Iraq e Siria: ACS lancia nuova campagna di solidarietà

Un appello per tre progetti: riscaldamento per i rifugiati, pannolini e latte per i bambini, nuovo convento per le suore di Mosul

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“Mentre giriamo per le nostre città alla ricerca dei regali natalizi abbiamo l’opportunità di pensare anche a chi manca veramente di tutto. Rinunciare a qualcosa del nostro superfluo può rappresentare un’autentica speranza per le comunità cristiane mediorientali”. Con queste parole Alessandro Monteduro, direttore di ACS-Italia, presenta i tre progetti che la Fondazione pontificia ha scelto fra tanti per affidarli alla generosità dei benefattori italiani.
“Anzitutto la Siria. L’inverno tra le montagne può essere estremamente rigido anche ad altitudini minime, e per i rifugiati che vivono in capanne e container i prezzi del gasolio da riscaldamento sono troppo alti. Nei villaggi di Michrefeh, Rable, Ain Hlaquim e altri, nella diocesi di Laocidea, a un’altitudine di 700 metri vivono alcune migliaia di famiglie cristiane. Per 600 di esse, compresi bambini e anziani – prosegue Monteduro – ACS si è fatta carico dei costi di riscaldamento. Noi chiediamo ai nostri connazionali: volete dare loro una mano?”.
Ma non c’è solo il problema del riscaldamento. “Abbiamo titolato il secondo progetto Pannolini e latte per 650 bambini – aggiunge il direttore ACS-Italia -. Siamo sempre in Siria. Inizialmente erano 200 i neonati giunti in braccio alle loro mamme, stremate. Molti piangevano per la fame e i dolori. La loro pelle delicata era infiammata. Erano le vittime più indifese della guerra e hanno ricevuto latte e pannolini puliti, solo un primo aiuto. Monsignor Antoine Chbeir, Vescovo maronita di Lattaquié (nord della Siria), ha istituito un’apposita commissione denominata Pannolini e Latte, i cui componenti si sono chiesti: quali famiglie ne hanno bisogno? Quanti sono i lattanti? Dove troviamo i pannolini? E il latte? I biberon? Chi può pagare tutto questo?”. Nel frattempo però il loro numero è aumentato. “Siamo arrivati ormai a quota 650. Non hanno altro che le braccia delle loro mamme… La diocesi chiede un aiuto che duri più di un giorno. Anche per questo – afferma Monteduro – ci rivolgiamo alla nostra comunità di benefattori chiedendo loro un sostegno per il nutrimento e per… cambiare i pannolini!”.
L’altra nazione in gravissima difficoltà è l’Iraq, e per essa “ACS intende garantire un nuovo convento a 10 suore scacciate dall’ISIS. Insieme ad altre decine di migliaia di Cristiani queste Figlie del Sacro Cuore di Gesù non hanno più una casa. Il 24 novembre 2014 il loro convento a Mosul è stato distrutto dai miliziani del sedicente Stato Islamico. Da allora – spiega Monteduro – si sono rifugiate ad Ankawa, un quartiere di Erbil, nel Kurdistan iracheno, come tutti quei Cristiani che, nell’agosto di due anni fa, hanno dovuto abbandonare tutto per fuggire da Daesh. Ad Ankawa la gente può contare su di loro per il sostegno materiale, per l’ascolto e per rimanere cristiana. Queste suore infatti sono anche catechiste, liturgiste, insegnanti del coro, insostituibili collaboratrici nella pastorale. Ora però necessitano di un convento che sarà messo a punto convertendo a questo uso un edificio già esistente”. Anche per questo, conclude Monteduro, “chiediamo a tutti: volete aiutarle a sostenere i costi? Donare ai nostri fratelli Cristiani perseguitati renderà veramente bello e unico il “nostro” Natale!”.
 

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ZENIT Staff

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