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Lo scandalo della fede

Meditazione della Parola di Dio di mercoledì 14 dicembre – Memoria di San Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa

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Lettura
Abbiamo già meditato nei giorni scorsi questo episodio, nel parallelo dell’evangelista Matteo. Anche qui, in Luca, una delegazione (due discepoli) parte dal quartier generale di Giovanni e si reca da Gesù. Giovanni è stato informato dei prodigi che Gesù va operando (guarigione del servo del centurione, risurrezione del figlio della vedova di Nain), ma rimane incerto sulla vera identità di Gesù: è veramente lui l’Atteso?
Meditazione
Gesù è l’Atteso delle genti o “uno dei profeti”, come riferiscono i discepoli al Maestro a Cesarèa di Filippo? È un anello della catena o il terminale d’oro dell’attesa di tante generazioni? È questo che Giovanni intende conoscere e, non trovando riscontri certi nella sua meditazione, manda ad intervistare l’interessato. Gesù risponde con i segni che accompagnano la sua predicazione, ma soprattutto con “ai poveri è annunciata la buona notizia”, che è il messaggio vero, nascosto anche dietro le guarigioni di ciechi, zoppi, lebbrosi, sordi e la risurrezione di morti. I poveri vengono messi a parte di un annuncio di gioia e di liberazione, come nell’antichità il popolo in esilio veniva raggiunto dall’annuncio della fine della deportazione. Anche a me Gesù dice queste parole oggi, sottraendomi alla tristezza e alla depressione strisciante: “Rallégrati perché è vicina la tua liberazione!”. Ed aggiunge: “E beato colui che non trova in me motivo di scandalo!”. È una parola rivolta innanzitutto a Giovanni, che si interroga e, quando mette insieme i tasselli, resta confuso: “Beato te, Giovanni, se non ti scandalizzerai di me e del mio fare dimesso, se contraddico in parte la tua attesa di un Messia duro e arrabbiato, di un vendicatore che subito mette mano alla falce! Beato te se nei miei umili inizi, se nel mio parlare piano, se nella mia apparente normalità non troverai motivo di scandalo!”. Questa parola è rivolta anche a me, che vorrei un Messia vincente e accompagnato da effetti speciali, e mi ritrovo tra le braccia un bambino che vagisce e chiede di essere cullato. Anch’io rischio lo scandalo dinnanzi alla piccolezza e all’umiltà di Dio che si incarna, dinnanzi a certi silenzi di vento leggero mentre invoco fulmini e tempeste, dinnanzi agli interrogativi che gli altri mi pongono – “Dov’è il tuo Dio?” – a fronte di terremoti che devastano e polverizzano interi paesi, a sofferenze di innocenti, a lutti e guerre. Il credente è chiamato a superare lo scandalo di Dio che viene e interviene in una maniera diversa dalle sue attese, per disporsi ad accogliere gli alfabeti, i luoghi, le modalità e i tempi che Egli sceglie.
Preghiera
Apro i palmi delle mani e mi pongo, anche con il corpo, in atteggiamento di ascolto. Come dice il salmista: “Sto in silenzio e non apro bocca perché sei tu che agisci”.
Agire
Mi fermo mezz’ora in adorazione, anche se non sento nulla, accettando d’essere sotto lo sguardo di Dio.

***
Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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ZENIT Staff

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