Daily meditation on the Gospel

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Domus aurea

Meditazione della Parola di Dio di giovedì 8 dicembre – Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

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Lettura
Il brano dell’Annuncio a Maria fa parte di un dittico presente nel primo capitolo del vangelo di Luca, ed è preceduto dall’annuncio a Zaccarìa. Nel primo brano siamo a Gerusalemme, qui a Nazaret, in una borgata sperduta; nel primo, il protagonista è un uomo appartenente ad una tribù sacerdotale, qui è una donna; nel primo, l’annuncio di un figlio è dato a un uomo avanti negli anni, qui ad una adolescente; nel primo, Zaccarìa dubita ed è ridotto al silenzio, qui Maria aderisce alla volontà di Dio e diventa portatrice di un canto di salvezza.
Meditazione
La solennità dell’Immacolata Concezione di Maria è incastonata nel cammino dell’Avvento come un diamante che riflette già la luce del Natale. Non sottolinea una virtù o una dote della Madre di Dio, perché annuncia una grazia specialissima di cui Maria è stata dotata da Dio fin dal primo attimo del suo concepimento, anzi, prima dei secoli, come singolare privilegio in vista della divina maternità. È la festa del primato e della sovranità della grazia, prima di ogni scelta, prima di ogni atto consapevole. Siamo chiamati a contemplare l’opera di Dio, che progetta, insieme alle rotte stellari e allo splendore dei corpi celesti, i passi dell’uomo, le sue vicende e il districarsi di due libertà: quella del Creatore e quella della creatura. Maria Immacolata è la Casa che Dio progetta per sé in vista dell’Incarnazione, la Casa tutta d’oro, la Madre tutta bella e senza macchia di peccato originale. Contempliamo Dio all’opera sul telaio della storia, e ringraziamoLo perché l’umanità è stata progettata “capax Dei”, cioè capace di dialogare con Dio, di intenderLo, addirittura di ospitarLo in sé. In quest’opera, Maria è l’anello d’oro di una catena di grazia, e la sua Immacolata Concezione la prova che Dio da sempre ha pensato di incarnarsi, prima di ogni tempo, prima di ogni colpa, prima di ogni tragedia da volgere a fiaba. Questa contemplazione getta luce anche sulla Chiesa di cui Maria è anticipo e, nella Chiesa, su ciascuno di noi. Anch’io sono stato pensato da Dio prima dei tempi, prima dei miei genitori, prima della mia nascita. Anch’io sono stato chiamato ad essere santo e immacolato nell’amore, e nelle strettezze del tempo porto questo timbro regale, questa dignità che nessun peccato riuscirà mai a cancellare. Mi perdo in questi pensieri di bellezza e di grandezza, a tratti mi sembra di perdere l’equilibrio, il senso della realtà: ne sono interiormente consolato, “il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Preghiera:
Ti ringrazio, Padre, per il dono di Maria Immacolata, richiamo ad alte vette innevate dove l’uomo non può camminare. So che i miei occhi di talpa non possono gustare tutta questa luce, eppure di essa mi beo e mi inebrio. Rendimi certo che c’è una verginità dell’anima che nessuna violenza potrà mai raggiungere e intaccare.
Agire:
Compro dei fiori bianchi da mettere in casa come richiamo.
***
Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
 

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ZENIT Staff

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