Alla sera d’un giorno cadenzato dal febbrone, mando un messaggio ad Angelo: “Puoi venire a misurarmi la pressione?”.
Sul tardi arriva e… “T’aspettavo da stamattina – lo investo con un tono di malcelata pretesa”.
“Oggi sono passato tre volte, risponde Angelo…; tre volte ho bussato alla tua porta, ma tu non c’eri”.
“Eppure io sono sempre rimasto nella mia stanza…Chissà perché non ho sentito?! forse dormivo; forse ascoltavo la radiolina con la cuffia…; forse hai bussato troppo debolmente; forse…; comunque la prossima volta, entra senz’altro…sfonda”.
Angelo m’ha fatto capire la sua delicatezza: “Non oso mai bussare troppo forte; piuttosto preferisco bussare più volte, busso delicatamente e sto alla porta ad attendere che tu apra. Tornerò anche domani”.
Perché non passasse invano e per avere la certezza di ricevere il necessario soccorso medico, all’indomani ho vissuto il “vigilate”: ho lasciato la porta spalancata; non mi sono distratto alla radiolina e ho tenuto la luce accesa.
“Beati coloro che troverà con le lucerne accese – così si esprime un canto-gen -; beati coloro che troverà col cuore pronto ad amar”.
Non è importante che Lui, al suo arrivo, mi trovi in convento, sull’altare, in chiesa a salmeggiare o mi sorprenda in atteggiamenti clericali…; è invece urgente e unicamente necessario che mi trovi con il “cuore pronto ad amar”.
Il cuore pronto ad amar è una porta sempre spalancata per lo Sposo che, in casa sua, può e ha diritto di entrare senza bussare.
Ciao da p. Andrea
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Ho bussato tre volte
Il cuore pronto ad amare è una porta sempre spalancata per lo Sposo che, in casa sua, può e ha diritto di entrare senza bussare