Daily meditation on the Gospel

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Pregate senza stancarvi mai!

Meditazione della Parola di Dio di domenica 16 ottobre 2016 – XX settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Gli interventi di Gesù sulla preghiera sono veramente tanti e diversi. Spaziano dal contenuto della preghiera cristiana, all’urgenza di farla con il cuore e non con le labbra, o di viverla nell’unità ed umiltà. Oggi ci parla della necessità della preghiera continua, di pregare sempre, senza stancarsi mai. Lo fa raccontandoci la storia di un protagonista molto poco esemplare: un giudice disonesto. Così lo definisce Gesù stesso.
Meditazione
In questo brano del Vangelo Gesù ci dice che cos’è e come deve essere la preghiera cristiana. Ma oltre le parole e gli insegnamenti, Egli ci ha lasciato soprattutto il suo esempio. Infatti, la stessa richiesta, “insegnaci a pregare”, sappiamo che nasce “dopo”, “perché” e “come” i discepoli lo vedono “pregare per tutta la notte”. Oggi la sua catechesi sulla preghiera risponde fondamentalmente a due domande: quando e quanto pregare? La risposta è diretta: sempre e senza stancarsi mai. Non ci sarebbe nulla da aggiungere e neppure bisogno di spiegarla. È tutta lì: in quel sempre e senza stancarsi mai! Ma siccome Gesù è sempre concreto, continua a parlarci in parabole: perché lo possano capire tutti, ma anche per lasciare a tutti la libertà di non capirlo o di non volerlo capire. Ci propone la parabola di un giudice disonesto, che non teme gli uomini, non ha riguardo per nessuno e, cosa tremenda, neppure per Dio. Eppure, oggi Gesù ci invita ad ascoltare, a seguire il ragionamento di questo giudice disonesto, a prendere un insegnamento positivo da questo esempio negativo. Egli non ha fatto giustizia alla vedova perché aveva ragione o era indifesa, non perché era il suo mestiere o ne potesse ricavare un utile, ma solo per il fastidio che le dava e per non essere più importunato. Possiamo pensare di Dio che sia meno di questo giudice disonesto? Che possiamo gridare a lui giorno e notte senza ottenere risposta? No! Perché ci ascolta e ci giustifica prontamente, perché è Dio, perché è Padre ed è per noi. Ma noi preghiamo con questa certezza, preghiamo da figli, preghiamo il Padre con fiducia e fede? L’interrogativo di Gesù, “al suo ritorno troverà fede sulla terra?”, deve continuare ad interrogare ed inquietarci sempre e tutti, ogni giorno e ogni volta che preghiamo. Perché nella vita la sola questione che veramente conta è la fede.
Preghiera:
Signore, che la nostra preghiera nasca dal cuore e non dalle labbra; che sia di figli che si rivolgono con confidenza al loro Padre; che accompagni, senza stancarsi, i giorni e le notti della nostra vita. E che sia fatta sempre con la certezza, la fiducia e, soprattutto, la fede che Dio non ci fa aspettare a lungo, perché come Padre buono veglia su ciascuno di noi per farci giustizia prontamente.
Agire:
Per essere un po’ come il Padre buono, ascolterò e aiuterò gli altri non per togliermi il fastidio, ma solo per amore.
***
Meditazione a cura di mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, tratta dal mensile MessaMeditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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