Mi torna in mente l’episodio, come mi racconta Anna Paola, avvenuto in un castello da allora detto “castello del porco”. Nel castello lungamente assediato da nemici, un gruppo di persone riuscivano a sopravvivere grazie all’abbondante scorta di cibo. Ma un certo giorno s’accorsero che le riserve stavano per finire. Non rimaneva loro che un maiale gelosamente allevato per farne, a suo tempo, saporiti salami.
Visto che l’assedio era sempre più tenace, tennero consiglio per decidere se mangiare il porco e poi darsi in mano al nemico o disorientare il nemico donandogli il porco per ostentare abbondanza. Affamati, ma fiduciosi, decisero di adottare la seconda proposta: “Il nemico – concluse il capo – si arrenderà appena sorpreso della nostra inaspettata abbondanza”.
E indovinò! Il maiale, unico ben di Dio rimasto, fu lasciato correre fuori dalle mura assediate e donato in pasto al nemico. È fu la vittoria. Gli assedianti si ritirarono e la gente del castello fu libera. Senz’altro fu un rischio offrire al nemico quell’unico cibo rimasto.
Ma è certezza di risposta miracolosa, è benedizione sicura donare a Gesù presente nel prossimo anche il necessario per vivere. Così accadde alla vedova che donò quanto aveva per vivere. L’inaspettata abbondanza che disorienta il tuo prossimo è quel sorriso che doni gratuitamente al nemico. Il donare per amore la vita definisce la vita; è il massimo dono che ti guarisce anche dalla paura di aver troppo poco da offrire.
Ciao da padre Andrea
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Foto: Shilmar - Pixabay CC0 PD
Il castello del porco
Il donare per amore la vita è il massimo dono che ti guarisce anche dalla paura di aver troppo poco da offrire