Cicogne in missione

Un film che riflette la bellezza della nascita e realizza il sogno di tanti figli unici che desiderano fratelli e sorelline

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Da qualche tempo le cicogne non portano più bambini. Sul picco del Monte Cicogna è stato impiantato un negozio per ordini online (Cornerstore.com) e le cicogne portano pacchi contenenti gadget, telefoni e oggetti per la casa.
Tutto perché, qualche anno prima, una cicogna ha osato venir meno a una regola fondamentale: non innamorarsi del bambino da portare. Junior, la cicogna protagonista del film, lavora per Cornerstore.com e sarà lui a sostituire il boss Hunter alla guida del negozio.
Ma prima deve licenziare Tulip, la ragazza umana 18enne e pasticciona, che ha vissuto sempre con le cicogne dopo che una di loro aveva deciso di non consegnarla.
Non trovando il coraggio di farlo, Junior assegna Tulip al reparto smistamento lettere, ufficio ormai desueto e impolverato dallo scarso utilizzo.
Nate, bambino e unico figlio di una coppia di instancabili lavoratori, desideroso di avere un fratellino con cui giocare, recupera un volantino delle cicogne e scrive una lettera a nome dei genitori con la sua personale richiesta.
La lettera arriva a Tulip che esce dal suo ufficio per avvertire Junior.
Questi, avendo saputo che la ragazza è uscita dall’ufficio, la raggiunge nel vecchio magazzino dove si creavano i bambini da spedire in tutto il mondo.
Per un imprevisto, i due creano un bambino nuovo di zecca, da consegnare ai genitori di Nate prima che Hunter scopra il tutto. Così partono per un lungo viaggio pieno di peripezie con l’unico obiettivo di consegnare la sorellina di Nate alla sua famiglia…
Certo, se dovessi raccontare a mio figlio come nascono i bambini, non comincerei a discutere di cicogne e richieste per lettera. Parlare di cicogne a bambini piccoli alimenta solo una confusione che, prima o poi, si trasformerà in rabbia o delusione nella presa di consapevolezza di come stanno realmente i fatti (un po’ come con Babbo Natale). Però si può apprezzare lo sforzo dello sceneggiatore e regista Nicholas Stoller di contribuire, a suo modo, ad affrontare una tematica che spesso viene riportata in modo distratto dai quotidiani di tutto il mondo: ovvero il fatto che, specialmente in Occidente, nascono sempre meno bambini.
Stoller (regista di altri film come I Muppet, e di altri non animati, come Cattivi Vicini), pur senza affrontare in modo diretto le cause di questo problema, tratteggia nel film in modo lucido e spietato le cause di questo problema: l’attenzione tutta incentrata nella costruzione di una solida carriera professionale; l’impaccio dei primi mesi di un bambino che richiede molte attenzioni; una società che viaggia sempre a grande velocità e che trascura gli affetti familiari; la mancanza di generosità. Allo stesso modo, attraverso la figura delle cicogne che portano i bambini, si vuole però sottolineare come un bambino sia un dono elargito senza una precisa logica (le cicogne che sbagliano o che non consegnano è l’immagine di questa mancanza di logica) e che, come tale, va curato ed educato nel modo più attento possibile.
Il personaggio chiave del film è Tulip: la ragazza mostra di avere quello che le cicogne sembrano aver perso da tempo, ovvero l’attenzione e la gentilezza per il prossimo. Così, oltre al tema della famiglia, il film allarga l’orizzonte anche all’amicizia e all’importanza di sentirsi sempre figli, rispettosi e riconoscenti verso i propri genitori. Junior, l’altro personaggio principale, è l’immagine della “redenzione”, ovvero emblema del personaggio che comprende il vero senso della vita e del motivo che ci spinge a lavorare per il bene degli altri solo quando qualcuno glielo fa capire con la propria testimonianza. Insomma, nel film c’è un miscuglio di messaggi positivi che hanno la meglio sull’invenzione, ormai datata, delle cicogne che portano i bambini.
Il film è utile a far comprendere ai bambini l’importanza della famiglia unita e della bellezza di avere pochi (o tanti) fratelli e sorelle. La protezione che Junior e Tulip offrono alla neonata che devono consegnare è, forse, l’elemento in più che colpisce lo spettatore, bambino o adulto che sia. L’abbraccio tra genitori e figli che conclude il momento in cui una cicogna consegna il bambino ha il potere di far contemplare la scena ai più piccoli senza battere ciglio e di commuovere i più grandi, con lacrime che si credeva di aver ormai perso nella notte lontana della prima esperienza da genitori.
A volte, soprattutto nelle scene iniziali, sembra un po’ caotica la presentazione dei personaggi. Però non ci si annoia mai e, cosa importante per un cartone animato, ci sono molti spazi di comicità che rallentano la tensione della trama.
***
Titolo Originale: Storks
Paese: USA
Anno: 2016
Regia: Nicholas Stoller, Doug Sweetland
Sceneggiatura: Nicholas Stoller
Produzione: Warner Bros. Animation
Durata: 90
Articolo scritto da Danilo Gentilozzi
Per ogni approfondimento http://www.familycinematv.it/

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ZENIT Staff

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