai miei occhi, perché sei degna di stima e io ti amo…”.
Gaspari ha quindi sottolineato il valore testimoniale che connota numerosi altri articoli del primo numero della rivista: il “martirio laico” di Visar Zhiti, che trascorse dieci anni ai lavori forzati in Albania e che, dopo la caduta del regime dittatoriale, è diventato un poeta internazionalmente noto; la coraggiosa vicenda di Suor Rosemary Nyirumbe, che si dedica al recupero delle “bambine soldato”, vittime delle sanguinarie milizie che devastano il centro Africa; la determinazione di Bebe Vio, che ha reagito alla disabilità divenendo un’eroina sportiva… e poi ancora: padre Piero Gheddo, “inviato speciale agli estremi confini della fede”; “Un ciclone di nome Francesco”, dedicato al Santo Padre; la storia della Confraternite, a cura di mons. Antonio Interguglielmi…
“Il filo conduttore che lega questi articoli, che avvalora queste testimonianze, è la speranza – ha continuato Gaspari –. Sembra che il destino degli umani sia quello di farsi del male, e che nessuno riesca a sfuggire alla sofferenza. Eppure il mondo non è tutto buio, l’umanità non è solo dominata dai malvagi. Dove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia, diceva San Paolo…”.
Il motto della rivista Frammenti di Pace – ha detto il giornalista – è “scatenare il paradiso”. E citando le parole di San Giovanni Paolo II, ha concluso: “Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto buona notizia…”.

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Massimo Nardi

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