Pontificie Opere Missionarie

"Noi cristiani chiamati ad evangelizzare nell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo”

Il Papa ricorda la Giornata Mondiale Missionaria che la Chiesa celebra la prossima domenica 23 ottobre

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Al termine dell’Udienza generale, Papa Francesco ha ricordato che, la prossima domenica 23 ottobre, la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale. Proprio in questo Anno Giubilare ricorre il 90° anniversario della ricorrenza, promossa dalla Pontificia Opera della Propagazione della Fede e approvata da Papa Pio XI nel 1926.
“È un’occasione preziosa per riflettere sull’urgenza dell’impegno missionario della Chiesa e di ciascun cristiano”, ha detto il Santo Padre a fine udienza. “Anche noi – ha aggiunto – siamo chiamati ad evangelizzare nell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo”.
In vista della Giornata Mondiale, il Pontefice aveva pubblicato lo scorso 15 maggio un Messaggio dal titolo ‘Chiesa missionaria, testimone di misericordia’, in cui invita “a guardare alla missione ad gentes come una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale”.  In questa Giornata, tutti – si legge nel testo del Pontefice – “siamo invitati ad ‘uscire’, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana”.
“In forza del mandato missionario, la Chiesa si prende cura di quanti non conoscono il Vangelo, perché desidera che tutti siano salvi e giungano a fare esperienza dell’amore del Signore. Essa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo e di proclamarla in ogni angolo della terra, fino a raggiungere ogni donna, uomo, anziano, giovane e bambino”.
Nel Messaggio, Papa Francesco definisce i tanti missionari “di ogni età e condizione” un “segno eloquente dell’amore materno di Dio”. Un pensiero particolare lo rivolge alle donne di cui vi è “una considerevole e crescente presenza” nel mondo missionario, accanto a quella maschile. “Le donne, laiche o consacrate, e oggi anche non poche famiglie, realizzano la loro vocazione missionaria in svariate forme: dall’annuncio diretto del Vangelo al servizio caritativo”, scrive Bergoglio. “Accanto all’opera evangelizzatrice e sacramentale dei missionari, le donne e le famiglie comprendono spesso più adeguatamente i problemi della gente e sanno affrontarli in modo opportuno e talvolta inedito: nel prendersi cura della vita, con una spiccata attenzione alle persone più che alle strutture e mettendo in gioco ogni risorsa umana e spirituale nel costruire armonia, relazioni, pace, solidarietà, dialogo, collaborazione e fraternità, sia nell’ambito dei rapporti interpersonali sia in quello più ampio della vita sociale e culturale, e in particolare della cura dei poveri”.
“In molti luoghi – osserva ancora il Pontefice – l’evangelizzazione prende avvio dall’attività educativa, alla quale l’opera missionaria dedica impegno e tempo, come il vignaiolo misericordioso del Vangelo, con la pazienza di attendere i frutti dopo anni di lenta formazione; si generano così persone capaci di evangelizzare e di far giungere il Vangelo dove non ci si attenderebbe di vederlo realizzato”.
Auspicio del Papa è che “il popolo santo di Dio eserciti il servizio materno della misericordia, che tanto aiuta ad incontrare e amare il Signore i popoli che ancora non lo conoscono”. “La fede infatti è dono di Dio e non frutto di proselitismo; cresce però grazie alla fede e alla carità degli evangelizzatori che sono testimoni di Cristo. Nell’andare per le vie del mondo è richiesto ai discepoli di Gesù quell’amore che non misura, ma che piuttosto tende ad avere verso tutti la stessa misura del Signore; annunciamo il dono più bello e più grande che Lui ci ha fatto: la sua vita e il suo amore”.
“Ogni popolo e cultura – rimarca il Papa – ha diritto di ricevere il messaggio di salvezza che è dono di Dio per tutti. Ciò è tanto più necessario se consideriamo quante ingiustizie, guerre, crisi umanitarie oggi attendono una soluzione”. Di qui l’appello a ogni diocesi, parrocchia, comunità religiosa, associazione e movimento ecclesiale, di ogni parte del mondo, ad accogliere i missionari e aiutarli a “soccorrere le comunità cristiane bisognose di aiuti” e “dare forza all’annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra”.
“Ancora oggi – conclude Francesco – non ci sottraiamo a questo gesto di comunione ecclesiale missionaria. Non chiudiamo il cuore nelle nostre preoccupazioni particolari, ma allarghiamolo agli orizzonti di tutta l’umanità”.
[S.C.]

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ZENIT Staff

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