Ha scritto Gabrielle Zevin, scrittrice e sceneggiatrice statunitense, che “una città senza libreria è un luogo senza cuore”. Immaginatevi che cosa è Francoforte che, dal 19 al 23 ottobre, ospita la più grande fiera libraria del mondo, la Frankfurter Buchmesse che conta 7.100 editori provenienti da 100 paesi, 270.000 visitatori 9.300 tra giornalisti e blogger accreditati.
Una storia, quella dei libri stampati, iniziata quando Johannes Gutenberg attorno al 1450 a Magonza (vicino Francoforte), inventò la stampa a lettere mobili che avrebbe rivoluzionato il mondo del libro. L’edizione del 2016 della Fiera del libro si è aperta con una lettera inviata da Asli Erdogan, scrittrice, giornalista e attivista per i diritti umani turca.
Per le sue opere e attività la scrittrice turca ha ricevuto numerosi riconoscimenti all’estero e i suoi romanzi sono stati tradotti in oltre dieci lingue, È ritenuta una delle più importanti scrittrici della letteratura turca. Il 16 agosto 2016, dopo il fallito colpo di stato militare Asli Erdogan è stata arrestata insieme con altri 22 giornalisti del quotidiano filo curdo Özgür Gündem con l’accusa di “propaganda terroristica”, “appartenenza a un’organizzazione terrorista” e “incitazione al disordine”.
Heinrich Riethmüller, direttore degli Editori e dell’Associazione dei Librai tedeschi ha letto la lettera in cui la scrittrice turca dice: “Anche se non so come, la letteratura è sempre riuscita a superare i dittatori”.
In questo modo si è voluto dare un segno preciso alla Fiera del Libro che non si concentra solo sulle offerte editoriali, ma anche sui diritti umani. In Turchia, ha scritto la Asli Erdogan, “la coscienza viene calpestata con una brutalità incredibile”, e ci sono persone che “stanno cercando di uccidere la verità”.
A questo proposito, ha fatto notare Riethmüller, “Almeno 140 mezzi di comunicazione di massa sono stati chiusi, tra cui 30 case editrici e più di 130 autori e giornalisti sono stati imprigionati”.
“La libertà di parola è un diritto umano e non è negoziabile”, ha sottolineato Riethmüller, anche se “il mondo politico è in silenzio e resta a guardare gli eventi senza agire”. In questo contesto il governo tedesco e la Commissione europea sono chiamati a difendere la libertà di opinione e la libertà di stampa senza compromessi. Riethmüller ha parlato di una petizione online #FreeWordsTurkey hashtag che ha già ottenuto più di 80.000 firme.
Alla conferenza di presentazione della Fiera è intervenuto Martin Schultz, presidente del Parlamento europeo, ed ha fatto appello al presidente turco Erdogan per liberare tutti gli intellettuali imprigionati. “Dobbiamo difendere il modello sociale europeo contro i nemici della libertà”, ha detto Schultz, auspicando la “rivolta delle persone per bene” contro i populismi intolleranti. “L’unità europea è un dono ed anche un miracolo” ha aggiunto il presidente dell’Europarlamento.
Schultz ha espresso solidarietà con i librai e gli editori tedeschi chiedendo la liberazione di tutti gli autori e giornalisti arrestati in Turchia. Rivolgendosi direttamente al governo turco ed al presidente Recep Tayyip Erdogan, Schulz ha chiesto: “Lasciate libere queste persone”.
Durante la fiera vengono assegnati diversi premi tra cui il prestigioso Friedenspreis des Deutschen Buchhandels. Vincitrice del premio per la pace per l’edizione 2016 è la giornalista tedesca Carolin Emcke. Quest’anno il premio per il giornalismo coraggioso è stato dato a Ensaf Haidar moglie del blogger saudita Raif Badawi. Per aver avuto il coraggio di pubblicare scritti in favore della libertà il blogger Raif Badawi, è stato imprigionato in Arabia Saudita ed è stato condannato a 10 anni di carcere e 1.000 frustate.
“Dobbiamo farci sentire”, ha detto Jürgen Boos, direttore della Fiera del libro di Francoforte, perché “Il mondo è in tumulto. I conflitti stanno bruciando vecchie e nuove parti del mondo, l’idea europea sta cadendo a pezzi, il populismo e il nazionalismo sono in aumento”. Il Direttore della Fiera ha concluso citando Umberto Eco, quando sosteneva che “la letteratura può aiutare a risolvere i problemi del mondo”.
L’attuale edizione della Fiera ha come slogan “Questo è ciò che abbiamo in comune”. Un slogan che caratterizza le Fiandre e i Paesi Bassi paesi “ospiti d’onore” della Fiera. Secondo Jürgen Boos il linguaggio comune delle Fiandre e dei Paesi Bassi e lo slogan “Questo è quello che abbiamo in comune” possono essere applicati a tutta l’Europa, perché “tutti in Europa condividono valori comuni”.
La più grande fiera del libro in difesa della libertà e dei diritti umani
Alla Frankfurter Buchmesse, un appello per la libertà di una famosa scrittrice turca e un blogger saudita imprigionato, frustato e condannato a 10 anni di prigione