Nella sua rubrica di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde questa settimana alla domanda di un nostro lettore negli Stati Uniti.
Nel suo articolo del 21 giugno 2016 ha parlato in dettaglio della frequenza del ricevere la Comunione e delle varie ragioni pratiche per cui è stata variabile nel corso dei secoli. Nella sua introduzione aveva menzionato di essersi dovuto limitare a una risposta sintetica – il che è abbastanza ragionevole – e che perciò non avrebbe trattato aspetti come la postura del fedele durante la recezione della comunione. Tuttavia credo che sarebbe molto interessante affrontare la domanda e fornirci una breve storia della postura e delle pratiche del fedele durante il Rito della Comunione? — M.S., Pittsburgh, Pennsylvania (USA)
La postura nel ricevere la Comunione è variata nel tempo e continua a variare tra i vari riti della Chiesa. Dipende anche dalla frequenza della Comunione, la distribuzione di una o entrambe le specie, e la modalità di distribuzione di entrambe le specie.
Riguardo il luogo per la recezione della Comunione da parte del fedele, la più antica tradizione latina prediligeva l’avvicinarsi all’altare e, infatti, la maggior parte delle soluzioni successive ha mantenuto una certa relazione con l’altare nonostante questo fosse fisicamente in un diverso luogo. In alcune zone, in cui vi erano molti comunicanti, era il clero a recarsi ai fedeli.
Quando si iniziò a separare il presbiterio dalla navata centrale della chiesa per mezzo di cancelli, questi venivano aperti al momento della Comunione in modo che il fedele potesse entrare e riceverla a fianco dell’altare. Questa pratica venne abbandonata all’inizio del IX secolo. Dopo di che il presbiterio cominciò ad essere circondato da un alto muro, e il fedele si avvicinava a un altare di transetto eretto al di fuori di questa parete. In alcuni luoghi come il Nordafrica i fedeli si avvicinavano a una ringhiera. Quest’ultima era più alta di quelle che più tardi circondarono l’altare e raggiungeva l’altezza del petto. Di conseguenza fino a questo momento l’usanza era di ricevere in piedi. Questa è tuttora la pratica della maggior parte delle Chiese orientali, nelle quali inginocchiarsi è una postura liturgica non molto comune.
Dal IX secolo in poi, la pratica di ricevere solamente l’ostia e direttamente sulla lingua divenne la norma. Allo stesso modo, tra l’XI e il XVI secolo, l’usanza di ricevere il Corpo di Cristo in ginocchio acquisì gradualmente ascendente nel rito Latino.
Intorno al XIII secolo in alcune località divenne usanza dispiegare una stoffa, sorretta da due ministri, per i comunicanti in ginocchio. Più tardi, nel XVI secolo era comune collocare la stoffa su un tavolo o panca posta tra la navata e il presbiterio. Dal momento che si dimostrarono alquanto comodi per l’amministrazione della Comunione, questi si evolsero gradualmente nelle ringhiere d’altare fisse, fatte di legno, metallo o pietra, che divennero praticamente universali dal XVII secolo fino ai tempi più recenti.
Nonostante il Concilio Vaticano II non abbia invitato alla rimozione delle ringhiere d’altare, di fatto, esse sono state tolte in vari luoghi. La pratica di ricevere la Comunione in piedi piuttosto che in ginocchio, e d’altro canto sulla mano anziché sulla lingua, è anche molto più diffusa. La sempre più frequente distribuzione della Comunione sotto entrambe le specie, prendendo il Prezioso Sangue direttamente dal calice, ha anche influenzato questo cambiamento nella postura.
Le norme liturgiche permettono ancora di inginocchiarsi, pur lasciando alle varie conferenze episcopali sufficiente libertà d’azione per emettere nuove norme, ma non per vietare di inginocchiarsi.
Per questo motivo l’Ordinamento Generale del Messale Romano, al n° 160, presenta una leggera differenza di testo negli Stati Uniti e in altri paesi anglofoni.
In Inghilterra e Galles dice:
“Poi il sacerdote prende la patena o ciborio e si reca dai comunicandi, che normalmente si avvicinano processionalmente. Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano. I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme.”
Invece negli Stati Uniti:
“…Le norme delle diocesi degli Stati Uniti stabiliscono che la Santa Comunione si ricevi stando in piedi, salvo che un membro individuale dei fedeli desidera ricevere la comunione in ginocchio.
“Quando riceve la Santa Comunione, il comunicando china la testa davanti al Sacramento in gesto di riverenza, e riceve il Corpo del Signore dal ministro. L’ostia consacrata può venir ricevuta sia sulla lingua che nella mano, a discrezione di ogni comunicando. Quando la Santa Comunione viene ricevuta sotto entrambe le specie, il segno di riverenza viene compiuto anche prima di ricevere il Prezioso Sangue”.
[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]
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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.
La postura durante la Comunione
Le norme liturgiche permettono ancora di inginocchiarsi, pur lasciando alle Conferenze Episcopali sufficiente libertà per emettere nuove norme, non per vietarlo