Foto: © Arcidiocesi di Milano

Il Dalai Lama a Milano. Scola: "La sua presenza incoraggia il dialogo"

Conferita la cittadinanza onoraria al leader spirituale tibetano che ha donato all’arcivescovo la “sciarpa bianca della felicità”

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“La sua presenza a Milano e il suo insegnamento sono una benedizione. Permettono alla nostra città, che sta ancora raccogliendo i frutti di Expo 2015, di non dimenticare il grande compito che uomini e donne delle religioni hanno consegnato a quell’evento: ricordare all’umanità che senza cibo spirituale non c’è futuro per la vita”.
Con queste parole il cardinale Angelo Scola ha accolto questa mattina il Dalai Lama, per la quarta volta in visita a Milano, dove ha ricevuto la cittadinanza onoraria. Prima tappa di Tenzin Gyatso è stata l’arcivescovado, dove ha trovato l’arcivescovo ambrosiano che lo attendeva nel cortile dell’Episcopio.
Il leader spirituale gli ha fatto dono della “sciarpa bianca della felicità”, tipico indumento tibetano simbolo di buon auspicio che il cardinale ha subito indossato, ricambiando poi con una riproduzione della Madonnina del Duomo al termine del colloquio nella Sala d’onore del Palazzo Arcivescovile, alla presenza delle due delegazioni.
Nel suo indirizzo di saluto, l’arcivescovo di Milano si è detto “privilegiato” di vivere questo incontro, considerando che ci sono “luoghi nemmeno troppo lontano da noi che nello stesso momento soffrono e vivono il dramma della violenza e della guerra”. “A loro va innanzitutto il nostro pensiero e il nostro impegno – ha detto il porporato – come religioni non possiamo non testimoniare la nostra voglia di pace, il nostro desiderio di incontro e di dialogo, il nostro impegno per il riconoscimento e il sostegno reciproco. A coloro che pensano di scrivere il futuro della storia con le armi della violenza, magari anche invocando in modo menzognero il nome di Dio, questo nostro incontro intende ricordare che la vera arma capace di darci futuro è la preghiera: così insieme portiamo il nostro contributo reale ed operoso per un futuro di pace, per un mondo di pace”.
“Proprio nella preghiera – ha sottolineato il cardinale – ogni persona umana trova la condizione per conoscere veramente se stessa, per scoprire la profondità del mistero dentro il quale siamo immersi. Insegnare la meditazione, ma soprattutto aiutare attraverso la meditazione a scoprire il vero cuore dell’uomo, è questo un ulteriore compito che ci vede vicini ed alleati”.
Il cardinale Scola ha quindi indicato nell’amore e nella “compassione per il mondo” la “sorgente della vita”, nonché la via “che le religioni hanno sempre percorso per giungere alla scoperta dell’ecologia, quella che noi definiamo integrale, che mette al centro la cura per ogni essere umano, senza dimenticare i suoi legami con gli altri esseri viventi, con il pianeta e con l’universo”.
“Prendersi cura della nostra casa comune, il mondo; prendersi cura e custodire il mistero che ogni persona umana è per tutte le altre, invogliare ad una vita sobria e capace di ricercare il mistero dell’amore e della compassione che ci abita: sono proprio tanti i passi che possiamo fare”, ha detto Scola. Che ha sottolineato come la presenza in questi giorni del Dalai Lama in Italia sia “sicuramente un incoraggiamento a procedere ancora più spediti in questo cammino di dialogo e di annuncio al mondo”.
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ZENIT Staff

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